“Crocodile” è il terzo episodio dell ormai famosa ed attesa serie TV britannica Black Mirror. Uscita in esclusiva su Netflix il 29 Dicembre 2017, la 4° stagione mantiene la linea delle tre precedenti, scatenando una critica forte verso le nuove improbabili tecnologie e gli effetti che scatenano negli esseri umani.
Una vicenda simile a Crocodile la troviamo nel terzo episodio della 1° stagione, “The entire history of you”, nel quale il protagonista riesce a scoprire delle bugie della compagna grazie ad un sistema di registrazione dei ricordi, che ciascuno di loro può rivedere a piacimento. In Crocodile assistiamo ad una storia molto particolare che vado a riassumere:
Mia viaggia col ragazzo Rob su una strada del nord. Rob guida sbronzo mentre canta e ad un tratto investe un ciclista uccidendolo. Mia vuole chiamare la polizia ma Rob glielo impedisce e i due finiscono con l’occultare il cadavere e la bicicletta, gettando entrambi nel lago vicino all’incidente. Dopo 15 anni i due non si frequentano più, Mia è diventata un architetto famoso che tiene conferenze, sposata con un figlio di 9 anni; Rob è un disgraziato che probabilmente frequenta gli A.A. e sta cercando di disintossicarsi dall’alcool. Preso da un crescente senso di colpa, Rob si reca nell’Hotel dove Mia alloggia per tenere una conferenza: lui le confessa che vuole scrivere una lettera alla moglie dell’uomo da loro ucciso anni prima, ma lei non vuole assolutamente perdere la sua posizione sociale. Dopo averlo pregato inutilmente di ripensarci, Mia uccide Rob. Nel frattempo un veicolo automatico che consegna pizza investe e ferisce un ragazzo davanti al suo Hotel e Mia assiste alla scena dalla finestra. Per mascherare i rumori e crearsi un alibi, accende la TV, compra un film porno in pay-per-view e ordina il servizio in camera. una volta da sola carica il corpo senza vita di Rob nel carrello e lo trasporta nella sua auto, per poi gettarlo in un cantiere a qualche km di distanza. Mia torna a casa sconvolta, ma sempre molto lucida e calma. Intuiamo che il marito non ha minimamente idea di quello che può esserle capitato 15 anni prima. Mentre è da sola in casa, si presenta alla sua porta Shazia, una donna che lavora per una compagnia assicurativa, intenzionata a fare luce sull’incidente del ragazzo investito dal veicolo. Shazia spiega a Mia come sono risaliti a lei: grazie ad un dispositivo neurale collegato ad un piccolo schermo (tecnologia supportata dalla legge), sono in grado di vedere dei ricordi di un qualsiasi evento. Il ragazzo investito ricorda di aver visto (ed essere soccorso) da una ragazza con giacchetto giallo, il cui ricordo mostra a sua volta il ricordo di un dentista da un palazzo, che ricorda Mia che osserva l’incidente dalla finestra dell’Hotel. Mia sa benissimo che il suo ricordo dell’incidente è strettamente legato a quello dell’omicidio di Rob, e sperando di mantenere la calma e selezionare in qualche modo i ricordi, si sottopone alla macchina di Shazia. Nonostante Mia si impegni a non mostrarle niente di compromettente, Shazia intuisce la situazione e cerca di dileguarsi. La sua auto non parte immediatamente e Mia ne approfitta per stordirla, portarla in un luogo ancora più isolato ed ucciderla. Prima di farlo, utilizza il macchinario su Shazia e vede suo malgrado che anche il marito della donna è a conoscenza della storia. Mia non esita un attimo e si reca a casa della donna, dove sorprende il povero marito nella vasca da bagno, spaccandogli il cranio con un martello da ghiaccio. Mia si ferma un attimo seduta sul wc a piangere, come aveva pianto mentre uccideva Shazia. Mentre esce dalla casa, sente la voce del bambino di Shazia, e dopo un momento di esitazione e sconcerto, decide di uccidere anche lui, per evitare ogni possibile testimone oculare (off-screen). Dopo questa galleria degli orrori, Mia si reca finalmente alla recita del figlio, accoccolandosi sulla spalla dell’ignaro marito. Dopo pochi istanti vediamo la polizia che entra nella scuola cercando Mia per i crimini commessi, tradita dall’aver lasciato invece un testimone: il criceto del figlio di Shazia.
Storia a dir poco agghiacciante. Un concatenarsi di eventi che lasciano poco all’immaginazione. Non abbiamo minimamente dubbi sul fatto che Shazia riesca ad arrivare a Mia attraverso il concatenarsi di ricordi, a scoprire i suoi segreti, e al fatto che Mia continui ad uccidere chiunque scopra i suoi crimini.
Quello che lascia di stucco in questo caso non è la tecnologia usata (come succede in altri episodi di Black Mirror), ma la lucida freddezza “umana” con la quale Mia si relaziona con la paura di essere scoperta, andare in prigione e perdere la beata normalità che ha acquisito nel corso degli anni. Ogni volta che Mia uccide, piange devastata dall’orrore che è suo malgrado costretta a realizzare. Il titolo Crocodile, in italiano “coccodrillo”, potrebbe far riferimento alle famose lacrime di coccodrillo, ovvero lacrime non sincere, ma versate per convenienza o circostanza.
Come sempre, Black Mirror regala episodi strepitosi, che possono piacere o non piacere, ma sicuramente alla fine di ognuno di essi ci fermiamo a farci molte domande e a riflettere sul comportamento umano, e non esclusivamente in relazione alle nuove tecnologie.
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