Ritrovato in Cina il più antico atlante anatomico, risale a 2200 anni fa

La rivista scientifica “The Anatomical Record” ha recentemente pubblicato uno studio davvero interessante. Un gruppo di ricerca guidato da Vivien Shaw, docente di anatomia presso la Bangor University in Galles nel Regno Unito, sostiene di aver ritrovato il più antico atlante anatomico al mondo.

Si tratta di tre fogli di carta di seta pervenuti in alcune tombe a Mawangdui, nella Cina meridionale, durante degli scavi effettuati nelle tombe appartenenti alla famiglia del Dai di Cai, il 10º re dello Stato di Cai che regnò dal 760 a.C. al 750 a.C., quindi oltre 2200 anni fa.

L’atlante anatomico è stato ritrovato negli anni 70, ma nuovi e più approfonditi studi hanno potuto far luce sulle scritte fino ad ora interpretate in chiave esoterica.

Questi scritti in cinese richiedono particolari capacità di lettura, infatti i ricercatori hanno dichiarato: “Le abilità necessarie per interpretarli sono diverse, richiedendo al ricercatore di leggere in primo luogo l’originale cinese e, in secondo luogo, di eseguire le indagini anatomiche che consentono una rivisitazione delle strutture a cui si riferiscono i testi”.

I testi dell’atlante anatomico precedono quelli di agopuntura cinese che erano ritenuti i più antichi manuali di anatomia e sono più antichi anche degli scritti greci realizzati da medici come Erofilo (335-280 a.C.) ed Erasistrato (304-250 a.C. circa). Tuttavia buona parte del testo rimane ancora da decifrare.

Il testo cita: “al centro del palmo, va lungo l’avambraccio tra le due ossa seguendo dritto lungo i tendini, viaggia sotto il tendine nel bicipite, all’ascella e si collega con il cuore” gli studiosi ritengono che si stia descrivendo il percorso dell’arteria ulnare, il principale vaso sanguigno dell’avanbraccio che nel testo è definito “meridiano”.

Più avanti si descrive il “meridiano” che “inizia dall’alluce e corre lungo la superficie mediale della gamba e della coscia. Si collega alla caviglia, al ginocchio e alla coscia. Viaggia lungo gli adduttori della coscia e copre l’addome” descrivendo il percorso della vena safena.

“Leggere questi testi interpretandoli in anatomia piuttosto che come esoterismo ci offre nuove ed eccitanti prospettive sulla storia dell’agopuntura e della medicina, dimostrando come l’agopuntura fosse originariamente una scienza anatomica” sostengono i ricercatori, che ritengono si trattasse di schemi destinati a studenti e medici.

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