Scrivere su internet – volendo essere puntigliosi – è il futuro, è il presente, e non si ferma solo allo spettro giornalistico della faccenda.
Scrivere su internet è la realtà fondamentale per qualsiasi genere di esercizio editoriale che possa venirvi in mente. Dalla Mondadori al giornalino settimanale di Castellammare di Stabia (cit).
Esiste persino un altro livello di irritante puntualizzazione; scrivere, amici miei, è soltanto una tra la miriade di possibilità che Internet è in grado di offrirci ma di questo ne parleremo un’altra volta.
Piuttosto chiediamoci: si tratta di una buona o una cattiva notizia?
Sarà la solita burla trasportata dalle soffici onde del web? Esiste una dimostrazione concreta di ciò che affermato?
Ebbene, se le ovvietà non vi infastidiscono, ne ho pronte diverse giusto per compiacere il vostro palato.
Non a caso, è statisticamente approvato che coloro che leggeranno questo contenuto lo faranno, per la maggiore, grazie a un oggettino magico chiamato Smartphone. O più comunemente: cellulare.
Suvvia, se sei abbastanza vecchio da aver vissuto negli anni 90, sarà abbastanza semplice ammettere di come siano drasticamente cambiate le nostre abitudini in merito al tenersi informati.
Guardati attorno e sii onesto rispondendo a queste domande:
- quando è stata l’ultima volta che hai acquistato un giornale in edicola?
- qual è l’ultima notizia di cui sei venuto a conoscenza attraverso un supporto cartaceo?
- hai amici che leggono un quotidiano ogni giorno?
- conosci qualcuno che non possegga un “telefonino intelligente”?
E’ inutile ribadire quanto sia molto più comodo avere il mondo in tasca. Ed è un dato di fatto se si afferma che tutto quello che succede sul pianeta, ci viene riportato sui nostri personalissimi dispositivi con una frequenza a dir poco schiacciante.
Ecco, immagino non ci siano dubbi sulla situazione. E qualora ce ne siano non è difficile documentarsi a tal proposito. Scoprirete subito che si parla di un drastico calo delle vendite sui supporti cartacei e miracoli, invece, sul fronte del mercato digitale.
In questo modo, il nostro rapporto con la tecnologia – data forse la costante necessità di un tenore di vita elevato – ha fatto in modo di cambiare il criterio con cui si fruisce della notizia stessa. Anzi, dell’informazione.
Dunque, scrivere su internet è il futuro del giornalismo e delle iniziative editoriali: buona o cattiva notizia? Assolutamente un’ottima notizia.
Lo strumento web, infatti, possiede capacità di diffusione ben più efficaci di qualsiasi altro media mai concepito. Ma attenzione… Più rapido non vuol dire più attendibile.
Come per ogni lato della medaglia, anche Internet ha i suoi noti punti deboli. Ed è qui che entriamo nel merito della critica.
Il fatto è che, attualmente, il mondo della comunicazione digitale, che è anche il settore predominante su tutte le altre branche dell’informazione, è spaccato in due categorie professionali ben distinte.
Da un lato, infatti, abbiamo informatici in grado di utilizzare gli strumenti tecnici del web ma incapaci di redarre un vero e proprio articolo. Dall’altro abbiamo giornalisti o laureati in materie umanistiche spesso incapaci di comprendere i meccanismi su cui viaggiano i contenuti che producono.
Allo stato delle cose, sono centinaia le realtà che si sono tuffate all’inseguimento dell’occasione. Il web sta sbaragliando la concorrenza cartacea e tutti cercano di ritagliarsi il proprio spazio all’interno di un contesto dal potenziale apparentemente illimitato (nascono ogni giorno siti di notizie online come Vivilanotizia).
Eppure, il risultato di questa corsa agli armamenti è esiguo. Scrivere su internet consente di emergere solo in rare occasioni – se stai partendo da zero – per lo meno quando chi lancia il progetto editoriale sa già come muovere le pedine della propria strategia redazionale.
Tutti gli altri vagano in un mare sterminato, talvolta ripetendo operazioni che si rivelano inefficaci anche nel tempo e affogando nella frustrazione di scrivere articoli che registrano poco più che una manciata di visualizzazioni.
Ma perché succede?
Abbiamo sviluppato una teoria e cioè…
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Il settore del giornalismo, in Italia, non è ancora stato aggiornato… Scrivere su internet è semplicemente un mestiere fantasma (non esiste) e pochi sono coloro che sanno quello che bisogna fare per far si che i propri articoli raggiungano quei canoni di qualità necessari affinché raggiungano il maggior numero di persone possibili.
Vi spieghiamo perché:
Il punto di incontro tra le due grandi categorie, la zona verde, implica, ipoteticamente che chiunque voglia scrivere online conosca ruderi sia della “scuola” informatica, sia di quella giornalistica.
Non ne vale la pena dite? Sono sciocchezze?
- SEO
- Social Media Managing
- Grafica pubblicitaria per il web
- Indicizzazione contenuti (testuali e non)
- Gestione di un blog
- Analisi del traffico dati
Sono competenze molto ricercate all’estero e che, ad oggi, sono valutate milioni di Dollari. Non a caso, siccome sono proprio quelle competenze che se applicate allo sviluppo del proprio sito internet, consentono di macinare quella che per molti giornalisti è materia prima: la visibilità.
Esistono corsi di laurea che insegnano specificatamente queste cose? Ni.
Nel senso che esistono corsi di laurea che introducono a questi argomenti ma che non offrono un percorso di studi specifico.
(Per approfondimenti: MultiDams di Torino - http://www.multidams.unito.it/ - Marketing e E-Business)
Insomma, le vie sono ancora separate: giornalista da carta stampata o esperto di informatica. Non esiste una via di mezzo.
Allora, esistono corsi di formazione privati? Decisamente si, ma non basta per diffondere ufficialmente una mansione. Questo non esclude, ovviamente, un buon numero di auto-didatti che hanno capito il gioco.
Il giornalista di nuova generazione non esiste. E finché non ce ne saranno, a stare sotto i riflettori di Facebook, Youtube e tutti gli altri Social Network di rimbombo nonché il web in generale, saranno i sensazionalismi e non i contenuti di valore.
A meno che non compri le inserzioni o la pubblicità a pagamento ;)
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