Se sentendo “proboscide di elefante” vi va subito la mente all’ultra flessibile naso di Dumbo, allora sappiate che non ci siete andati molto lontani.
Certamente appendice muscolosa prensile tipica degli elefanti, ne è un esempio emblematico, ma esistono proboscidi di elefante (e qui intendo SOLO proboscidi e nient’altro) anche nello spazio cosmico e più precisamente, nella Via Lattea: si tratta in effetti di una tipologia di nube di gas e polveri interstellari che hanno caratteristiche comuni e sono generalmente “incubatrici” di nuove stelle.
Questo tipo di nebulose sono ben note e studiate e la loro forma è additata a determinati comportamenti che il materiale in esse assume nei confronti della pressione di radiazione che subisce sia da fonti interne che esterne.
Alcuni giorni fa (la notizia è del 5 settembre), in base ai dati ottenuti dal radio telescopio di 45 metri di Nobeyama l’astronomo Yoshiaki Sofue sembra aver trovato altre tre nebulose appartenenti alla categoria delle proboscidi, distanti tra 15.000 e 22.000 anni luce, localizzate in due bracci minori delle spirali della galassia, e più precisamente quelli dello Scudo e del Regolo. La loro peculiarità però risiede nella loro massa, infatti risultano di gran lunga più grandi e massive delle loro “compagne” osservate in precedenza.
Generalmente questo tipo di nebulosa presenta ridotte dimensioni, di pochi anni luce, ed una massa complessiva pressappoco intorno a 10 volte quella solare, sono perciò oggetti difficili da osservare, ad eccezione forse della sola vdB142 nella costellazione di Cefeo a causa del contrasto con lo sfondo più luminoso, a motivo proprio delle loro caratteristiche; per contro i tre oggetti osservati dall’astronomo nipponico hanno lunghezza tra 65 e 160 anni luce e ciascuna ha una massa che va da 1.000 a 10.000 masse solari quindi decisamente dei “pachidermi” galattici, se confrontati con gli analoghi precedenti.
Inoltre, facendo notare come le strutture a colonna più piccole risultino essere culle di nuove stelle a livello settoriale, lo studioso sottolinea che queste “Proboscidi d’Elefante Giganti” possano essere il risultato di una attività di formazione stellare su più ampia scala nella galassia della Via Lattea.
Ovviamente tutto questo è il frutto di una prima analisi su certi dati osservativi e già si può parlare di una nuova scoperta; certo è che man mano che ulteriori studi si faranno, verranno fuori nuove informazioni che faranno ulteriore luce sul ruolo che mega strutture come questa osservata da Sofue ricoprono all’interno del complesso sistema chiamato galassia. Non ci resta che attendere dunque ulteriori notizie e sviluppi.
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