La rabbia incontrollata può essere giustificata?

Un'azione compiuta dopo uno scatto d'ira, può essere perdonata?

Di tutte le emozioni umane, quella più istintiva e incontrollabile è sicuramente la rabbia. La rabbia infatti ci porta spesso a compiere azioni di cui poi ci pentiamo e per di più, risulta essere difficile da controllare dato che non può essere sfogata liberamente come ad esempio la felicità o la tristezza. Ma partiamo dal principio.

Che cos’è la rabbia ?

rabbia

Si può descrivere come un’emozione primitiva determinata dall’istinto di difendersi. La “rabbia” infatti ci raggiunge quando subiamo un torto o qualcosa che noi reputiamo ingiusto. La reazione è forte e decisa e può sfociare in atti di violenza se non controllata.

Sin dall’età classica abbiamo riferimenti e discussioni sulla rabbia. I greci la intendevano come un sentimento positivo, con cui l’eroe rimediava ai torti subiti. Nel mito platonico della biga alata invece viene rappresentata come un cavallo furioso, portatore di coraggio e forza di volontà che deve però essere tenuto sotto controllo dalla ragione per non far precipitare la biga.

Seneca invece fu il primo ad intendere la rabbia come emozione esclusivamente negativa, mostrando nel suo “de ira” come questa poteva accecare il sovrano e renderlo un tiranno.

In tempi più recenti invece, Schopenhauer la definì come pura aggressività e come caratteristica fondamentale dell’uomo e che si manifesta come una costante lotta di tutti contro tutti che pervade l’intera natura.

Abbiamo capito dunque che la rabbia o ira che dir si voglia, è un emozione a metà tra il positivo e il negativo e che deve essere assolutamente controllata.

Ma cosa succede quando la rabbia non viene controllata ?

Prendiamo un esempio recente…

fenati

Parliamo della Moto2, sport motociclistico con moto leggermente meno potenti rispetto alla più famosa MotoGp, in cui il pilota Romano Fenati ha commesso un “errore” che gli è costato la carriera.

Il tutto è successo qualche giorno fa, durante la gara sul circuito di Misano. Fenati ed il pilota Stefano Manzi era impegnati in un susseguirsi di sorpassi e contro sorpassi (termine tecnico bagarre), arrivando anche alla collisione per colpa di Manzi (che è stato giustamente sanzionato per guida pericolosa).

Ora, cose del genere accadono spesso nel motomondiale, sorpassi pericolosi, contatti ecc… E chiaramente chi li subisce si arrabbia non poco. Ma si tratta comunque di azioni non volontarie, il contatto è pericoloso sia per chi lo riceve sia per chi lo fa e quasi sempre si cerca di evitarlo. E se avviene, viene giustamente sanzionato.

La reazione che un pilota ha quando subisce tutto ciò di solito è “pacata“, qualche gestaccio, qualche insulto e accusa durante le interviste ecc… Ma non è stato cosi per Fenati.

Il pilota ascolano (ormai ex) ha avuto una reazione eccessiva, mettendo a repentaglio la vita di Manzi. In pieno rettilineo, con una velocità intorno ai 220 km/h, ha “pinzato” il freno dell’avversario come ripicca per il brutto sorpasso ricevuto poc’anzi.

Non bisogna essere esperti del settore per capire che un’eventuale sbandata a quella velocità può risultare fatale.

fenati
Fenati

Fortunatamente il pilota Stefano Manzi è riuscito a mantenere il controllo, non solo della sua moto ma anche di se stesso. Il pilota infatti non ha rivolto nessun insulto a Fenati e anzi lo ha perdonato. Una nota di merito in questa brutta faccenda.

E Fenati invece? Bhe, ne sta passando di cotte e di crude.

Il pilota è stato squalificato per la gara in corso e per le due corse successive. Nonostante le scuse è stato poi licenziato da quello che doveva essere il team per il suo prossimo anno, condannato da tutti gli altri piloti e dal popolo del web, indagato alla procura di Rimini per tentato omicidio, letteralmente ripudiato da tantissimi fan e recentemente sospeso dalla Federmoto.

E dopo tutto ciò si può dedurre che la sua carriera sia ormai finita. Potrebbe anche andare avanti, ma il “peso” di quel gesto lo allontanerà da fans o eventuali nuove proposte di team.

Ora, non siamo qui per dire chi ha torto o ragione ma, per esaminare il fatto stesso e capire cosa ha portato Fenati a compiere questo gesto.

Partiamo dal presupposto che Fenati non è proprio un “tipo tranquillo“. Già tre anni fa fece notare il suo temperamento aggressivo in moto3 con un calcio sulla carena della moto di Nikolas Ajo.

Fenati quindi è una persona particolarmente incline a questi “scatti di rabbia” e al compiere azioni di cui poi ci si pente. Partendo da tutto ciò dunque.

Si può perdonare Romano Fenati ?

Ovviamente la sua immagine con questo gesto rimarrà rovinata per sempre, ma aldilà del gesto si può ancora tifare Fenati? L’immagine antecedente a questo brutto gesto infatti era quella di un ragazzo italiano particolarmente bravo con le moto che alcuni addirittura definivano, l’erede di Valentino Rossi. Ora dopo tutto ciò che è successo si può mantenere un giudizio oggettivo?

E soprattutto, come bisogna considerare questo gesto? Come un “semplice scatto d’ira” o bisogna pensare che il suo comportamento sia cosi anche nella vita normale?

Ricollegandoci al discorso dell’inizio dunque, la rabbia DEVE essere gestita e non può essere sfogata liberamente, soprattutto in certi ambiti. Molti affermano la necessità di sfogare la propria rabbia, ma in alcune occasioni è molto meglio “ingoiare il rospo“. E Fenati è il perfetto esempio di tutto ciò, perché se si fosse controllato, l’avrebbe atteso un futuro glorioso nel mondo delle moto.

Tornando alla domanda iniziale invece, si può perdonare un gesto subito da una persona arrabbiata?

Bisogna tenere conto che una persona in preda all’ira non ha il controllo su ciò che dice e può ovviamente avere reazioni che normalmente non ha e quindi si dovrebbe dedurre che sia “possibile” giustificare una determinata azione.

Ma si deve pensare che la rabbia spesso rivela la “verità” nascosta delle persone, come sono esse realmente, quindi bisogna giudicare di caso in caso.

Ma in fondo il perdono è qualcosa di forte, qualcosa che non tutti riescono a fare. Perdonare Fenati sembra impossibile ma Stefano Manzi che ha rischiato la vita in quel momento ci è riuscito, perché voi non dovreste?

D’altro canto c’è anche da considerare che se da un lato, perdonare è un azione umanamente plausibile, dall’altro la recidività di queste manifestazioni di odio sono assolutamente da condannare. Errare è umano, perseverare… Beh, fate voi.

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Manu99

Cresciuto nell'epoca "d'oro" dei videogiochi. Tra i salti di Crash, le corse sui muri di Prince of Persia, i brividi per Resident Evil 1 e le avventure di Tomb Raider. Appassionato da sempre di lettura e giornalismo, con l'abitudine di dire sempre cosa pensa. Su qualsiasi cosa.
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