Le ossa cave nei dinosauri giganti e negli pterosauri sono state oggetto di uno studio recente che ha dimostrato quanto queste strutture fossero vantaggiose. Infatti, le sacche d’aria racchiuse all’interno delle ossa di questi antichi giganti potrebbero essersi evolute indipendentemente almeno tre volte in diversi lignaggi. In sostanza hanno fatto “nascere” tre famiglie: sauropodomorfi dal collo lungo, teropodi carnivori e pterosauri. Vediamo i dettagli.
Alcuni dei dinosauri più antichi non avevano ossa cave, suggerendo che le sacche d’aria scheletriche si siano evolute indipendentemente
In passato, i ricercatori avevano già rilevato la presenza di bolle d’aria nelle ossa dei dinosauri e degli pterosauri. Tuttavia, l’assenza di queste sacche nelle ossa di alcuni dei primi dinosauri mai registrati suggerisce che esse siano emerse in seguito, attraverso un fenomeno noto come evoluzione convergente. Questo fenomeno si verifica quando organismi diversi evolvono indipendentemente tratti simili.
I pterosauri, i teropodi carnivori e i sauropodi dal collo lungo sono tutti appartenenti al gruppo degli avemetatarsali, antichi rettili che sono più strettamente imparentati con gli uccelli odierni che con i coccodrilli. Tutti e tre questi lignaggi hanno sviluppato sacche piene d’aria nelle loro ossa, che hanno permesso loro di mantenere un scheletro leggero e agile. Senza queste strutture, queste bestie non sarebbero potute crescere così grandi o mantenersi fresche nel clima caldo del periodo Triassico, che va dai 252 ai 201 milioni di anni fa.
Secondo Tito Aureliano, il primo autore dello studio e ricercatore dell’Istituto di geoscienze dell’Università di Campinas in Brasile, le ossa cave nei dinosauri giganti e negli pterosauri non solo erano meno dense e contenevano più aria, ma fornivano anche un vantaggio evolutivo cruciale. Infatti, queste sacche d’aria garantivano un maggiore afflusso di ossigeno nel sangue, il che conferiva maggior agilità a queste specie nel cacciare, fuggire e combattere, o addirittura nel volare.
Nuove prove suggeriscono che alcune delle specie più antiche di avemetatarsalici, tra cui i sauropodomorfi Buriolestes schultzi e Pampadromaeus barberenai e il carnivoro Gnathovorax cabreirai, non avevano sacche d’aria nelle loro ossa, suggerendo che i loro parenti potrebbero aver sviluppato ossa cave in modo indipendente l’uno dall’altro. Ciò potrebbe aiutare a determinare se le sacche d’aria nei sauropodi, nei teropodi e negli pterosauri hanno avuto origine evolutiva da un antenato comune o se sono state raggiunte indipendentemente attraverso l’evoluzione convergente.
I ricercatori hanno analizzato fossili di 233 milioni di anni di queste specie di dinosauri primitivi e hanno effettuato scansioni micro-TC dettagliate delle ossa, rilevando piccoli spazi nelle vertebre che potrebbero ospitare vasi sanguigni e midollo, ma non sacche d’aria. Secondo Paolo Barrett, un paleobiologo del Natural History Museum di Londra, questa scoperta dimostra che “questi complicati sistemi di sacche d’aria, in almeno un ramo dei dinosauri, hanno iniziato a diventare veramente invasivi [permeare le ossa] solo molto più tardi nella loro storia evolutiva rispetto agli altri due gruppi di rettili che hanno sviluppato quei sistemi”.
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