“Stai a casa” è uno degli slogan più usati in questi giorni di quarantena. Hashtag, meme, battute, inviti accorati, minacce di multe e arresti, insomma, ogni maniera è utile per far comprendere, a certi riottosi concittadini, che per combattere la pandemia di coronavirus in corso, l’arma migliore è stare a casa ed evitare contatti e assembramenti. Tuttavia molti dimostrano di non aver capito l’importanza dell’invito perché si riversano nelle strade pur non avendo ragioni valide e accettate per decreto. Famiglie in gita, gruppi di persone che fanno grigliate o passeggiate in compagnia, tutte attività piacevoli, ma che ora sono motivo di rischio collettivo e che quindi è opportuno evitare.
Le forze dell’ordine si sentono raccontare le più improbabili scuse, ma forse la più assurda è quella utilizzata da un uomo di 31 anni di San Fermo, nella provincia nord di Como. L’uomo era uscito in strada insieme alla figlia, per giocare a Pokèmon Go e scovare qualche mostriciattolo per ingannare le lunghe ore di quarantena. Agli agenti che lo hanno interrogato la scusa dell’uomo è stata un candido “Devo cacciare i Pokémon“, probabilmente convinto che fosse una motivazione valida. I produttori del gioco hanno introdotto delle novità per evitare che i giocatori debbano uscire per svolgere il gioco. Infatti l’ultimo aggiornamento prevede, ad esempio, che le battaglie della Lega Lotte Go si possano disputare senza trovarsi nello stesso posto.
Sono più di 200 mila i controlli fatti dalle forze dell’ordine, e più di 40.000 i denunciati nella prima settimana di controlli. Ma, in mancanza di senso civico, le cifre sono destinate ad aumentare. In caso si venga fermati senza un valido motivo previsto dal decreto, quindi per motivi di lavoro, di salute o strettamente necessari, si rischia un’ammenda fino a 206 euro e l’arresto fino a 3 mesi perché viene violato l’articolo 650 del Codice penale.
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