Negli ultimi mesi si è parlato molto di rappresentazione nei giochi di ruolo, specialmente dopo le varie dichiarazioni di Wizards of the Coast sul voler rendere sempre più inclusivo l’RPG tabletop per eccellenza, Dungeons & Dragons. Un dibattito non privo di polemiche, soprattutto intorno alla malvagità intrinseca di alcune razze all’interno del mondo di gioco e all’inserimento, nel manuale Explorer’s Guide to Wildemount, di alcuni personaggi caratterizzati da identità di genere non binarie e orientamenti sessuali non etero.
Un altro passo in avanti per Dungeons and Dragons
Un nuovo passo avanti arriva però dal mondo homebrew, ovvero i contenuti creati dai fan. Negli ultimi mesi ha infatti iniziato a circolare in rete una guida per introdurre nella propria partita sedie a rotelle da combattimento come equipaggiamento per personaggi disabili. Questo file, diffuso tramite Google Docs, è opera della giocatrice Sarah Thompson, affetta da una malattia che la costringe a trascorrere parte delle sue giornate su una sedia a rotelle. La fortuna della sua Combat Weelchair ha colto di sorpresa anche lei, che è stata sommersa di messaggi da centinaia di giocatori e Dungeon Master che hanno deciso di introdurre le sue regole nel loro gruppo.
“Una [storia] molto toccante è stata quella di questa persona che stava masterando una partita per il suo nipotino” ha raccontato in un’intervista al sito americano io9. Uno dei personaggi non giocanti ha usato la sedia per abbattere un paio di nemici e il bambino è corso a chiamare la sorellina disabile, raccontandole di questo eccezionale guerriero in sedia a rotelle nel gioco. “Da allora anche lei è entrata nel gruppo, interpretando un personaggio in sedia a rotelle.”
Tale è stato il successo della guida di Sara da spingere la Strata Miniatures a contattarla per produrre una serie di miniature ispirate al suo concept. Rivelate in esclusiva a io9, comprendono una guerriera umana, una maga mezzelfa e un bardo umano, disponibile in versione sia maschile che femminile.
L’idea di poter giocare personaggi in carrozzella da combattimento ha suscitato l’entusiasmo di migliaia di giocatori disabili e non, ma anche parecchie critiche da chi ci vede un inutile esempio di “politically correct”. C’è chi ha parlato di soluzione poco realistica, ma Sara Thompson ha risposto così a chi ritiene superfluo dare la possibilità di interpretare avventurieri disabili: “Sapevo che una volta là fuori, [la guida] avrebbe attratto le ire degli abilisti. Non gli piace essere chiamati così, ma è ciò che sono. Sì, certo, si nascondono dietro una preoccupazione per le meccaniche di gioco, e improvvisamente si è iniziato a discutere della larghezza delle porte, che in D&D è sempre stata di un metro e mezzo, quando quella di una carrozzina non supera i settanta centimetri. È buffo come ora tutti si interessino alla dimensione delle porte, quando per cinquant’anni a nessuno è mai importato niente. Insomma, le reazioni sono state davvero incredibili, nel bene e nel male.”
E voi che ne pensate? Vi intriga l’idea di giocare un personaggio disabile o inserirne uno nella vostra campagna?
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