Parlerò di Ant-man and the Wasp tra qualche istante. Sarò sincero, non nutrivo grandi aspettative dal primo titolo di questa serie, considerando Ant-man una figura ispirata da Atom della DC Comics, e dato che i Marvel Studios hanno reciso il filone più importante del personaggio facendo apparire Ultron come una creazione di Tony Stark, ho sempre creduto sarebbe stato un filmetto di transizione fatto male, come Iron-Man 3 o Thor: Ragnarok.
Per fortuna, mi sono ricreduto. Il primo Ant-man è stata una piacevole sorpresa; eliminato Hank Pym come protagonista – interpretato da Michael Douglas – e giungendo subito al suo successore Scott Lang – impersonato da Paul Rudd – siamo stati catapultati in una pellicola umoristica, ma con spessore.
SEGUENDO LE ORME DEL PREDECESSORE
Sulla stessa scia del precedente film, in questo seguito incontriamo i personaggi che hanno reso merito alla pellicola; sia i protagonisti che i comprimari svolgono i rispettivi ruoli in maniera egregia, ed anche se non siamo ai livelli di Guardiani della Galassia 2, comunque, abbiamo un ottimo equilibrio tra divertimento, azione ed emotività.
In questo film, non mancano neanche i colpi di scena. Certo, non si parla di quelle “sberle” date allo spettatore come successo in “Get Out”, con un po’ di immaginazione si ci arriva prima, ma il tutto è gestito così bene da non dar peso ad una storia non così impegnativa.
A livello di narrazione, senza togliere i meriti a Peyton Reed, non si tratta d’altro che di un film di “intermezzo”, precedente ad Infinity War che ci spiega perché – nonostante il mondo fosse in pericolo – nella battaglia contro Thanos non abbiamo visto ne Scott ne Hope van Dyne – la figlia di Hank Pym alias The Wasp – e questo non ci regala una trama complessa.
Se prendessimo il Marvel Cinematic Universe e lo trattassimo come una serie tv, Ant-man and the Wasp sarebbe il classico episodio flashback che ci fa vedere cosa facevano i protagonisti prima degli avvenimenti di Infinity war! Ciononostante è un film che consiglio a tutti.
MA DI CHE PARLA ANT-MAN AND THE WASP?
Per cominciare partiamo dicendo che si intrecciano due storie principali. Prima Ant-Man: abbiamo lasciato Scott in Captain America: Civil War, recluso nel carcere di massima sicurezza degli U.S.A. dove ha patteggiato a due anni di arresti domiciliari e tre anni di libertà vigilata in cambio della resa e dell’abbandono del suo alter-ego eroico.
Dall’altro abbiamo Hope ed Hank Pym che cercano un modo per riportare dall’universo quantico – al nostro mondo – Michelle Pfeiffer – che interpreta la prima wasp scomparsa – a cui Scott sarà collegato in un modo inaspettato.
Il film ci regala battute brillanti, momenti esilaranti e qualche attimo per riflettere; il rapporto tra figli e genitori è ancora tema forte in questo Ant-man 2 e cerca di farci vedere, in un’ottica da comics, che essere genitore non è facile come sembra, che anche loro sono umani e possono sbagliare.
Qualche pecca nella sceneggiatura c’è. Se prendiamo in esempio il nemico del film, Ghost – anche se appare scenografica quando si parla di combattimenti – a livello di background è abbastanza deludente. La sua storia tragica poteva essere approfondita di più e qui viene resa solo un pretesto per giustificare il suo comportamento. Purtroppo non è il primo “cattivo” del MCU a non essere effettivamente un vero cattivo ed il suo collegamento, a Goliath – ruolo ricoperto da Bill Foster – è apparso assai forzato, almeno per me. Ma questa piccola pecca non intacca la buona riuscita del titolo.
IN CONCLUSIONE
Ant-man and the wasp è quello che definirei un film per famiglie, consigliato a spettatori di tutte l’età.
Non sarà sicuramente il più gran capolavoro dei Marvel Studios, ma di certo è un film divertente che merita il prezzo del biglietto. Si può tranquillamente definire che il sequel sia stato all’altezza del primo film – anche se a me quest’ultimo è piaciuto di più – e se siete indecisi se vederlo o no, vi tenterei aggiungendo che dopo i titoli di coda ci sarà un bel collegamento agli avvenimenti finali di Infinity War.
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