Operazione truffa su Twitter nella giornata del 15 luglio. Gli account di alcuni personaggi famosi sono stati hackerati con messaggi che promettevano soldi. I messaggi non erano identici, ma molto simili cambiando solo qualche piccolo particolare e recitavano più o meno: “Mi sento generoso, raddoppio tutti i pagamenti inviati al mio indirizzo BTC. Voi mi mandate 1.000 dollari e io ve ne mando indietro 2.000! Lo faccio solo per i prossimi 30 minuti”.
La truffa su Twitter
In pratica si prometteva di incassare il doppio dei Bitcoin rispetto alla criptovaluta donata, il tutto motivato dal desiderio di ringraziare e ricambiare la “fortuna” ottenuta. E con la formula: “Voglio restituire alla comunità quello che mi ha dato“, gli ideatori della truffa hanno coinvolto i più svariati personaggi del mondo dell’imprenditoria, della politica e dello spettacolo.
La lista dei vip coinvolti è lunga e, forse, non è ancora definitiva, tra gli account coinvolti ci sono: Barack Obama, Elon Musk, Mela, Joe Biden, Bill Gates, Wiz Khalifa, Warren Buffet, Uber, Jeff Bezos, MrBeast, Floyd Mayweather, ‘Dio‘ (@TheTweetOfGod), Mike Bloomberg, XXXTentacion, Kim Kardashian, CoinDesk, Gemelli, Binance, CZ_Binance, Tron, Justin Sun, Charlie Lee. Senza dubbio è una delle truffe più diffuse viste finora su Twitter.
Gli account sono stati rapidamente ripristinati. L’azienda, tramite una sua portavoce, Aly Pavela, ha rilasciato delle dichiarazioni per chiarire la situazione: “Siamo a conoscenza dell’incidente che sta avendo un impatto sugli account su Twitter. Stiamo indagando e prendendo misure per risolverlo. Vi aggiorneremo a breve”, inoltre hanno avvertito di eventuali disagi finché la situazione sarà sistemata.
I messaggi della truffa su Twitter, sembravano palesemente dei falsi, tuttavia qualcuno ha creduto nella fortuna e di poter fare soldi in fretta, senza pensare al rischio della truffa, infatti gli indici mostrano che le transizioni sono avvenute. Tuttavia non si sa se i passaggi di soldi provengano dalle vittime ingannate o dagli stessi truffatori che pensavano di rendere credibile l’indirizzo. Le indagini sono ancora in corso.
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