Una scoperta archeologica sorprendente ha fatto emergere 30 tombe dell’Età vichinga in Danimarca, complete di oggetti di grande valore e legate a un potente capo locale. Le sepolture potrebbero appartenere a una famiglia d’élite vicina ad Harald “Bluetooth” Gormsson, l’enigmatico re danese del X secolo. I dettagli emersi stanno riscrivendo parte della storia sociale e politica dell’epoca.
Sepoltura vichinga scoperta in Danimarca: possibile legame con Harald “Bluetooth” Gormsson
Il soprannome non è casuale: il re danese noto come “Bluetooth”, vissuto nel X secolo, è il personaggio storico a cui deve il nome la celebre tecnologia wireless. Ma dietro questa etichetta moderna si nasconde molto di più.
Harald fu il primo a unificare le tribù danesi e norvegesi sotto un unico regno. La scoperta di 30 tombe vichinghe a Lisbjerg, con oggetti sfarzosi, armi, monete, perle e persino forbici finemente lavorate, ha riacceso l’interesse verso i personaggi che orbitavano intorno al suo potere.
Tra le sepolture, spicca quella di una donna, contenuta in una bara riccamente decorata con una serratura sofisticata e accessori personali tutt’altro che comuni. Dettagli che suggeriscono un rango elevato, forse parte della famiglia del capo tribù locale, di cui gli archeologi avevano già individuato la grande fattoria nelle vicinanze.
Questo insediamento, associato direttamente alla tomba, colloca il defunto a un passo dal vertice della gerarchia sociale dell’epoca.

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Il contesto non lascia dubbi: si trattava di un aristocratico con potere reale, sia in ambito economico sia religioso e politico. Una figura chiave, dunque, in un momento in cui il regno danese stava costruendo le sue fondamenta istituzionali. Quel che emerge dalle tombe non è solo ricchezza: è la traccia materiale di una rete di alleanze, fedeltà e dinamiche familiari che ancora oggi appaiono complesse e affascinanti.
Non tutte le tombe erano così opulente. Alcune erano più semplici, un segnale che suggerisce una gerarchia interna al gruppo familiare, oppure la presenza di servitori o persone in stato di servitù. Un dettaglio che aggiunge complessità alla società vichinga, troppo spesso raccontata come un blocco monolitico. E poi, si sa, i vichinghi non erano come abbiamo sempre pensato.
La vera sorpresa? Gli archeologi non si aspettavano di trovare nulla. Nonostante avessero già individuato tracce della prima Età del Ferro (tra il 500 e il 1 a.C.), nessuno immaginava che quell’area celasse anche un intero sito funerario vichingo.
Un altro elemento interessante è la varietà nei corredi funerari: non tutte le tombe hanno la stessa opulenza. Alcune contengono pochi oggetti, altre risultano quasi vuote. Un segnale, forse, della stratificazione interna a quel gruppo, che potrebbe includere membri della famiglia allargata, collaboratori, o addirittura persone in stato servile.