Non per creare allarmismi o farvi correre tutti ai ripari (anche se sarebbe pressoché impossibile), potrebbe risultare di indubbia utilità sapere qualcosa in più sui vulcani che si trovano nel Sud, più precisamente in Calabria. Questa terra, infatti, ospita a relativa breve distanza dalla costa, una catena lunga 90 chilometri e larga 20, formata da ben 15 vulcani sommersi di cui 7 scoperti solo di recente. Tra questi, avrete già sentito parlare del Vulcano Marsili, dato che ultimamente sta facendo sentire acutamente la sua presenza; questa catena, detta del Palinuro, si estende in profondità per 3200 metri a 80 metri sotto la superficie del mare. Nell’insieme, si tratta di una spaccatura della crosta terrestre dalla quale risalgono magmi. Ma prima di capire se queste formazioni possono rappresentare una minaccia vediamo cosa è un vulcano, da dove nasce e come funziona.
Cos’è un Vulcano
Bene, come già molti sapranno, un vulcano è una grande spaccatura della crosta terrestre, la maggior parte di questi hanno la tipica forma conica che tende a restringersi dalle pendici fino alla “punta” del vulcano – che poi punta non è. Da questa spaccatura fuoriesce il magma, che molto spesso viene confuso con la lava… Ma dei bravi geologi e naturalisti sanno bene la differenza tra le due cose e a breve lo spiegheremo.
Un vulcano comprende una camera magmatica che altro non è che una grande vasca contenente, appunto, il magma incandescente e che può stare li ad aspettare per anni ed anni; abbiamo poi dei condotti laterali, cioè piccoli canali secondari che si diramano man mano che si sale verso l’esterno, un condotto principale ovvero un grande tubo che porta il magma a uscire dal vulcano e infine il cratere, cioè un grande varco da cui esce il magma.
La differenza tra magma e lava
Il Magma è la roccia fusa ad altissime temperature, parliamo di 800-1000° della scala Celsius, comprendente diversi materiali e minerali, come ad esempio silicati, zolfo, ferro, alluminio, calcio, potassio ed altri, ma è composto anche da gas quali acido cloridrico e fluoridrico, anidride carbonica, idrogeno solforato, tutti componenti che sicuramente non giovano alla salute.

La Lava, invece, è magma solidificato all’esterno e che quindi ha una temperatura più bassa (ma comunque alta per i nostri standard), ha perso determinati gas fuoriuscendo all’esterno e di conseguenza quella che era roccia fusa all’interno della camera magmatica, adesso si solidifica.
Sembra una cosa banale ma vi assicuro che in realtà non lo è. Ora dopo questa breve descrizione di come è fatto un vulcano, parliamo dell’argomento principale.
Vulcano Marisili: la situazione
Il Marsili è un vulcano sottomarino che recenti studi descrivono come molto attivo e anche se non ha raggiunto ancora il suo massimo potenziale, si manifesta con terremoti che si estendono tra la Calabria e la Sicilia. Infatti, fa parte dell’arco insulare Eoliano, cioè rientra in quelle che noi chiamiamo (e che effettivamente sono) le isole Eolie. E’ considerato un vulcano gigante per via delle sue dimensioni, lungo 70 Km e largo più di 30 Km, si eleva a 3000 metri dal fondo marino, rientrando tra i vulcani sottomarini più pericolosi dell’Europa.Ultimamente ci ha fatto prendere grandi spaventi, in quanto si teme la formazione di tsunami per via delle attività sismiche; infatti le magnitudo non sono poi così alte quando i sismi precedono le eruzioni ma nel momento in cui il vulcano si arrabbia e inizia la sua piena e intensa attività eruttiva, i terremoti che generano possono essere molto intensi, con alte magnitudo e di conseguenza con effetti distruttivi.
Il comportamento del Vulcano Marsili
Il vulcano Marsili vorrebbe dare il suo contributo alla storia di questo grande libro che è il nostro pianeta Terra; vorrebbe lasciare la sua impronta ma pare che al momento stia bene cosi, in uno stato non eruttivo, magari per sbuffare più avanti (si spera il più tardi possibile) causando devastazioni inimmaginabili (Effetto suspance).
Il vulcano Marsili viene monitorato fin dagli anni novanta tramite dei particolari strumenti posizionati su un altro dei vulcani più maestosi della catena sommersa, il Palinuro (si trova a 75 metri di profondità); attualmente è tenuto sotto stretta sorveglianza con dei sonar e una nave oceanografica dell’Ucraina che pur non rappresentando il massimo della tecnologia disponibile nell’ambito e pur non conoscendo poi molto del vulcano Marsili, ci ha informato – nel febbraio del 2010 – della sua instabilità.

Riportiamo le parole del professore Enzo Boschi, ex-presidente dell’INGV:
Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso. La caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri.
E’ possibile arginare il rischio del Vulcano Marsili?
Che dire, l’evoluzione della Terra è come una moneta, ha due facce:
una in cui ci affascina con i suoi bellissimi paesaggi, gli animali che mantengono in equilibrio l’ecosistema e anche le varie culture che ospitano questo mondo. L’altra, quella brutta, che appunto comprende le eruzioni vulcaniche, carismatiche quanto distruttive, i terremoti e le inondazioni.
Quello che importa è che dobbiamo sempre tenere a mente di portare rispetto a ciò che effettivamente ci consente di vivere; ciò che alimenta la fiamma della nostra vita, ovvero, l’ecosistema del nostro pianeta. Perché solo con il rispetto, potremo ottenere la conoscenza dei fenomeni naturali e di conseguenza rispettare noi stessi, evitando di imporre atteggiamenti dannosi come la costruzione abusiva di edifici in aree a forte rischio di calamità.