Esiste una lingua con 137 parole: ma ci si può comunicare? La risposta vi lascerà perplessi

La diversità linguistica è un fenomeno affascinante che ha sempre catturato l’attenzione di studiosi e appassionati. Mentre alcune lingue, come l’inglese, vantano un vocabolario estremamente vasto e in continua espansione, esistono progetti che esplorano l’idea opposta: la comunicazione attraverso un lessico incredibilmente ridotto. È forse il triste destino della lingua islandese?

Toki Pona: dire tanto con poche parole. È la lingua più concisa e breve al mondo

Un esempio emblematico di questo approccio minimalista è Toki Pona, un esperimento linguistico ideato dalla linguista canadese Sonja Lang descritto come un tentativo filosofico di comprendere il significato della vita. Questa lingua artificiale si propone di trasmettere concetti complessi utilizzando solo 137 vocaboli di base, attingendo a diverse fonti linguistiche tra cui olandese, inglese, finlandese e varie lingue cinesi.

Il contrasto con lingue più diffuse è notevole. Basti pensare che, secondo stime di Google risalenti al 2010, l’inglese contava oltre un milione di parole, con un’espansione annuale di circa 8.500 termini. Toki Pona, al contrario, mira a semplificare drasticamente la comunicazione, ponendosi anche come un esercizio filosofico sulla natura del linguaggio e del significato. Altro che linguaggio di programmazione basato sulle emoji di uccelli!

Andando più nello specifico, come funziona il Toki Pona? Non ci sono articoli, casi grammaticali, tempi verbali o generi grammaticali. Ci sono solo tre pronomi: mi (io/noi), sina (tu/voi) e ona (lui/lei/esso/essi). Le parole coprono ampi concetti, ad esempio “kiwen” significa oggetto duro e può essere usato per pietra, metallo o mattone. “Kasi” significa vegetazione e può indicare pianta o erba. L’alfabeto invece ha 14 lettere, con 9 consonanti e 5 vocali, pronunciate sempre allo stesso modo (come in spagnolo o giapponese).

Esiste anche una scrittura alternativa chiamata Sitelen Pona, dove ogni simbolo rappresenta una parola. Ad esempio, “toki” significa comunicazione e il simbolo rappresenta un oggetto che comunica. E per quanto riguarda i numeri? Il sistema numerico è semplice, con parole per 1, 2, 5, 20 e 100: per contare si combinano queste.

Ma si può comunicare? Considerate che ha attirato l’attenzione di una comunità internazionale di appassionati. Tra questi, si annoverano anche musicisti che si cimentano nella composizione di brani utilizzando esclusivamente il vocabolario di Toki Pona, dimostrando la versatilità di questo sistema comunicativo.

Una delle domande fondamentali che emergono dallo studio di Toki Pona riguarda il suo status: può essere considerata una vera e propria lingua o rappresenta piuttosto un esperimento, un “giocattolo linguistico”? Questa riflessione apre interessanti dibattiti sulla natura stessa del linguaggio e su cosa costituisca una lingua funzionale.

Gianluca Cobucci

"Se c’è in giro una cosa più importante del mio IO, dimmelo che le sparo subito"
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