Prevenire è meglio che curare: con quale mascherina proteggersi?

Per prevenire il contagio è prioritario seguire le misure igienico sanitarie indicate in maniera chiara e sintetica dal Ministero della Salute, quello che resta da fare è utilizzare i DPI (dispositivi di protezione individuale) adeguati alle circostanze della vita quotidiana. La necessità primaria per le persone, che ad oggi non vivono più nello stato di lockdown, è quella di munirsi di una protezione per le vie respiratorie: canale di trasmissione favorito per il contagio da virus.

Quale mascherina utilizzare per creare la barriera protettiva di cui si ha bisogno? Per chi acquista mascherine su Mask Haze per esempio, la decisione è immediata perché all’interno del blog si è scelto di dare spazio soltanto alle maschere FFP2, considerate tra le migliori in circolazione.

Orientarsi non è cosa semplice, per questo l’ideale è capire di cosa si ha bisogno al fine di condurre la propria quotidianità garantendo la massima tutela possibile per sé stessi e gli altri.

Caratteristiche dei Dispositivi di Protezione Individuale

Il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e il Comitato Tecnico Scientifico attivo presso la Protezione Civile hanno collaborato e prodotto documenti con l’intento di fornire le indicazioni fondamentali sui temi della prevenzione e della protezione sia per gli operatori ad alto rischio che per la popolazione generale.

In ogni caso il DPI deve possedere determinate caratteristiche:

• non creare impedimenti e quindi essere confortevole e ben tollerato

• dimostrare adeguata resistenza ed essere economico

• semplice da indossare e da rimuovere

• non deve generare allergie cutanee

Le indicazioni sono basate sulle evidenze scientifiche attualmente disponibili: riferendosi alla mascherina, è ormai risaputo che indossarla riduce la propagazione dell’infezione in quanto minimizza il raggio d’azione delle droplets (particelle liquide potenzialmente contagiose emesse quando si parla o si respira).

Bisogna tenere presente le crescenti prove a testimonianza del fatto che i soggetti asintomatici o in fase presintomatica possono contribuire alla diffusione del SARS-CoV-2.

Modelli di mascherine

Nel panorama delle mascherine reperibili si trovano mascherine igieniche in tessuto, quelle dette “di comunità” e quelle distinguibili nelle macro-categorie: chirurgiche e FFP. Nel caso in cui compaiano sintomi di infezione respiratoria è assolutamente necessario utilizzare mascherine certificate come dispositivi medici.

Le mascherine in tessuto vengono prodotte per uso igienico non sanitario e non sono certificate. Certamente il tessuto è una barriera che aiuta a ridurre la trasmissione delle droplets, ma chi le porta non è protetto.

É possibile affermare che quanto più il tessuto è spesso, maggiore risulta la capacità protettiva, ma questo non sostituisce la qualità di una mascherina certificata.

Inoltre, è opportuno essere consapevoli del fatto che non è efficace in nessun caso sovrapporre più mascherine indossandole contemporaneamente, sarebbe solo un inutile spreco di risorse.

Le mascherine di comunità, in effetti, vengono così definite dal Ministero della Salute ma è solo un altro modo di identificare maschere (come quelle in tessuto) che non possono essere considerate dispositivi medici né di protezione individuale; semplicemente una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus.

Possono essere monouso o lavabili, ma sulla confezione deve essere riportato il numero di lavaggi consentito perché questo non ridimensioni la performance.

Le mascherine chirurgiche, a differenza di quelle di comunità rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019, quindi sono ad uso medico, certificate in base alla capacità di filtraggio. Queste mascherine in effetti sono state progettate specificamente per l’ambiente sanitario, nell’ottica di proteggere il paziente dalla possibile contaminazione durante le operazioni chirurgiche.

Dunque una buona scelta per salvaguardare soprattutto la salute degli altri.

Le mascherine FFP sono considerati Dispositivi di Protezione Individuale in quanto prodotte nel rispetto della normativa EN 149-2001 che è di riferimento per gli standard di traspirabilità, efficienza e stabilità della struttura. La sigla FFP sta per “filtranti facciali per la protezione individuale” e di seguito viene aggiunto un numero progressivo (FFP1- FFP2- FFP3) per distinguerle in tre classi.

La mascherina FFP1 risulta al primo stadio di protezione, filtra circa l’80% delle particelle che restano sospese in aria ed è quella più utilizzata nei contesti lavorativi.

La mascherina FFP2 (o N95) è costituita in modo da risultare più rigida e aderente al volto. Si trova anche con dotazione di valvola e i filtri di cui è fornita impediscono l’accesso di microrganismi verso la bocca e il naso. Arriva a filtrare il 92% delle particelle.

Le FFP3, infine, sono le mascherine al più alto livello di protezione. Devono essere assolutamente indossate in modo adeguato, tanto che non è consigliato il loro utilizzo in presenza di barba, poiché non permetterebbe il contatto diretto fra il viso ed i bordi di tenuta del respiratore. É in grado di filtrare il 98% di particelle sia solide che liquide.

Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!

Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].

Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.

Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
Pulsante per tornare all'inizio