Nel cuore della Russia europea, a circa 200 chilometri a nord di Mosca, si erge una meraviglia tecnologica senza tempo: il Radiotelescopio Kaljazin RT-64. Con la sua imponente parabola da 64 metri di diametro, questo gigante metallico, noto anche come TNA-1500, è un centro di ricerca astrofisica pienamente operativo. La sua storia è un’avvincente trama di ambizione scientifica e ingegneria all’avanguardia, nata dall’audace visione dell’URSS.

Kalyazin .
Serguei S. Dukachev –
Opera propria
L’origine del Kaljazin RT-64 affonda le radici nella fervente corsa allo spazio degli anni ’60 e ’70. La sua concezione era intrinsecamente legata alle esigenze crescenti del programma spaziale sovietico, in particolare alla necessità di stabilire e mantenere comunicazioni affidabili con le sonde robotiche, che si avventuravano verso Venere e Marte. Queste missioni, come le celebri Venera e Mars, inviavano dati preziosi e ricevevano comandi dalla Terra. Pertanto un’antenna così potente era essenziale per garantire il successo di operazioni complesse a distanze interplanetarie.
Tuttavia le ambizioni del Kaljazin RT-64 andavano ben oltre il semplice supporto alle missioni automatiche. Fu progettato anche con uno sguardo rivolto al futuro, per fungere da infrastruttura chiave in vista di ipotetiche missioni con equipaggio su Venere e Marte. In un’epoca in cui si fantasticava concretamente sull’invio di cosmonauti verso altri pianeti, un radiotelescopio di questa portata sarebbe stato fondamentale non solo per le comunicazioni, ma anche per la navigazione, il tracciamento e il supporto vitale a lunghe distanze.
La sua costruzione fu un’impresa ingegneristica colossale. Richiedeva non solo una parabola di dimensioni eccezionali, ma anche sistemi di puntamento estremamente precisi e apparecchiature elettroniche sofisticate, capaci di captare segnali deboli provenienti da miliardi di chilometri. L’architettura e la meccanica del telescopio furono progettate per resistere a condizioni ambientali estreme, garantendo un’operatività continua e affidabile.
Ruolo attuale e contributi scientifici
Nonostante il crollo dell’Unione Sovietica e i conseguenti tagli ai finanziamenti che hanno colpito molti progetti scientifici russi, il Kaljazin RT-64 ha resistito, mantenendo la sua piena funzionalità e adattandosi a nuove sfide. Oggi, la sua importanza si estende ben oltre il suo ruolo storico nelle comunicazioni spaziali. Il radiotelescopio è un pilastro fondamentale dell’astronomia radio e della geodinamica. Le sue capacità lo rendono uno strumento prezioso per un’ampia gamma di ricerche astrofisiche.
Ad esempio è impiegato nello Studio di Pulsar, le stelle di neutroni in rapida rotazione che emettono impulsi regolari di onde radio. Il Kaljazin RT-64 è in grado di captare questi segnali, fornendo dati cruciali per comprendere la fisica estrema delle pulsar, la loro evoluzione e la loro interazione con l’ambiente circostante. Inoltre contribuisce all’Osservazione di Pianeti del Sistema Solare fornendo dati sulle loro atmosfere, superfici e dinamiche orbitali.

Una delle applicazioni più sofisticate e produttive del Kaljazin RT-64 è però VLBI (Very Long Baseline Interferometry). Il telescopio partecipa attivamente a reti VLBI internazionali, dove i dati raccolti da più radiotelescopi distanti tra loro vengono combinati. Questa tecnica permette di creare un “telescopio virtuale” con una dimensione pari alla distanza tra le antenne partecipanti, raggiungendo una risoluzione angolare straordinariamente elevata. Attraverso il VLBI, gli scienziate possono studiare quasar distanti, misurare i movimenti delle placche tettoniche della Terra, tracciare le orbite di satelliti e molto altro ancora, aprendo nuove finestre sull’universo e sulla nostra stessa geodinamica.
Il Kaljazin RT-64 è parte integrante del sistema Quasar dell’Istituto di Astronomia Applicata dell’Accademia Russa delle Scienze (IAA RAS), una rete di radiotelescopi dedicati al VLBI e alla ricerca radioastronomica. Questo testimonia il suo ruolo continuo e vitale nella comunità scientifica internazionale.
Un simbolo nel paesaggio Russo
Visivamente, il Kaljazin RT-64 è un’esperienza imponente. La sua gigantesca parabola metallica, che si staglia contro il cielo, ha un aspetto quasi futuristico e distopico, ispirando un senso di meraviglia per la sua scala e complessità. Non è raro che le sue immagini vengano associate al concetto di “megalophobia”, la paura delle cose estremamente grandi, tanto è massiccia la sua presenza nel paesaggio.

Si trova in una regione tranquilla e pittoresca, vicino alla piccola città di Kaljazin, che offre una curiosità architettonica unica e suggestiva: il famoso “campanile allagato”. Questo è ciò che rimane della Cattedrale di San Nicola, sommersa negli anni ’30 durante la creazione del bacino idrico di Uglich. Oggi, il campanile solitario emerge dalle acque del Volga come un’isola artificiale, un’immagine iconica che unisce l’antica architettura religiosa con la storia moderna e le trasformazioni del paesaggio. La vicinanza tra questo simbolo di un passato sommerso e l’avanguardia tecnologica del radiotelescopio crea un contrasto affascinante.
In definitiva, il Radiotelescopio Kaljazin RT-64 è molto più di un semplice pezzo di ferro e circuiti. È un monumento all’ingegno umano, un’eredità delle ambizioni spaziali di un’epoca passata e, soprattutto, un punto di riferimento nella comprensione più profonda dell’universo.
FONTE: https://www.facebook.com/conosciamoURSSKnowingUSSR/posts/il-pi%C3%B9-grande-radiotelescopio-del-mondo-kaljazin-rt-64-fu-progettato-in-urss-per/995674465926887/