Molecole organiche a 12 miliardi di anni luce dalla Terra rilevate dal telescopio James Webb

Un team internazionale di astronomi ha fatto una scoperta straordinaria utilizzando il Telescopio Spaziale James Webb della NASA: la presenza di molecole organiche complesse in una galassia situata a più di 12 miliardi di anni luce di distanza. Questa scoperta, la più distante mai registrata, ci offre un’immagine senza precedenti della chimica complessa che accompagna la nascita di nuove stelle, anche nei periodi più remoti della storia dell’universo.

Un viaggio di 12 miliardi di anni luce nel passato rivela la presenza di molecole organiche in una galassia lontana

Queste molecole, comuni sulla Terra sotto forma di fumo, fuliggine e smog, sono state rilevate in una galassia che emetteva la sua luce quando l’universo aveva meno di 1,5 miliardi di anni, circa il 10% della sua età attuale. La galassia era stata scoperta per la prima volta nel 2013 dal South Pole Telescope della National Science Foundation e da allora è stata oggetto di studio da parte di numerosi osservatori, tra cui il telescopio radio ALMA e il Telescopio Spaziale Hubble.

james webb

La scoperta è stata possibile grazie alla combinazione delle straordinarie capacità del telescopio Webb e di un fenomeno noto come lente gravitazionale. Questo fenomeno, previsto dalla teoria della relatività di Albert Einstein, si verifica quando due galassie sono quasi perfettamente allineate dal nostro punto di vista sulla Terra. La luce della galassia di sfondo viene allungata e amplificata dalla galassia in primo piano in una forma ad anello, conosciuta come anello di Einstein.

Le molecole organiche rilevate sono simili a quelle presenti nel fumo e nello smog terrestre, composti che contribuiscono in modo significativo all’inquinamento atmosferico. Tuttavia, secondo Justin Spilker (https://www.nature.com/articles/s41586-023-05998-6), astronomo dell’Università del Texas A&M e collaboratore del progetto, le implicazioni di questi “segnali di fumo” galattici sono molto meno disastrose per i loro ecosistemi cosmici.

Queste grandi molecole sono in realtà piuttosto comuni nello spazio“, ha spiegato Spilker. “Gli astronomi pensavano che fossero un buon segno della formazione di nuove stelle. Ovunque si vedessero queste molecole, c’erano anche stelle neonate che brillavano intensamente“. Tuttavia, i nuovi risultati ottenuti con Webb suggeriscono che questa idea potrebbe non essere del tutto corretta, almeno per quanto riguarda l’universo primordiale.

Perché è importante

La scoperta rappresenta la prima rilevazione di molecole complesse nell’un’universo primordiale da parte del telescopio Webb, un momento di svolta che Spilker vede come un inizio piuttosto che una conclusione. “Questi sono i primi giorni per il telescopio Webb, quindi gli astronomi sono entusiasti di vedere tutte le nuove cose che può fare per noi“, ha detto Spilker. “Rilevare il fumo in una galassia all’inizio della storia dell’universo? Webb rende tutto questo facile. Ora che abbiamo dimostrato che è possibile per la prima volta, non vediamo l’ora di cercare di capire se è davvero vero che dove c’è fumo, c’è fuoco. Forse riusciremo anche a trovare galassie così giovani che molecole complesse come queste non hanno avuto ancora il tempo di formarsi nel vuoto dello spazio, quindi le galassie sono tutto fuoco e niente fumo. L’unico modo per saperlo con certezza è guardare altre galassie, speriamo ancora più lontane di questa“.

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Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.
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