Darling in the Franxx ha fatto quello che Evangelion ha fatto anni prima: ha diviso la critica a metà.
Da un lato abbiamo persone che lo acclamano, dall’altro c’è chi nutre dei sentimenti più sbiaditi…
In verità questo cartone animato ha davvero poco di Evangelion – anche se è spesso definito suo degno erede – e sono ben altre le opere a cui si ispira… Ma a questo ci arriviamo in un secondo momento.
Chiariamo un punto però: questo articolo contiene spoiler!
Da Darling in the Franxx ad Evangelion… Ma anche no!
Come tutti sanno, Evangelion è una delle pietre miliari del genere mecha e dunque, è ovvio trovare delle similitudini.
Ironia mode on
L’equazione Matematica per capire se qualcosa è ispirata ad Evangelion è semplice:
{[FS + (BcP x MN)] + RB }^F
Dove
FS sta per Filosofia Spicciola
BcP Bambini che Piangono
MN Minorenni nude
RB Robot Brutti
F è la variabile che indica il numero dei Fan
E Darling in the Franxx ha continue pippe mentali il cui livello filosofico è lo stesso delle frasette d’amore che troviamo nei cioccolatini, ha un mucchio di bambini che piangono, qualche scena di minorenni nude, robot brutti oltre ogni limite ed un numero di fan che aumenta esponenzialmente di giorno in giorno.
Ironia mode off
Ma come mai? Iniziamo dicendo che gli adulti in questa serie non esistono… Nel vero senso della parola.
Avendo scoperto un’energia primordiale che ha permesso di raggiungere l’immortalità ed un avanzamento scientifico oltre ogni immaginazione (come i raggi getter di Getter Robot) gli adulti sono diventati tutti immortali – si fa per dire – e si sono rinchiusi in città fortezza chiamate Plantation – sparse in un mondo divenuto una grande landa deserta – in cui vivranno in eterno, ma perdendo la possibilità di riprodursi.
Solo che gli Stridiosauri, i primi abitanti della terra rimasti dormienti nel sottosuolo, hanno rivendicato per loro quell’energia e decidono di attaccare queste città (proprio come fa l’impero dei dinosauri con i suoi mechasauri in Getter Robot, per impossessarsi dei Raggi Getter).
L’umanità ha scoperto l’immortalità, ma non sa costruire armi di difesa dagli stridiosauri, così non appena ne viene abbattuto uno, il suo corpo viene studiato per creare i Franxx (come fa Genzo Kabuto con i generali di Hades per costruire il Great Mazinger).
I Franxx sono queste lolita robotiche pilotabili solo da persone con la capacità di procreare e che devono essere rigorosamente un uomo ed una donna (messa a pecorina di fronte al primo con lo schermo di sincronizzazione sul casco e le closhè sulle chiappe).
Allora generano artificialmente dei bambini che nominano con dei numeri – fin quando non si trovano i nomi da soli – per farli combattere a difesa delle loro roccaforti.
Per metà serie assistiamo a una distopica rappresentazione della società giapponese. I bambini che crescono in questo mondo, combattono per compiacere gli adulti e sperare di diventare uguali a loro pur non stabilendo alcun legame diretto con gli stessi.
La cosa non sarebbe neanche brutta, se non fosse che i personaggi sono fatti male o gestiti peggio.
Ad ogni modo alla fine si scopre che il “capo” degli umani in realtà è un entità aliena che ha raggiunto il massimo stadio evolutivo (come gli Anti-spiral di Gurren Lagann), vuole soggiogare ogni popolo imprigionandolo in un limbo mentale senza fine (come gli Anti-Spiral di Gurren Lagann) e che la principessa degli stridiosauri in realtà era la vera protettrice del mondo (come il Re Spirale degli Uomini Bestia di Gurren Lagann).
Spero abbiate notato quante opere stia citando in comparazione a Darling in the Franxx e in nessuna di queste vi è Evangelion
Grazie alla forza dell’amore, il Franxx Sterlizia diverrà la chiave di avviamento di un Franxx grande quanto una città, il cui nome sarà Sterlizia Apath (come fa il Gurren Lagann con l’Arc Gurren Lagann).
Questo sconfiggerà gli invasori ma causando la morte dei due protagonisti il cui amore è così forte che gli permetterà di reincarnarsi ed incontrarsi ancora secoli e secoli dopo (come in Aquarion).
Quindi, questo Anime ha tutto, se ci pensate. Personaggi bambini in cui gli adolescenti Otaku si possano identificare, riferimenti a trame ben costruite e robot che sfiorano la pedofilia.
Qualcosa che non ho gradito in Darling in the Franxx!
Iniziamo dicendo che a dei robot così io non affiderei mai la salvezza del mondo, a maggior ragione se a pilotarlo deve essere un ragazzo in pubertà ed una ragazzina che gli porge il culo con una tuta aderente che fa da seconda pelle.
Aggiungiamo che la trama, pur ispirandosi a grandi storie che l’hanno preceduta (Getter Robot, Ideon, Gurren Lagann, Aquarion… ) raggiunge un livello di coinvolgimento molto alto solo nella seconda metà della serie.
Inoltre, c’è qualquadra che non cosa con i personaggi. Abbiamo ovviamente 02 che è il clone della principessa degli Stridiosauri, addestrata, studiata e fatta crescere in cattività per diventare la perfetta pilota contro i nemici dell’umanità (coff Tetsuya Tsurugi Coff) che tutti associano erroneamente ad Asuka di Evangelion (coff che è stata creata ispirandosi a Tetsuya Tsurugi coff).
Poi c’è Hiro, il protagonista ragazzino che ogni 2/3 puntate cambia il suo carattere e che ti lascia il dubbio se stia crescendo o sia sotto l’effetto di ansiolitici.
E gli altri compagni stereotipati: la secchiona con gli occhiali, la bionda formosa, la ragazzina scontrosa, il ragazzino scontroso, il ragazzo cicciottello, il ragazzo tenebroso che in realtà ha rinunciato al suo cuore perché è rimasto ferito…
… Ed Ichigo e Goro… La seconda coppia più amata dal web,
Goro sembra essere il più grande (almeno d’altezza), si preoccupa per tutti e cerca di non darlo a vedere per assecondare la cotta di Ichigo (di cui è innamorato). Ichigo invece dice di essere la Leader del gruppo, pur non venendo assecondata da nessuno, passa metà della serie ad essere gelosa di 02 ed Hiro (che arriva a baciare molestandolo sessualmente) e l’altra metà ad essere la persona più inutile di questo mondo.
Questi stereotipi che attraversano tutte le puntate, dall’inizio alla fine, regalano pillole di filosofia in stile frase da cioccolatino.
Un resoconto
Come già detto una storia può migliorare durante gli ultimi episodi, può avere un’evoluzione che culmina con episodi finali entusiasmanti (come Gurren Lagann), mentre il “castello” si costruisce su episodi iniziali che non fanno altro di attingere dall’universo citazionistico che vi sto pian, piano menzionando. Perché delle citazioni, Darling in the Franxx trae la sua vera forza. Come la sequenza finale di combattimento che è chiaramente Gurren Lagann!!!
I personaggi stereotipati ostacolano lo scorrere della storia ed il classico episodio al mare o l’episodio in cui maschi e femmine litigano e separano la casa dove dimorano con lo scotch, ne sono chiaramente un esempio. Si poteva, per esempio, sviluppare e dare più spazio ai rapporti tra protagonisti.
Solo in 2/3 occasioni si è riuscito a dar spazio ai personaggi in modo giusto e la loro crescita si è fatta evidente.
Darling in the Franxx, per quanto non mi senta di condannarlo, è la prova che anche in questo settore siamo di fronte a una carenza di coraggio creativo, dato che si basa su modelli di comprovato successo.
Basta infatti mettere una trama di una serie, i colpi di scena di un’altra, i classici personaggi stereotipati, la solita struttura shonen che piace tanto agli otaku ed ai weeaboo e robot a volontà oltre che a una bella dose di franchise commerciale.
Non mi sento neanche di consigliarla dato che è un’occasione sprecata che poteva essere migliore sotto tutti gli aspetti.
Non si può avere un bel soggetto e rovinarlo per il mero fan service, nel 2018 non si possono avere opere così ed esaltarle se ci ricordiamo vere innovazioni come le Bizzarre avventure di Jojo (1987) o capolavori come Rocky Joe (1968).
Ma soprattutto, basta piloti bambini a protezione del mondo, ridateci Haran Benjo, Tetsuya, Ryoma e tutti gli altri professionisti del combattimento!!
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