Qualora foste degli affezionati lettori de “Il Bosone”, non impieghereste molto tempo a ricordare un nostro articolo sulla questione delle molestie sessuali adoperate ai danni di appassionati di Cosplay, di sesso soprattutto femminile.
Ebbene, vi abbiamo mostrato come in realtà il fenomeno stia esondando senza controllo travolgendo le nostre fiere e le manifestazioni a tema ludico e di come sia facile essere vittime di questo tipo di aggressioni.
Con il termine “molestia”, infatti, non ci riferiamo soltanto a quel tipo di violenza fisica a cui, immaginando, potreste incappare in luoghi più o meno non raccomandabili. Le modalità in cui questi spiacevoli avvenimenti si manifestano infatti sono molteplici e il più delle volte risultano di natura verbale, o peggio, psicologica, finendo così col diventare dei veri e propri casi di bullismo.
Proprio di qualche ora fa, è la notizia che vede alcune persone venire aggredite su Facebook, sulla pagina di Multiplayer.it, da un balordo che scrive cose come:
“Primo.. dici hai muscoli. .poi devi dimagrire ahahh nn lo sai nemmeno te..ma va a correre.e.stai muta…secondo mia madre ha doppio della tua età. .ed.è. più in forma di te..terzo.sono.di colore..cazzone come il mio lo prendi come tutte. .st’estate in Brasile. .ma.giusto a pagamento. .busta de p***io come sei.. (…)”
Il commento si riferiva allo schieramento nato in difesa di questa Morrigan (in foto, la cosplayer a sinistra)
La questione degenera fino al punto di cui sopra, dopo una precedente serie di commenti in cui lo stesso figuro accusa la cosplayer di essere grassa e inadeguata per ricoprire il ruolo del personaggio da lei interpretato.
Non si discute sull’inappropriatezza dei commenti che risultano infelici in qualsiasi ambito vengano effettuati; aldilà del costume, aldilà dell’essere grassa (cosa che a noi, onestamente, non sembra affatto), aldilà della sua adeguatezza.
Ma la discussione, volendo o nolendo, accende per l’ennesima volta l’argomento della funzione che l’arte del Cosplay rischia di assumere ai giorni d’oggi.
Ne abbiamo parlato giusto ieri, in questa intervista.
In una società organizzata come quella in cui viviamo, è nostro diritto esprimere ogni personale parere senza censura alcuna o abbiamo il dovere di non invadere la libertà e gli spazi altrui con commenti sfavorevoli abusando così della loro dignità?
Non siamo nessuno per determinare la soluzione di una questione dalla portata teorica-filosofica come questa che indubbiamente, può essere condivisa o meno a seconda della situazione.
Un esempio? In ambito lavorativo, c’è chi potrebbe dire che la totale trasparenza di giudizio sia fondamentale per l’accrescimento professionale.
Per rispondere al dilemma in questione, allora, è fondamentale risalire alle origini del Cosplay.
Nel gruppo Nerd, Artisti e Cosplayer – Agorà, in merito al flame sulla Morrigan ipoteticamente grassa, alcuni utenti scrivono:
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Anche stessimo parlando di una persona davvero grassa (cosa che la ragazza in foto non è manco a guardarla sotto LSD), non sarebbe giusto farle pesare la cosa. Non sappiamo mai che problemi possa mai avere una persona e quanto un nostro stupido commento possa farla soffrire. Sicuramente una ragazza o un ragazzo molto in carne non vinceranno mai il premio somiglianza se interpretano un personaggio molto magro, e viceversa. Ma non dimentichiamoci mai che è un hobby e come tale non ha età, genere o razza. Gli unici limiti sono quelli del buongusto e del rispetto. (Oriana C.)
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Ho iniziato a fare Cosplay quando il concetto di Physique du Role non esisteva, neppure ci si poneva il problema della somiglianza fisica, quasi non c’erano parrucche. Potete ben capire come mi sembri estremo un commento del genere. (Elena D.)
Le risposte non fanno una piega. Alla luce della validità di codeste opinioni, ci chiediamo dunque come sia possibile anche la sola esistenza di pagine come Cosplay fatti col c**o e dei suoi numerosissimi seguaci.
Il Cosplay è un’arte interpretativa, sviluppata come forma di aggregazione tra appassionati di personaggi di pura fantasia. Essa unisce l’estetico al ludico passando dalla creazione di un prodotto di personale inventiva. Questa è la definizione che potreste trovare gironzolando su Google o parlando con persone più esperte di voi e ci conduce alla domanda finale:
Che valore ha l’arte? Chi giudica il valore dell’arte e chi siamo noi per giudicare?
Da sempre, l’umanità è divisa tra coloro che non sanno rispondere a questa domanda e coloro che a tal proposito ne sanno semplicemente tutto.
E molto probabilmente è anche tutto quello che sanno. Cit.
Foto: immagini Google
Fonte: discussione su Facebook
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