Noc, il Beluga che ci ha provato davvero: parlare la nostra lingua per farsi capire

Un beluga di nome Noc ha sorpreso il mondo con il suo straordinario tentativo di comunicare con gli esseri umani, imitando il ritmo e le pause del linguaggio umano. Questa storia affascinante solleva interrogativi profondi sull’intelligenza animale e sulla complessità delle interazioni interspecifiche.

Noc, il beluga che voleva parlare con noi: un esperimento o un bisogno?

Il cetaceo, catturato nel 1977 per un programma di addestramento della Marina statunitense denominato “Cold Ops”, ha trascorso gran parte della sua vita a stretto contatto con gli addestratori umani. Insieme ad altri cinque beluga, è stato addestrato per missioni di ricerca e recupero in ambienti artici estremi, sfruttando le capacità uniche di questa specie, come il potente sonar naturale.

Nel 1984, i trainer hanno notato strani suoni provenienti dalla vasca di Noc, simili a una conversazione tra due persone. Un episodio in particolare ha attirato l’attenzione: durante un’immersione, un sommozzatore ha sentito qualcuno ordinargli di uscire dall’acqua, salvo poi scoprire che l’autore del comando era stato proprio Noc.

Gli studi successivi hanno rivelato che l’intelligente animale stava imitando il ritmo, il tono e le pause del linguaggio umano con sorprendente precisione, considerando le differenze anatomiche tra l’apparato vocale dei beluga e quello umano.

un beluga nel mare profondo

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Per produrre questi suoni, Noc doveva gonfiare le cavità nasali fino a deformare la testa, dimostrando un notevole impegno nel tentativo di comunicare.

Michelle Jeffries, una delle addestratrici di Noc, ha ipotizzato che questo comportamento fosse motivato dalla profonda curiosità e dal desiderio di interazione del beluga. Lui sembrava cercare una connessione più profonda con gli esseri umani, oltre i comandi e le routine quotidiane. Questi cetacei, dopotutto, sono noti per la loro vasta gamma di vocalizzazioni e per la predisposizione naturale alla comunicazione.

Ma cosa fa sì che si comporti così? Per imitare la nostra lingua, un animale deve possedere un alto livello di consapevolezza di sé, comprendere la differenza tra il proprio corpo e quello di un’altra specie, e adattare il proprio sistema vocale per raggiungere l’obiettivo.

Questo richiede intelligenza e un genuino desiderio di comunicare. E il suo tentativo di parlare potrebbe essere visto come una manifestazione di questa complessità: non era solo un animale addestrato, ma un individuo con desideri e bisogni propri.

Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.

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