La Valle Incantata al Giffoni, L’Evoluzione di un Mito

Giffoni prequel. Antefatti di un appuntamento ormai rituale

Sarà sicuramente giunta voce a Don Bluth, ai Sullivan Bluth Studios e alla Amblin Entertainment di Steven Spielberg e a George Lucas che la Valle Incantata esiste davvero. Giffoni Valle Piana. A circa 250 metri sul livello del mare, a meno di 30 Km da Salerno, incastonato nei Picentini, sorge un paese di 16 frazioni di circa 12000 anime. Con un paesaggio che va dalla montagna, attraversa la valle e giunge fino alla pianura, l’antico paese conserva la salubrità dell’aria e purezza e freschezza delle acque. Tutto ciò incorniciato nella pace del suo silenzio e coccolato da un clima mite e generalmente dolce.

Giffoni prequel. Antefatti di un appuntamento ormai rituale

Non si tratterà di una terra ai primordi del tempo, dimora di dinosauri e flore perdute ma l’incanto sicuramente non è di minor impatto agli occhi di tutti quelli che, come i succitati, sentono scorrere nelle vene linfa cinematografica!

Tipico esempio di città in cui l’ammodernamento urbano si affianca al fascino e la semplicità dei tempi passati riconoscibili e rintracciabili nelle vestigia antiche, o fra i portali, le volte e le colonne dell’architettura rurale di tradizione antica.

Se a ciò si aggiunge un patrimonio culturale in cui prendono posto e si intrecciano storia, leggende, storie di mistero e di prodigi, in luoghi dai panorami pittoreschi e mozzafiato, era inevitabile che tale valle facesse da scenario ad una delle più magnifiche pellicole nella storia del cinema mondiale.

Quasi cinquant’anni or sono. Un cuore pulsante di passione per il cinema, la sua terra, l’estro e l’ingegno di un’idea, un’intuizione, un sogno geniale e creativo. Ecco gli ingredienti che hanno accresciuto l’incanto della valle e le hanno donato meritata fama.

Tributo al genio

Giusto un rigo di etimologia giustifica la scelta, non casuale, dell’appellativo scelto. Genius, dal verbo geno: generare, creare; Genio, forza naturale produttrice, attitudine speciale e naturale a produrre opere di rilevanza artistica, scientifica, etica o sociale.

Claudio Gubitosi, figlio di Giffoni, padre del Giffoni. Un genio, senza null’altro da aggiungere. Sì perché grazie a lui, Giffoni non è più ormai, alle orecchie del mondo, una valle come tante altre in Italia, Giffoni è un logo, una tradizione. Simbolo e testimonianza di un sogno che ha preso la consistenza solida della realtà – anche in termini architettonici – e incrocio vivo di vite, storie, volti (noti e non), di opinioni, voci, spirito ma soprattutto di cultura, nel senso più completo che ad essa si possa attribuire.

“Il suo carisma, la sua passione nei confronti della

sua creatura, sono stati determinanti per la

crescita e la durata dell’idea”

Francesca

Manes Rossi, professore associato economia

Aziendale, dipartimento di scienze aziendali

Management e innovation system, Università

Degli studi di Salerno.

Un ragazzo e la sua idea, in un ambiente incantevole sì ma ostile a idee geniali sotto molteplici aspetti.

In una realtà culturalmente pigra e

fondamentalmente rurale

di un paese meridionale quale era Giffoni Valle

Piana, il suo paese.

 Il festival del cinema per

ragazzi nasce quindi laddove tutto faceva

supporre non potesse germogliare nulla del

genere.

Si legge nel Curriculum di Gubitosi, presente sul sito del Giffoni Film Festival.

L’incipit di un mito

Primissimi anni settanta, “anni di piombo” in corso; il neomaggiorenne “architetto dell’immaginario” (Ivi) viene folgorato dall’intuizion fatale! Inizia una saga, cominciata come un’avventura, una manifestazione a livello locale, quasi una festa di paese e destinata a convogliare nel paese salentino una concentrazione di energie artistiche che, negli anni, lungi dall’esaurirsi, sembrano rinnovarsi e accrescere.

Più che un evento che ha per protagonista il cinema, Giffoni sembra essere una cellula del cinema stesso che ospita varie rappresentazioni di esso, vari modi di far cinema. Una cellula di cinema che apre il proprio nucleo per ospitarvi appassionati e artisti. Registi, produttori, giornalisti, attori e addetti ai lavori tutti si incontrano in questo piccolo frammento di cinema.

Ma – e questa è l’originalità che firma l’unicità del Giffoni Film Festival – non ne sono i protagonisti. Nomi storici e giovani promesse, calcano tappeti che li accolgono in quanto ospiti in un evento uguale solo a se stesso, in cui il vero protagonista è il pubblico. Un pubblico specifico e speciale, pensando al quale fin già dalla sua nascita, il Giffoni ha presentato la sua straordinaria ed unica identità. Un protagonista e destinatario dell’intera manifestazione che riempie e vivifica ogni angolo e siede anche a terra, nei cortili, sulle scale o nei più svariati luoghi che bambini, adolescenti e giovani non si fanno scrupolo di trasformare in sedia!

I ragazzi. Vero e solo protagonista, vero ed unico scopo del sogno di quel Claudio appena diciottenne.

I ragazzi, la loro opinione, le loro idee, le loro critiche. Il loro sguardo scevro dalle sovrastrutture e limiti che minacciano quella canonica, quella adulta, preparata, colta ma anche per questa meno pura, meno schietta, indubbiamente meno – o meglio diversamente –  spontanea ed entusiasta.

Da cittadella dell’arte a crocevia e sorgente di cultura

Ma la creatività del genio Gubitosi appare inarrestabile. Così dalla già unica e brillante scintilla della prima creatura, l’energia creativa e innovativa ha dato sempre più prova di sé. Come una scintilla di forza energetica che ben lungi dall’esaurirsi si rinnova ogni anno di nuovi apporti e idee fresche, non smettendo, a distanza ormai di quasi mezzo secolo, di espandere i suoi raggi e coinvolgere e illuminare uno spazio circostante dal raggio sempre più ampio.

Sorgente di energia che fa cultura, il Giffoni Film Festival si è trasformata in una matrice di nuove creature. Dai Movie days –presto mandati anche in tour! – ai Movie days Hospital degli anni ’90 alla sfida dell’internazionalizzazione del nuovo millennio, l’originaria cittadella del cinema sta crescendo ancora, assumendo la forma sognata di una vera, grande e grandiosa Giffoni Multimedia Valley – della quale, nel luglio 2017, alla presenza dell’allora Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, è stato inaugurato il primo lotto.

Un’idea costantemente in crescendo che sentendo ormai stretto finanche il semplice titolo di Festival, porta oggi quello, senz’altro più appropriato di Giffoni Experience –  poiché l’attività di Giffoni ormai non si riduce più al ristretto lasso temporale della manifestazione in sé ma continua ad agire durante tutto l’arco dell’anno.

Perché a Giffoni non si assiste ad un Festival, ma ci si immerge in una esperienza che coinvolge la persona nella sua totalità offrendo un’occasione unica di crescita e arricchimento.

Giffoni e poi… Ogni anno un nuovo sequel

E si intravedono già i bagliori all’orizzonte delle nuove albe, i nuovi inizi, altri tasselli che arricchiranno il puzzle ormai multicolore e sfaccettato. Da Experience infatti, è già in programma la prossima evoluzione in Opportunity.

Ma restando al presente – cosa alquanto difficile in un mondo del genere! –  inevitabili un salto live al GE in corso e la menzione di una delle anteprime 2018.

Proprio ieri è stata proiettata una delle pellicole che più incarna lo spirito stesso dell’intera Gubitosi creation – perfino la scelta della sala Truffaut forse ha qualcosa che rimanda all’essenza dell’idea originaria, per il profondo significato che il regista ha per Gubitosi stesso e per il Festival dei tempi del suo esodio.

La Truffaut si è riempita infatti delle note del nuovo musical ispirato dalle canzoni firmate ABBA. Dalla Giffoni valle piana alla suggestiva isola greca di Kalokairi il passo si è fatto davvero brevissimo e gli spettatori hanno potuto reimmergersi, in anteprima, nelle vicende delle protagoniste Donna, Rosie e Tanya.

Il ritorno del cast originale – la mitica premio Oscar® Meryl Streep (Donna), Julie Walters (Rosie) – tornano a far sorridere e riflettere, tra un ballo e l’altro, al fianco di Christine Baranski (Tanya), Amanda Seyfried e Dominic Cooper (Sophie e Sky) in un nuovo incontro-scontro con Pierce Brosnan, Stellan Skarsgård e il premio Oscar® Colin Firth nei ruoli dei tre possibili padri di Sophie: Sam, Bill e Harry.

 Giffoni, un universo nato pensando ai ragazzi

Giffoni è diventato dunque un punto d’eccellenza, un polo d’attrazione per giovani

affamati di cinema. Ha edificato nel tempo, infatti, una vera e propria

industria della cultura

impiegando centinaia di persone…nei campi più disparati: dalla comunicazione, all’organizzazione dell’evento, dalla regia di filmati alla scrittura… (Cit.)

La straordinarietà di un’idea apparentemente folle per i tempi del suo nascere rivela l’intenzione e l’essenza di ciò che fin dal principio stava – e resta – a cuore a Claudio Gubitosi: i ragazzi, l’importanza del loro parere e la loro grande capacità di insegnare, di trasmettere messaggi importanti che val la pena ascoltare per rintracciare, a partire da essi, la possibilità di un riscatto  e salvezza del mondo ormai adulto!

Quale se non Mamma mia! Il ritorno poteva dunque al meglio rappresentare la tematica – evergreen e sempre attuale – delle inevitabili e sempre vive differenze generazionali e delle difficoltà di comunicazione e confronto dei rappresentanti di passato e presente, per lo più intimamente intrecciati – ed anche burrascosamente, come è ovvio che sia!

Un ritorno eccezionale che si sposa benissimo con la preziosissima opportunity che il Giffoni offre, quella di aprire il proprio sguardo sull’interessante

“osservatorio permanente sul

complesso, spesso travagliato, mondo dei

giovani in evoluzione”

che il Giffoni, in quarantotto anni, è diventato.

 

Complimenti infiniti Claudio, che idea…Mamma mia!

 

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lude

Luisa De Vita, campana, residente in provincia di Napoli. Ho studiato Filosofia presso la Federico II di Napoli.
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