Tik Tok, il gigante cinese beffa la Silicon Valley

Partiamo dal principio. Il social network Tik Tok è stato lanciato nel settembre del 2016 dall’azienda Bytedance, inizialmente con il nome di “Musical.ly”, da Alex Zhu e Luyu Yang. La Start Up cinese è oggi la più forte al mondo e possiede addirittura “Toutiao”, una sorta di Google News made in China. L’applicazione permette di creare e condividere clip video di 15 o 60 secondi abbinate a musica, effetti sonori e filtri creativi. Nella maggior parte dei casi si tratta di balletti, mini-sketch comici, parodie o lip-sync (più comunemente chiamato da noi comuni mortali “playback).

L’app è intuitiva ed estremamente facile da utilizzare. Non per niente è la più amata dalla cosiddetta Generazione Z, con un target di età medio assai basso, constatato tra 15 e 25 anni. Ma è sempre più in via di espansione su ogni fronte.

I dati relativi all’anno appena trascorso sono più che eccellenti: è la seconda applicazione per download al mondo, subito dopo il mastodontico WhatsApp. E su Android, scaricata ben 220 milioni di volte. Vale la pena dire però che è la più “downloadizzata” su App Store. Ad agosto ha battuto ogni record, superando addirittura l’app di messaggistica istantanea e l’intera vallata californiana di Instagram, Youtube, Facebook e Messenger.

Solo in Cina conta – udite udite – mezzo miliardo di utenti attivi. In totale cadauno passa quasi un’ora al giorno incollato alla piattaforma. Nemmeno l’India scherza, con il 45% di utenti iscritti all’inizio del lancio dell’app. Persino negli Stati Uniti ha fatto una crescita migliore del previsto, con l’83% di iscrizioni in più.

In Italia la situazione è giustamente differente. Si sa, siamo più fedeli a Mark Zuckerberg ma gli utenti attivi sono oltre 3 milioni e da poco tempo sono sbarcate star, vip, artisti e squadre di calcio a sostegno di Tik Tok.

Nonostante i numeri folli, Tik Tok è stato criticato e attaccato dai media, sopratutto negli ultimi mesi, per la pericolosità di navigare ed essere poi adescati da malintenzionati. Del resto però è un pericolo da tener conto anche per tutti gli altri concorrenti.

Ma a differenza dei rivali occidentali, risulta forse maggiormente “pulito” e ordinato. Infatti le pubblicità, le fake news e gli influencer non hanno ancora invaso la piattaforma. Il senso di community risulta essere più unito e forte. Inoltre, il montaggio video-audio è il più semplice e avanzato, offerto nelle piazze globali. Terzo motivo ma non meno importante è che non esistono barriere linguistiche o temporali.

Su Instagram si sa, ciascuno vuole apparire al meglio. Desideriamo tutti essere “star” e mostrare, tante volte, ciò che non siamo. Su Tik Tok invece gli utenti si sentono a proprio agio, appaiono più naturali e spesso – in maniera positiva – oserei dire “imbarazzanti”. Nessuno ha manie di protagonismo o bravura esagerate quanto sull’app statunitense, Instagram dove ogni scatto è un apparire fuori dal normale. Nel frattempo prepariamo i popcorn e mettiamoci comodi: lo spettacolo, dopotutto, è appena iniziato!

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Sofia

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