Nonostante sia una amante dei libri, spesso mi sono trovata tra le mani opere che non riuscivo decisamente a farmi piacere; ed è stato proprio dopo che uno di questi libri ha trovato posto nella mia libreria, dopo pochi capitoli letti, che mi sono decisa ad acquistare il primo libro della saga di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: il ladro di fulmini.
Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: il Ladro di Fulimini
Immagino che tutti, bene o male, abbiate sentito parlare del mondo di Percy Jackson; chi grazie alla sua versione cartacea e chi per via della versione creata per il grande schermo. Era da un po’ che desideravo leggerlo, il film non mi era dispiaciuto, né il primo né il secondo, ed ero curiosa di conoscere il resto della storia.
Piccola ma necessaria digressione: se dopo questo articolo vi verrà voglia di leggere il libro, e non avete ancora guardato i film, fatevi un favore, continuate a vivere nell’ignoranza cinematografica.
Ad ogni modo, mi sono ritrovata tra le mani un libro breve, di una ventina di capitoli, che ho letto tutto d’un fiato. E così anche i successivi quattro: il Mare dei mostri, la maledizione del Titano, la Battaglia del Labirinto (il mio preferito!) e lo Scontro Finale.
Passando ad una analisi un po’ più approfondita, posso dirvi che a mio parere i personaggi di Dei dell’Olimpo sono ben costruiti, la storia è interessante, originale per alcuni versi (una rivisitazione delle più disparate creature della letteratura greca), classica per altri (l’eroe che deve salvare il mondo dalla distruzione), ma Rick Riordan riesce a non farla sembrare l’ennesima copia di un Harry Potter scopiazzato.
Certo, Percy Jackson è un ragazzino emarginato, che trova il suo vero mondo, incontra due migliori amici (un satiro di nome Grover ed Annabeth, mezzosangue figlia di Atena) e con loro parte per salvare l’Olimpo dal villain di turno (un Crono che ha giustamente deciso dopo tremila anni che era arrivato il momento giusto per tornare a farsi una passeggiatina sulla Terra); ma la storia non è solo questo, è un susseguirsi di scontri, colpi di scena, tradimenti, ripasso degli antichi miti greci, e la cosa che più mi ha colpito è stato come Rick sia riuscito ad introdurvi tematiche attuali ed importanti (l’abbandono della famiglia, l’emarginazione, la salvaguardia dell’ ambiente) che a prima vista nulla c’entrerebbero in un libro del genere.
Ti affezioni al figlio del Re dei Mari, non puoi non farlo, ti immagini il Campo Mezzosangue (una sorta di centro estivo superfigo per semidei), ti perdi nelle mille avventure dei suoi eroi, negli intrighi, negli amori, odi a tratti gli dei, che Riordan immagina come padri e madri poco attenti, un concentrato puro dei peggiori difetti umani, insomma questa saga ha tutte le carte in regola per avere successo, ed infatti così è stato, visto l’Oscar vinto.
Non voglio raccontarvi la storia, per lasciare che ve la godiate appieno. Se posso dirvelo, vi consiglio di non leggere neppure il riassunto sulla copertina, ma di scoprire come prosegue e stupirvi pagina dopo pagina, perché ora che sono giunta alla fine del quinto libro, posso dirvelo: non andrà come vi aspettereste.
Ritengo ovviamente ci sia anche qualche “punto debole”, come ogni buon libro che si rispetti: dalla lunghezza dei racconti, che a mio avviso sono un po’ brevi, alla rapidità con cui si svolge la storia che a volte non lascia il tempo al lettore di riprendersi dall’ultima battaglia prima che ne inizi subito un’altra o si presenti un nuovo colpo di scena, alla narrazione di alcuni personaggi, chi secondo me avrebbero meritato più attenzione e chi una migliore presentazione, ma nel complesso Rick Riordan non mi ha affatto delusa.
E pare comunque che anche Rick Riordan si sia affezionato al giovane semidio marino, perché lo ritroviamo in un’altra saga mitologica: “Eroi dell’Olimpo“, con nuovi amici e nuove avventure. Se poi apprezzate lo stile di Rick ed anche voi come lui siete degli appassionati di mitologia, eroi e dei, avrete soltanto l’imbarazzo della scelta quando dovrete decidere con quale libro (e divinità) continuare: se gli dei egizi di “The Kane chronicles“, quelli norreni del Valhalla di “Magnus Chase e gli dei di Asgard” o restare sui classici con “Le sfide di Apollo”.
Insomma, ne avete di pagine da leggere, forse sarebbe il caso che correste in libreria.
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