Tatuaggi e rimorsi: perché ci pentiamo di esserci tatuati?

Le persone con almeno un tatuaggio in Italia sono ben 7 milioni, che in percentuale si traduce nel 12,8% della popolazione. Ma cosa spinge le persone a tatuarsi? I tatuaggi hanno origini molto arcaiche. Nell’antico Egitto, ad esempio, le persone avevano grande cura della propria bellezza e amavano sfoggiare tatuaggi dall’alto valore simbolico. Per i barbari, invece, servivano a contrassegnare le diverse tribù, così da riconoscere i nemici, e per incutere timore durante le battaglie. Al giorno d’oggi, i tatuaggi sono perlopiù motivati da ragioni psicologiche. Le persone vogliono un segno indelebile per ricordare qualcuno a loro caro, delle esperienze o per dimostrare la loro individualità.

Spesso, questo porta molti a riempire il corpo di inchiostro, senza preoccuparsi delle conseguenze o di complicanze alle pelle, come infezioni, allergie o reazioni. Questa tendenza degli Italiani a tatuarsi ha infatti portato l’Istituto Superiore di Sanità a studiare il fenomeno, per capire cosa spinga davvero le persone a compiere questo gesto così permanente. L’indagine dell’ISS, in collaborazione con l’IPR marketing, svolta su un campione di quasi 8000 persone, ha rilevato che 13 italiani su 100 optano per un tatuaggio. Di queste persone, il 96,5% lo fa esclusivamente a scopo decorativo, mentre lo 0,5% lo fa con finalità mediche (ad esempio per coprire condizioni patologiche cutanee).

La maggior parte delle persone si tatua di impulso, per poi pentirsi del gesto. È necessario ponderare e razionalizzare una scelta così permanente. Rimuovere un tatuaggio non è un’operazione agevole e, per questo, è necessario essere responsabili quando si decide di farsi marchiare la pelle a vita. Chi ha un desiderio compulsivo di farsi tatuare, probabilmente dovrebbe rivolgersi a uno specialista. Riconoscere un problema è il primo passo per affrontarlo e altri settori, come ad esempio quello del gioco d’azzardo, lo sanno molto bene.

I motivi che si celano dietro il pentimento

Le ragioni che spingono le persone a pentirsi dei propri tatuaggi sono molteplici: un cambio nell’estetica e nei gusti della persona, disegni che provocano vergogna, ci si sente stufi del tattoo col passare del tempo, la fine di un rapporto amoroso o di amicizia (soprattutto quando ci si tatua il nome o le iniziali di qualcuno), un risultato deludente, un tatuaggio troppo grande o troppo colorato. Almeno un italiano su due si pente di essersi tatuato secondo uno studio scientifico, che denota una prevalenza di pentiti tra le donne. Di fatti, almeno il 54% delle donne con un tatuaggio afferma di voler eliminare l’inchiostro sulla propria pelle, sentimento condiviso dal 46% della popolazione maschile.

Il rimorso del tatuaggio riguarda, dunque, almeno sei persone su dieci, le quali preferirebbero rimuoverlo del tutto attraverso trattamenti laser. Quattro persone su dieci, invece, sceglierebbero semplicemente di sostituire quel design démodé con qualcosa di più moderno. Chi preferisce coprire il tatuaggio di cui si è pentito, dovrebbe effettuare una ricerca accurata per trovare il tatuatore giusto ed evitare ulteriori rimorsi in futuro. È importante, quindi, affidarsi a mani esperte, anche se questo dovesse significare fare qualche chilometro, almeno fino a quando la tecnologia non ci permetterà di farci tatuare a distanza grazie al Wi-Fi e braccia robotiche.

Meglio coprire o rimuovere un tatuaggio che non ci piace più?

Decidere di rimuovere un tatuaggio è una scelta che non andrebbe presa con leggerezza (così come quella di farselo). I tempi di rimozione di un tattoo tramite laser sono lunghi, costosi e, soprattutto, dolorosi. La buona notizia è che eliminare un tatuaggio è possibile tramite laser, ma spesso, a seconda del colore, della densità e del tipo di pigmento usato, nonché del nostro fototipo, potrebbe non essere possibile eliminarlo del tutto. I tempi di rimozione sono, generalmente, proporzionali alla grandezza e ai colori del tatuaggio. Tra le altre cose da considerare, quando si sceglie di eliminare del tutto un tatuaggio, c’è il periodo dell’anno. Nel sottoporsi a una rimozione tramite laser, è opportuno non esporre la cute al sole per almeno un mese, quindi va evitato il periodo estivo.

Per chi ha una soglia del dolore bassa, non ha tempo, pazienza o soldi per affrontare una rimozione laser, l’alternativa è il cosiddetto cover up, ovvero coprire il tatuaggio che non piace più con un altro tatuaggio. Questo piano B, viene solitamente scelto da chi cerca di rimediare a errori di gioventù o di un tatuatore poco esperto. Ovviamente, anche in questo caso, il costo varia a seconda del design che dovrà andare a coprire il vecchio tatuaggio, dei colori che si utilizzeranno, nonché della situazione in cui si trova il vecchio tattoo.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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