Devilman Crybaby è stata una bella seria?
Promuoviamo Devilman … ma non a pieni voti.
Se dovessi usare una metafora per farvi capire cosa è stata questa serie di Devilman a me viene in mente una pizza.
Una buona margherita.
Condita con fettine di prosciutto cotto e mozzarella di prima scelta.
Che ti viene servito subito -visto che netflix dà il via libero a tutte le puntate- ma con fette d’ananas sopra.
Puoi togliere l’ananas e goderti la pizza -maledicendo chi ha inventato sta cosa- ma non te la godi a pieno.
Nel corso dell’articolo dovrò far spoiler per farvi capire cosa ho apprezzato o cosa no, quindi se non ne volete fermatevi al voto.
Devilman Crybaby: 6/10
Ha potenziale, ma non si applica.
COSA E’ CAMBIATO?
Partiamo dal presupposto che il disegno del 1972 ha un suo perché.
Anche il disegno dI Crybaby ha un suo perché.
Non l’ho capito, ma lo ha … spero …
Questo stile “grafico” non lo apprezzo quando devo vedermi un cartone animato, ma alcune animazioni le ho trovate particolarmente belle …
… altre … beh … imbarazzanti!
Ma essendo un mio gusto personale consiglio di andar oltre i disegni -per chi apprezza e chi no- e soffermarsi sulla forma, la trama ed i personaggi.
Che saranno i tre punti sulla quale baserò la mia recensione tra l’altro.
DEVILMAN CRYBABY TRAMA
La trama riprende gli avvenimenti accaduti nell’opera originale.
Attenzione, ho detto riprende, ma non è identico.
Come ho già detto ho apprezzato qualche cambio, ma ne ho apprezzato qualcuno un po’ meno.
Nell’opera originale mi è piaciuto il ruolo di Ryo Asuka (alias Satana) e non mi è piaciuto quello di Miki Makymura (la fidanzata di Akira Fudo) …
… Nella serie è stato il contrario.
Miki è forte, intelligente, ben vista da tutti perché fa atletica e tutti la vedono come una promessa dello sport.
Nel corso della storia il suo ruolo diventa sempre più importante.
Dimostra il suo amore verso Akira in modo sublime quando scopre che è in realtà un Devilman, e lo difende sui social network quando vogliono farlo fuori.
Può sembrare una stupidata quest’ultima cosa, lo pensavo anche io quando me l’hanno raccontata, ma vedere la scena ha tutto un suo perché.
Siamo nel 2017, non più nel 1972, ed una ragazza semi-famosa sfrutta il mezzo di comunicazione più diffuso, il social network di turno -una parodia di facebook- per dire la sua a tutto il mondo.
Questo aiuterà anche gli altri Devilman a farsi avanti ed aiutare Akira nella battaglia finale.
E risposto l’inutilità del personaggio originale, l’ho apprezzata di più.
Paradossalmente ho anche apprezzato la new entry nel gruppo, la sua amica e rivale nello sport Miko.
Come è DAVVERO in giappone, se non sei il primo in qualunque cosa, non sei nessuno.
Sei emarginato ai confini della società e sei considerato un nessuno.
Miko, il cui vero nome è Miki, subisce le conseguenze del successo della sua compagna, e la ribattezzano con un altro nome apposta per non confonderla con lei.
A chi non darebbe fastidio?
Solo alla fine Miko confesserà questo suo odio a Miki, un odio che nasce dalla gelosia per i successi dell’amica alla quale non può smettere di voler bene.
Un ottima rappresentazione di come sono DAVVERO i ragazzi giapponesi.
Cari Otaku, Weeaboo, e comunque persone che avete cromosomi in più:
Ragazzi di 16 anni dal quoziente intelletivo di 382, dai capelli strani, che sanno combattere come il miglior bruce lee e vengono teletrasportati in mondi fantasy … non sono reali.
Questi si.
E sono un ottimo specchio della società i Bulli presenti.
Adesso, voi non lo sapete, ma i bulli del primo Devilman erano i classici bulli giapponesi.
Grossi, rozzi, con divisa scolastica diversa dagl’altri, con il cappello (non chiedetemi il perché) solitamente in motocicletta.
Ma eravamo nel 1972.
In Crybaby, nel 2017, i bulli sono rappresentati come ragazzi che vogliono fare i rapper.
Appena li ho visti ho pensato:
ODDIO! Il TEAM SKULL.
Invece, nella storia, funzionano.
Sono i classici ragazzi giapponesi allontanati da tutti, giudicati male a vista, che volendo evadere danno un occhio all’occidente, e si vestono come neri dei ghetti che vedono in TV.
Un altro specchio della società giapponese moderne.
Ma cambiamento non significa sempre MIGLIORE.
Ed assistiamo alla rovina di un personaggio cardine.
RYO “SATANA” ASUKA
IL DIAVOLO DAL CUORE DI RAGAZZINA.
Il rapporto tra Akira e Ryo è molto precario nel corso di Devilman.
Sono migliori amici, Ryo si fida solo di lui, e vuole condividere le scoperte del padre.
Nell’opera originale, il padre di Ryo scopre i demoni e si da fuoco quando viene posseduto, qui lo fa un collega, ma è un cambiamento marginale.
Il cambiamento troppo forte è il carattere di Ryo.
Il rapporto tra Akira e Ryo è quello di due tipici protagonisti di un manga Yaoi, ma grazie a Dio, senza scene di porno omosessuale.
Inizialmente il dominante è Ryo, poi Akira si fonde con Amon, diventa un Devilman, è più sicuro di se, e si scopre che è lui il vero dominante.
Ma vi assicuro, sono proprio brutte da vedere le loro interazioni.
Anche quando Ryo vuole lavorare al PC, Akira nota che è una bella giornata, ma non riuscendo a staccarlo dallo schermo lo prende di peso, lo porta fuori sul bordo della piscina dell’attico in cui stanno e si buttano a fare il bagno vestito.
Sono sicuro che se chiedo ad una fan degli Yaoi, mi dirà che una scena così l’ha vista almeno cinque volte in cinque fumetti diversi.
Poi l’innamoramento di Ryo è palese dall’inizio.
Non è più Satana innamorato di un cuore umano puro (quello di Akira), ma proprio un compulsivo innamoramento con tanto di scenate di gelosia.
La cosa mi ha lasciato senza parola anche alla fine.
Il combattimento tra Satana e Devilman non è presente nell’opera originale.
Si capisce bene che Satana era troppo forte per Akira ed ha fatto una brutta fine.
Qui lo hanno rappresentato egreggiamente.
Akira ha preso il pieno controllo di Amon, è diventato il più forte tra i demoni, non ha rivali.
Nel corso del combattimento si fonderà con altri Devilman per poter competere con Satana, ma quest’ultimo è troppo forte, ed alla fine soccombe.
Dopo un bellissimo combattimento mi aspettavo un bellissimo epilogo, degno dell’epilogo dell’originale Devilman.
Ma il Satana del 72 è un lontano ricordo, e questo del 2017 non gli rende giustizia.
Dopo aver spiegato, al corpo senza vita di Akira, la sua storia prima di rinascere sulla terra, scoppia in lacrime abbracciando il corpo senza vita dell’amato non riuscendo ad accettarne la morte, consapevole dell’imminente arrivo di Dio aspettando la sua imminente dipartita.
Adesso …
… io non ce l’ho con nessuno …
… ma che fine ha fatto il Satana orgoglioso che non versa una lacrima e si lancia contro gli angeli di Dio per mantenere la sua posizione?
Ho capito che le persone -Evangelion 3.33 ne è la prova- si gasino nel guardare due ragazzini piagnucoloni intrecciati in un rapporto omosessuale …
… Ma si parla di Satana in un opera di Go Nagai …
… Mica di Shinji!
Purtroppo arriviamo così al punto che, secondo me, rovina Crybaby.
LA FORMA DELL’OPERA NE RAPPRESENTA L’ANIMA.
Questa serie ha alti e bassi incredibili.
Alcuni personaggi sono fantastici.
Si cita in continuazione l’opera originale con scene di combattimento e discorsi presi proprio dal fumetto di Devilman.
Oltre a sentire la sigla originale.
Ma la forma in cui è rappresentato il tutto è oltremodo osceno.
Da sempre Go Nagai inserisce una vena di Erotismo nelle sue opere -qualcuno in modo divertente altri di mero fan service- qui è solo volgare.
I Demoni sembrano tutti degli affamati sessuali e questo rovina uno tra i migliori personaggi della serie: Silen.
Il triangolo amoroso tra Silen, Amon e Kaim è bellissimo.
Kaim è innamorato di Silen che pensa solo ad Amon che non esiste più.
Legata al suo amore perduto, la Demone vuole vendicarsi dell’uomo che gliel’ha portato via, Akira Fudo, e Kaim, innamorato di lei, fa di tutto per stargli vicino sopprimento i suoi sentimenti per renderla felice.
Può sembrare una stupidata, ma dal 72 questo funziona.
In Devilman veniamo sempre messi di fronte al bivio che ci costringe a decidere cosa sia umano e cosa no.
Gli esseri umani che si ammazzano tra loro sono più umani di un demone come Kaim che prova amore sincero ed incondizionato?
Ma qui … si rovina l’opera.
Silen è una predatrice sessuale, un assatanata, che si masturba di continuo, e rivuole Amon per accoppiarsi con lui.
Non gli interessa di nient’altro che il sesso con Amon.
Per fortuna, Kaim, alla fine con il suo discorso tratto dalla serie originale, fa risalire l’asticella dell’episodio, altrimenti sarebbe stata una grossa rovina.
La stessa rovina ha investito Jinmen.
Il tartarugone tanto citato in altre opere del maestro Nagai -e non solo- vede i suoi momenti più bui.
La storia cambia, come nell’oav degli anni novanta Jinmen non mangia la “sorellina” di Akira, ma sua madra, ed usa il suo volto come “scudo” per non farsi uccidere.
In Crybaby, inoltre, fa anche di meglio, possiede il padre in modo da ripararsi dietro entrambi i genitori, ed Akira era costretto a far fede a tutto il suo coraggio per capire che l’unico modo di salvare l’anima dei genitore era uccidere il tartarugone.
Ma la presenza di Ryo rovina la scena.
E’ lui che spinge Akira ad agire, altrimenti avrebbe sparato alla madre, quindi Jinmen non avrebbe avuto più “ostaggi”.
ED IN CONCLUSIONE
Mi sembra tanto che Netflix abbia fatto il possibile per rovinare l’opera originale.
Parliamo chiaro, Devilman Crybaby ottiene il suo scopo, far avvicinare gli spettatori all’opera originale, ma qui si ferma.
Non può essere considerata un capolavoro a causa dei continui sbagli che susseguono trovate ingegnose.
Ed è un peccato, perché una Miki così ben caratterizzata che affianca un ottimo Akira Fudo, basta a tirar avanti tutta l’opera.
Ma se da un lato abbiamo personaggi secondari ben caratterizzati, bellissimi combattimenti, un Akira che piange di tristezza di fronte gli umani che compiono atrocità disumane, rappresentando perfettamente la forza di un cuore umano che può sopraffare un Demone …
… dall’altro lato abbiamo una volgarità non vista neanche in Devilman Lady, una Silen sempre con la mano tra le sue gambe ed un Satana che sembra interpretato da una ragazzina dei film di Disney Channel.
Se posso darvi un consiglio:
Guardatelo.
Scoprite cosa Devilman ha di buono da offrire, ma poi ritornate all’opera originale.
Magari scoprendo che nel 1972, Go Nagai, ha dato vita ad un opera che da ispirazione a fumetti che chiamate capolavoro oggi (come Tokyo Ghoul e Parasyte) e che non ha nulla da invidiare alle altre opere di cui diventate seguaci.
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