Mercoledì 27 Marzo è stata una data importante per l’ambiente: il Parlamento dell’Unione Europea, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, ha votato a favore del divieto di articoli in plastica monouso a partire dal 2021.
Il testo è stato approvato con 560 voti a favore, 35 contro e 28 astensioni. L’Europarlamento ha dato così il via definitivo alla normativa, già precedentemente concordata con i Ministri dei paesi europei, che oltre a vietare uso e commercializzazione di plastica monouso, si pone l’obiettivo di raccogliere il 90 % delle bottiglie di plastica entro il 2029, ed impone che entro il 2025 il 25% delle stesse dovrà essere composto da materiali riciclati, per salire poi entro il 2030 al 30%.
Tra due anni dunque in tutta l’Unione Europea non troveremo più piatti, posate, cannucce, cotto fioc (in Italia già vietati dal 1 Gennaio) e gli altri imballaggi e prodotti usa e getta.
Un voto importante e che si spera potrà iniziare a smuovere le coscienze riguardo l’imponente ed ormai non più rimandabile problema dell’inquinamento da plastica: oltre l’80% dei rifiuti abbandonati nei mari di tutto il mondo si stima essere costituito da polimeri, e nello specifico da quelli monouso, che hanno tempi di decomposizione molto più lunghi, il che fa si che la plastica si accumuli negli oceani e sulle spiagge.
Quella stessa plastica monouso poi, ingerita da animali marini come tartarughe, foche, balene, pesci e crostacei, entra poi nella catena alimentare umana. Un problema dunque che deve riguardare tutti (tranne forse chi non mangia pesce).
Nella stessa seduta il Parlamento Europeo ha inoltre voluto finalmente fare di più, ed ha così approvato in via definitiva un pacchetto di misure per ridurre le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. L’obiettivo sarà quello di ridurre le emissioni del 37,5 %, e sanzionare i produttori le cui emissioni medie superano i limiti. La Commissione Europea si riserva la scelta di decidere se destinare o meno i proventi di tali sanzioni ad un fondo specifico che aiuti la transizione verso una mobilita’ a emissioni zero e sostenga la formazione dei lavoratori del settore automobilistico. Il provvedimento è stato adottato con 521 voti a favore, 63 contro e 34 astenuti.
Plastica Monouso: il caso
La nuova normativa europea arriva a pochi giorni di distanza da un caso di inquinamento marino che ha riguardato l’Italia.
Un capodoglio femmina lungo 6 metri è stato trovato infatti spiaggiato a Cala Romantica, nei pressi della nota località turistica di Porto Cervo, in Sardegna. L’animale aveva 22 chili di plastica nella pancia, tra cui piatti, buste e tubi.
A trovare l’enorme cumulo di rifiuti nel suo addome sono stati i veterinari dell’Istituto Zooprofilattico di Sassari che hanno effettuato la necroscopia nelle campagne di Arzachena.
L’animale non aveva segni d’urto che avrebbero potuto provocarne la morte e gli esperti pensano dunque che la causa della morte sia stata verosimilmente l’ingestione di una tale quantità di plastica monouso. Durante la necroscopia i veterinari hanno trovato inoltre un feto di 2 metri in via di decomposizione.
Nella pancia dell’animale anche lenze, reti, e sacchetti in cui era ancora possibile leggere il codice a barre.
“Sicuramente rappresenterà un monito per quello che noi stiamo facendo a questi animali, al nostro mare e a noi stessi”- ha detto Luca Bittau della onlus SeaMe, intervistato dai giornalisti- “Lo shock è arrivato con l’apertura dello stomaco. Trovare plastica monouso nella pancia di un cetaceo che vive nei fondali marini è sconvolgente. Dobbiamo tutti farci delle domande”.
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