Spesso leggiamo la critica esaltare un film o una serie televisiva come adulta.
Soffermiamoci un istante ad analizzare il termine: sta per “dedicata ad un pubblico adulto”? O per il contrario di “infantile”? Purtroppo, in molti casi questa parola finisce per indicare due cose nello specifico: il sesso e la violenza. Non parliamo di tematiche complesse e quindi poco adatte ai bambini, dunque, ma di elementi visivi che sempre più frequentemente stanno diventato un must have per quei prodotti televisivi o cinematografici che vogliano fregiarsi di questo appellativo: adulto.
Il Trono di Spade
In questo, ha fatto scuola Il Trono di Spade. Definito spesso come “fantasy per adulti”, ha da subito infarcito ogni episodio di scene di sesso piuttosto esplicite e di una violenza efferata e sempre più ricercata. I produttori hanno puntato talmente tanto su questi elementi che perfino durante puntate in cui nei romanzi originali essi non erano previsti, gli showrunner Benioff e Weiss hanno trovato scappatoie per mostrare nudità (ovviamente femminili) e squartamenti, spesso e volentieri in maniera totalmente gratuita.
Lo scopo è quello di shockare gli spettatori, la spasmodica ricerca delle reazioni viscerali di fronte al sesso e alla morte, una strategia che sicuramente ha pagato da un punto di vista di marketing, molto meno da quello artistico. Al punto che, una volta staccatasi dal terreno sicuro dei romanzi, la serie ha avuto non pochi problemi a mantenere coesa la sceneggiatura e ha giocato al rialzo su colpi di scena non sempre coerenti con la caratterizzazione data ai personaggi.
Carnival Row
Molto diverso è il caso di Carnival Row (di cui abbiamo parlato qui), la serie con Cara Delevigne e Orlando Bloom appena approdata in italiano nel catalogo di Amazon Prime. Anche in questo caso siamo di fronte a un fantasy per adulti, di ambientazione più vittoriana e scritto direttamente per lo schermo. Ciò che lo differenzia profondamente sia da Il Trono di Spade che da altri prodotti che hanno tentato di emularlo, è la funzione narrativa che sesso e violenza ricoprono nella storia. Gli omicidi attorno a cui ruota la trama sono sì efferati, ma la violenza viene sempre posta al servizio della storia. Ci viene mostrata, ad esempio, come indizio in un indagine. A volte ci viene raccontata, creando uno shock emotivo ben superiore a quello visivo, perché attraverso la parola è la nostra immaginazione a completare il quadro.
Ma dove davvero Carnival Row eccelle è la rappresentazione del sesso. Visivamente esplicito, sì, ma perfettamente integrato nella trama. Qui il sesso diventa il mezzo per la scoperta dell’altro, per l’accettazione e l’umanizzazione del diverso attraverso il rapporto fisico. E, quando è violento, ci mostra l’altra faccia di quella medaglia: la mercificazione delle prostitute fatate e la loro continua ricerca della propria dignità. Anche a livello registico e cinematografico, parliamo di scene con una forte identità, una costruzione colma di significato, che il Trono di Spade ha avuto in qualche occasione durante le prime stagioni, ma che si è persa col progredire della serie.
Quello di Carnival Row è un esempio virtuoso di come questi due elementi visivi possano venire integrati in maniera organica per raccontare una storia che, oltretutto, è adulta anche nelle tematiche. Il tema dei rifugiati, del razzismo, dell’emarginazione di classe vengono affrontati con una profondità emotiva che raramente si è vista sul piccolo schermo.
Avete visto Carnival Row? Che ne pensate?
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.