Il Coronavirus ha completamente cambiato le nostre vite e la nostra quotidianità, e ovviamente convivere con una pandemia ha avuto effetti negativi sulle menti di moltissime persone, con aumenti preoccupanti dei disturbi psicologici legati all’ansia e alla depressione. Effetti che sono sotto monitoraggio da parte di moltissimi studiosi, e di cui cominciamo ad ottenere i primi risultati adesso, ad un anno dall’inizio dell’emergenza COVID-19.
Un primo studio
Secondo uno studio pubblicato su ScienceDirect, negli Stati Uniti (area a cui lo studio si riferisce) c’è stato un aumento improvviso delle ricerche Google su sintomi riconducibili a malattie mentali come disturbi depressivi e dell’ansia. Questo aumento combacia perfettamente con il periodo in cui negli Stati Uniti sono entrate in vigore le norme per il distanziamento sociale e i divieti di spostamenti non necessari.
In solo quattro mesi, il Coronavirus ha portato dei cambiamenti drastici nel nostro mondo, con impatti gravissimi sulla nostra salute fisica e mentale.
Bita Fayaz Farkhad, uno dei ricercatori che hanno partecipato allo studio, ha dichiarato a Psychiatry and Behavioral Learning Network: “Volevamo studiare quanto fosse stato serio l’impatto delle norme sul distanziamento sociale e la politica del “Restate a casa” sulla salute mentale delle persone, specialmente nel periodo della prima ondata di COVID-19 in primavera. Le sensazioni di malessere sono andate oltre il sentirsi ansiosi e scoraggiati? Questo fenomeno a lunga durata ha aumentato i pensieri suicidi e il bisogno di cercare cure per contrastare la depressione?”
Un altro parere
Un altro studio (Brodeur et al., 2020) ha continuato ad esaminare gli effetti a lungo termine delle norme anti COVID sulle ricerche di Google, sia per monitorare il comportamento umano di fronte ad un cambiamento così drastico sulla vita quotidiana, sia per valutare l’impatto della pandemia sulla salute mentale.
I termini più cercati su Google, secondo lo studio, sono stati i seguenti:
noia, tristezza, isolamento, solitudine e preoccupazione.
Secondo Dolores Albarracin, ricercatrice e co-autrice dello studio, “La messa in atto delle norme di distanziamento sociale è coincisa con un aumento improvviso delle ricerche Google a proposito di consigli su come affrontare il senso di isolamento e la solitudine, e di come gestire ansia a preoccupazione, il che non dovrebbe affatto sorprenderci”.
I periodi di pandemia, in qualsiasi epoca storica, hanno sempre coinciso con un generale aumento del livello di stress nella popolazione mondiale, ma sembra che in questo caso sia stata la perdita di contatto sociale ad avere il peggior impatto sulla nostra salute mentale.
Di fronte alle cattive notizie, però, possiamo sempre contare sulla resilienza degli esseri umani: lo studio ha infatti osservato che dopo circa 4 settimane di ricerche correlate a disturbi mentali e sintomi legati ad essi, sono aumentate le ricerche riguardo argomenti di cucina e di esercizio fisico. Il tempo passato con la famiglia o con se stessi ha coinciso, per molte persone, per la ricerca di un miglioramento personale, e in tanti si sono dedicati ad hobby nuovi e a prendersi cura di se stessi. Insomma, non dobbiamo sottovalutare l’enorme impatto negativo della pandemia e la necessità di trovare soluzioni e supporto per coloro che hanno subìto un peggioramento delle proprie condizioni di salute mentale, ma non dobbiamo nemmeno dimenticare che abbiamo sempre la possibilità di chiedere aiuto e trovare sempre qualcosa per non farci prendere dallo sconforto.
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