Essere mancini viene spesso considerato un segno di creatività e intelligenza, ma la scienza ha qualcosa da dire al riguardo. Dietro a ogni luogo comune si nasconde una verità molto meno netta, fatta di ricerche discordanti, teorie affascinanti e qualche sorpresa che non ti aspetti. Il legame tra mano dominante e talento è scientificamente fondato?
I mancini sono davvero più creativi? Ecco cosa dice la scienza
Negli ultimi decenni, il mancinismo è passato dall’essere visto con sospetto a essere quasi celebrato. Il pregiudizio ha lasciato spazio a un’affascinante narrazione: i mancini sarebbero più intelligenti, più intuitivi, più creativi. Non mancano, però, gli studi che smontano questa idealizzazione.
La scienza ha esaminato il fenomeno da ogni angolazione. Alcune ricerche indicano che chi usa prevalentemente la mano sinistra sviluppa una maggiore flessibilità cognitiva, forse perché costretto fin da piccolo ad adattarsi a strumenti e ambienti progettati per destrorsi. Questo continuo sforzo di aggiustamento potrebbe effettivamente stimolare strategie mentali alternative. Ma il dato non è uniforme.
Altre indagini, infatti, non hanno rilevato alcuna correlazione significativa tra mancinismo e creatività. Alcuni studiosi sono arrivati a negare differenze sostanziali anche sul piano dell’intelligenza. Un quadro disomogeneo, dove ogni nuova scoperta sembra contraddire quella precedente.

Un approccio più recente sposta l’attenzione da quale mano si usa di più a quanto si è dominanti su una delle due. La maggior parte delle persone, in effetti, non è completamente mancina o destra: esiste un continuum. Chi si colloca nel mezzo, utilizzando entrambe le mani in modo flessibile, mostra spesso una maggiore apertura mentale, una maggiore empatia e una più fine valutazione del rischio.
Il tratto interessante non è quindi l’essere mancini in senso assoluto, ma la variabilità nell’uso delle mani. Un dettaglio che apre a domande più profonde: quanto le nostre abitudini motorie riflettono il nostro modo di pensare? E quanto sono modellate, a loro volta, dalle richieste dell’ambiente?
Forse, più che cercare tratti “speciali” nei mancini, dovremmo chiederci perché siamo così attratti dall’idea che una semplice caratteristica fisica possa racchiudere l’essenza della creatività umana.