E’ dal 1975 che si parla degli eventi di distruzione mareale, il fenomeno astronomico che si verifica quando una stella si avvicina all’orizzonte degli eventi di un buco nero supermassiccio ed è disfatta dalle forze di marea del buco nero. Adesso gli scienziati sono stati testimoni di uno di questi eventi: un buco nero in una galassia dal nome impronunciabile ha inghiottito una stella e gli astronomi hanno ottenuto un posto in prima fila nell’evento.
La “sfortunata stella”, come l’hanno chiamata i ricercatori nel loro articolo pubblicato nella rivista Monthly Notice della Royal Astronomical Society, orbitava nel centro di una galassia denominata 2MASX J04463790-1013349, a circa 214 milioni di anni luce dalla Terra, quando si è trovata (o meglio dovremmo dire che si trovò, visto che l’evento è avvenuto 214 milioni di anni fa) su un percorso condannato. Si era avvicinata troppo al buco nero nel centro della galassia che l’ha risucchiata verso di sé, allungandola e stirandola come uno spaghetto: da qui il termine usato dagli scienziati ‘spaghettificazione’.
“L’idea di un buco nero che ‘risucchia’ una stella vicina suona come fantascienza. Ma questo è esattamente ciò che accade in un evento di distruzione mareale”, ha detto Matt Nicholl, astrofisico dell’Università di Birmingham e autore principale dell’articolo.
La spaghettificazione avviene perché la gravità aumenta bruscamente quando ci si avvicina ad un buco nero. Se un essere umano cadesse con i piedi avanti nel pozzo gravitazionale di un buco nero a un certo punto la gravità sui piedi sarebbe molto più forte di quella sulla testa. Allungherebbe un corpo umano fino a quando pelle, scheletro e interiora sembrerebbero una lunga corda (o spaghetto). La stessa cosa accade alle stelle.
Gli astronomi non hanno ancora realmente osservato il processo di allungamento stesso, ma questo è il massimo che abbiano mai potuto osservare. I telescopi hanno individuato un lampo di luce dal sistema, segno di un evento di distruzione mareale. Quando una stella distrutta alcune delle sue parti finiscono nel disco di materia vorticosa attorno al buco nero e brillano intensamente prima di essere inghiottite. Allo stesso tempo, nuvole di polvere e altro materiale esplodono nello spazio. Subito dopo il primo lampo, i telescopi di tutto il mondo si sono girati intorno per seguirlo.
“Dato che l’abbiamo individuato in anticipo, abbiamo potuto effettivamente vedere la cortina di polvere e detriti che si sollevava mentre il buco nero lanciava un potente flusso di materiale con velocità fino a 10.000 chilometri al secondo“, ha spiegato il coautore dello studio Kate Alexander, astrofisica della Northwestern University. “Questa singolare ‘sbirciatina dietro le quinte’ ha fornito la prima opportunità di individuare l’origine del materiale oscurante e seguire in tempo reale come avvolge il buco nero”.
I ricercatori hanno affermato che l’evento, che hanno chiamato AT 2019qiz, potrebbe aiutarli a svelare i segreti di altri eventi di distruzione mareale attorno ad altri buchi neri e capire come l’estrema gravità dei buchi neri deformi la materia nel loro spazio circostante.
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