Programma Artemis: aperti campioni lunari di 50 anni fa

1972, quasi 50 anni fa, la missione lunare Apollo 17 raggiunge la Luna. E’ stato il terzo lancio dell’uomo sul satellite della Terra, da cui vengono riportati dei campioni di rocce e suolo, fino ad oggi conservati dalla NASA.
Parliamo di capsula del tempo perché “fino ad oggi” non è casuale. I campioni riportati sono stati sigillati e conservati con cura, ma qualcosa è cambiato. Questo qualcosa è il programma Artemis, tramite il quale la NASA vuole nuovamente portare l’uomo sulla Luna nel 2024. Ed è in funzione di questo nuovo programma che l’agenzia spaziale statunitense ha deciso di aprire i campioni raccolti da Jack Schmitt e Eugene Cernan, attualmente gli ultimi due uomini ad aver calpestato il suolo lunare.

capsula lunare

Da Artemis al progetto ANGSA

Il campione di regolite, che è il nome dato al materiale che costituisce il suolo lunare, è stato aperto per permettere ai ricercatori di esercitarsi nello studio in vista delle future spedizioni. Questa scelta fa parte di un progetto chiamato ANGSA, ovvero Apollo Next-Generation Sample Analysis, per cui uno dei contenitori è già stato aperto, ed un secondo verrà aperto ed esaminato nel gennaio 2020.

Il motivo di questa scelta sembra piuttosto ovvio: non siamo più negli anni ’70, e la tecnologia moderna permette di eseguire misure e rilevamenti che, al tempo delle vecchie missioni Apollo, erano decisamente impossibili. Considerando che il progetto Artemis prevede un ritorno alla Luna, è decisamente sensato ottenere ogni possibile dato prima di partire, in modo da avere una maggior coscienza nella gestione di esami e ricerche che verranno eseguite prima, durante e dopo le nuove spedizioni.

artemis
La prima fase del progetto Artemis

Francis McCubbin, del Johnson Space Center (dove è in corso l’iniziativa ANGSA), ha dichiarato:

L’analisi di questi campioni consentirà nuove scoperte scientifiche sulla Luna e permetterà a una nuova generazione di scienziati di affinare le loro tecniche per studiare meglio i campioni che saranno raccolti dagli astronauti del programma Artemis.

Grazie a rilevamenti tridimensionali, spettrometrie, microtomie ad altissima risoluzione ed altri esami, sarà possibile migliorare il progetto Artemis, e forse con esso raggiungere il punto in cui sarà possibile sfruttare le risorse presenti sulla luna per migliorare l’esplorazione del satellite stesso.

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