“Prendila con filosofia”, un libro sulla fioritura personale

E’ uscito il 28 gennaio un libro dal titolo “Prendila con filosofia. Manuale di fioritura personale”. Pensate a quante volte, nel corso di una conversazione, siete stati esortati a “prenderla con filosofia”. Questo detto allude alla capacità dell’individuo di accettare una situazione più o meno spiacevole, accogliendola in modo meno rassegnato. Eppure, dietro questa frase c’è un mondo. E’ quel che hanno provato a spiegare Andrea Colamedici e Maura Gancitano in questo libro, che è un manuale ma allo stesso tempo non è un manuale (a differenza dell’essere, che è e non può non essere. Ho studiato!). Brevissima parentesi sui due autori: divulgatori, fondatori della scuola filosofica Tlon, attivi sul web e non (pre Covid) per la promozione della fioritura personale.

Fin dalle prime pagine si intuisce che non si tratta di un libro “chiuso” come quelli a cui siamo solitamente abituati; e questo perché, il primo capitolo che ci troviamo davanti, si intitola “Fine”. Partire dalla fine, quindi, già mette in discussione la nostra concezione del mondo. Questo libro si può leggere in due modi: il primo è il modo classico, pagina dopo pagina, dall’inizio alla fine (o dalla fine alla fine); il secondo è seguendo le indicazioni proposte, aderendo agli esercizi ragionati che i due autori propongono.

Si tratta infatti di un manuale atipico, improntato più al libro game che al saggio. Tutto questo nell’intento di uscire da una ridondanza teorica e non applicabile concretamente (cosa di cui sono solitamente accusate le discipline umanistiche) e di creare una vera e propria prassi di gesti per la propria fioritura personale. Delle indicazioni botaniche specifiche, come viene spesso ripetuto nel libro. I due autori cercano di fare filosofia in modo non canonico: invitano a chiudere il libro (limitato) ed esperire il mondo (senza limiti), ad allenare lo sguardo a non fermarsi sul dato ovvio, e lo fanno recuperando esercizi tipici della filosofia antica. Approccio piuttosto inusuale per la filosofia italiana, e più sperimentato in quella inglese, francese e americana.

Gli autori chiedono al lettore in primis fiducia di affidarsi e di farsi sfidare dal libro (piccola curiosità: il primo esercizio, la bibliomanzia, da una parte mi ha fatta sentire come la maga Circe, dall’ altra mi ha ricordato la me bambina con la Magic 8 ball, strumento dei Millennials dotato di precise facoltà divinatorie).

A chi lo consigliamo

Credo che un libro che con una struttura così aperta e “sovversiva”, un libro che invita a vivere il mondo fuori ed a chiudere se stesso sia qualcosa di piuttosto raro, e perciò degno di essere osservato con attenzione.

I contenuti sono trattati con un linguaggio semplice ma non banale, il tono di voce del libro è intimo.

E’ un libro che consiglio a chi ha un approccio generico alle discipline filosofiche e vorrebbe approfondire l’argomento, ed a chi ha voglia di mettersi in gioco, in un movimento che va dal conosci te stesso al prenditi cura di te stesso.

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Giulia Faggioli

Aligiu: 50% romanticismo, 50% baggianate. Ci sono poche cose da sapere su di me: amo il caffè, i gatti, i libri e gli anni Ottanta. Il mio cuore è verde come l’Irlanda, e nero come la canzone dei Punkreas. Per essere miei amici, rispettate queste semplici regole: la mattina non si parla prima di un’ora dal risveglio, e soprattutto, non fate mai spoiler!
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