Nazioni Unite: la pandemia non sta affatto rallentando l’inquinamento

Io stesso, quando ho parlato di come la natura sembrava avere una rinascita grazie alla quarantena, ho citato alcune fonti secondo le quali l’inquinamento ambientale sembrava essere in diminuzione. Purtroppo le cose non sono rosee come potevano sembrare: la riduzione, oltre che temporanea, non è assolutamente abbastanza.
Perché dico questo? Beh, perché a quanto pare pochi giorni fa è stata misurata la più alta concentrazione di CO2 della storia. La misura è stata eseguita il 3 maggio 2020 dallo Scripps Institution of Oceanography presso il Mauna Loa Observatory, ed è stata diffusa dalle Nazioni Unite tramite il profilo Twitter UN Climate Change.

Il report delle Nazioni Unite: di male in peggio

Non c’è del tutto da stupirsi dal momento che l’esito di questa misurazione non fa che confermare la tendenza della curva di Keeling, ovvero quella del costante incremento che si è verificato da quando le misure sono state iniziate. La curva prende il nome da Charles David Keeling, che ha eseguito la prima misurazione a Maggio del 1958, ed è costruita dalle misure ottenute nello stesso mese in tutti gli anni successivi.

Maggio è il mese in cui si ottengono, ogni anno, i picchi delle misurazioni, e per il momento non è mai capitato di vedere un calo: ogni picco è superiore di quello dell’anno precedente.

Stare fermi non basta

Nonostante le buone prime impressioni dovute a una riduzione iniziale, ha perfettamente senso. Il problema del riscaldamento globale non può essere risolto semplicemente fermando aerei ed automobili per un po’: dobbiamo studiare delle strategie più ambiziose e metterle in atto se vogliamo rimediare al danno che l’uomo ha fatto per decadi.

Le ricerche di Keeling vengono continuate dal suo degno successore, suo figlio Ralph, che sostiene che la riduzione delle emissioni dovrebbe raggiungere molto rapidamente il 50℅, contro il solo 8℅ ottenuto con gli stop dovuti alla pandemia.

E secondo gli esperti se le emissioni dei gas serra non raggiungeranno quasi lo zero entro il 2050 i problemi creati dai cambiamenti climatici saranno irreversibili e veramente gravi per la terra.Probabilmente l’unico modo per salvare il nostro pianeta è quello di agire non solo sul comportamento per un tempo limitato, ma anche sulle infrastrutture e in modo definitivo.

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