Dylan Dog sposa Groucho ed uccide il suo creatore: solo una mera provocazione?

Prendere prese di posizione controverse e destinate a generare scalpore è sempre stato parte dell’anima dell’Indagatore dell’Incubo, Dylan Dog. In pura epoca sclaviana possiamo pensare ad esempio al numero 69, Caccia alle Streghe, schierato apertamente a difesa di riviste horror come Splatter, che in quegli anni stavano subendo un’interrogazione parlamentare da parte di alcuni deputati per “istigazione a delinquere” (a causa della violenza presente nelle storie, giudicata fuorviante ai tempi, un po’ com’è recentemente successo per i videogiochi).
Lo stesso Recchioni ha fatto più volte scalpore con le sue storie (viene subito da pensare, ad esempio, al dibattito suscitato dall’uscita di Mater Morbi), ma il matrimonio con Groucho non mancherà sicuramente di cogliere molti lettori impreparati.

dylan dog sposa groucho
Finchè morte non vi separi (i fan di Dylan apprezzeranno la citazione)

E no, non è solo una piccola gag come quelle a cui l’assistente di Dylan ci ha spesso abituato: stando allo sceneggiatore romano, infatti, è un matrimonio d’amore.

Succederà nel numero 399, già acquistabile a Lucca in anteprima. Un’icona pop come Dylan Dog si schiera quindi ancora una volta molto apertamente, senza lasciare nessun dubbio ai suoi lettori.

Per chi non si fa sconvolgere dai disegni di due uomini che si sposano, comunque, il 400 rimane sicuramente il numero più atteso: Dylan ucciderà infatti il suo creatore, Tiziano Sclavi, come si può capire dalla copertina dell’edizione da libreria (evidente citazione ad Apocalypse Now).

dylan dog 400
La copertina dell’edizione da libreria del numero 400, “E ora l’Apocalisse”

Il tema dello scontro tra autore e personaggio è molto importante per il curatore della testata: l’ha trattato ampiamente, ad esempio, nella serie di John Doe (basti pensare al famoso For Fans Only, il numero 11 della quarta stagione, in cui Recchioni mette fuori combattimento il suo personaggio con una potente serie di colpi di katana).

Tuttavia, trattarlo su Dylan Dog e con Tiziano Sclavi potrebbe permettere allo sceneggiatore di parlarne in modo nuovo, su un personaggio che da tanti anni sta cercando una sua nuova identità, che gli permetta di emanciparsi dal suo creatore.

Starà poi al pubblico giudicare se davvero il personaggio riuscirà a compiere quest’emancipazione.

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