È di pochi giorni fa la notizia del ritrovamento di un leggendario forziere contenente un tesoro a bordo della corazzata Re d’Italia.
L’annuncio è stato dato, attraverso i media croati, da Lorenzo Marovic, leader della squadra esploratori e cacciatori di tesori sommersi di Lissa.
Tra storia…
Correva l’anno 1866. Il barone Bettino Ricasoli, Presidente del consiglio e il ministro della Marina Agostino Depretis sono impegnati nella Terza Guerra d’Indipendenza contro l’Austria.
A seguito dell’ordine di “sbarazzare l’Adriatico dalle forze nemiche”, il Comandante della flotta italiana, l’ammiraglio conte Carlo Pellion dà il via alla famosa battaglia di Lissa – della quale il sito della Marina offre una puntuale ricostruzione.
20 luglio1866,ore7.50, l’Esploratore avvista il nemico. Inizia lo scontro che si rivelerà sfortunato per la flotta italiana.
Perse due navi, le corazzate Re d’Italia e Palestro e seicentoquaranta uomini.
Ma una sola battaglia, si sa, non decide le sorti dell’intera guerra. Infatti fu vinta, grazie ai successi dei prussiani, anche dall’Italia alla quale andò il Veneto.
… Leggenda
E qui si innesta la leggenda di un – fino ad oggi fantomatico – forziere a bordo del Re d’Italia, contenente un prezioso tesoro.
Presunto contenuto della cassaforte ritrovata, 250 mila lire dell’epoca in monete d’oro – che oggi avrebbero un valore di decine di milioni di euro (!).
Si ritiene infatti che la corazzata trasportasse un carico d’oro da utilizzare per le spese del governo provvisorio italiano in Dalmazia (posta in gioco della celebre battaglia contro gli austriaci).
… Speranze e fantasia
Il gruppo di sommozzatori croati, capeggiati da Marovic ha, per ora, localizzato la cassaforte ma il contenuto rimane ancora un mistero.
“Non sappiamo cosa ci sia nella cassaforte, ma sono dell’opinione che comunque dovrebbe essere portata alla superficie”
Spiega Marovic. Per far ciò avrà bisogno di un’attrezzatura speciale e di sommozzatori molto preparati. Ha pertanto già fatto esplicita richiesta – alla sovrintendenza competente e al Ministero della Cultura di Zagabria – dell’autorizzazione di ancora due immersioni esplorative.
A chi apparterrebbe il tesoro?
Se la leggenda dovesse corrispondere al vero, il 10% del tesoro spetterebbe al capo dei sommozzatori (per il ritrovamento), mentre il resto andrebbe al ministero dei Beni culturali croato.
E l’Italia?
Be’ a noi non resta che l’ingente perdita che la battaglia costò alla nostra flotta!
Il ritrovamento però fornisce anche un’occasione per ricordare – e con ciò onorare – le centinaia di uomini che, in nome della Nostra Patria, persero il più prezioso bene della vita.
E – perché no – per chi romanticamente crede nei segni del destino, anche una buona occasione per riflettere su quanto doloroso possa essere morire in mare, affrontato nella speranza di conquiste che possano migliorare la vita…
I fondali adriatici custodiscono in seno da oltre un secolo, un’ennesima riprova del fatto che storica funzione della storia resta ancora e sempre quella di istruirci, attraverso il passato, a dirigere al meglio il presente e costruire un futuro più consapevole e accorto.
Un tesoro per tutti
La notizia dell’ancora inesplorato forziere che giace a 115 metri di profondità, infine, mentre conferma il fascino dell’inesauribile bellezza che storia e natura possono intessere, regala ai più fantasiosi un trampolino per viaggiare con la creatività.
Le alghe che circondano l’arrugginita carcassa avranno indubbiamente solleticato l’estro di un Joachim Rønning ad esempio!
Dal cuore del Re d’Italia l’Oceano restituisce uno storico cimelio che riporta appassionati, e non solo, a bordo della corazzata perduta. Direttamente dal passato insomma, un tesoro per l’umanità tutta e perLorenzo Marovic – gli auguriamo – un “presente” per una inestimabile gloria presente.
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