Ricordate Gwaihir, la gigante aquila che ne “Il signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello” aiuta Gandalf a scappare dalla torre di Orthanc dove era ostaggio di Saruman? Bene, se vi dicessimo che un’aquila del genere è realmente esistita? Ricorderete senz’altro, se avete letto il libro, che si tratta di un’aquila imponente sia per grazia che per grandezza. 60.000 anni fa solcava i cieli dell’Australia per davvero.
Un’imponente aquila che ricorda molto quelle descritte da Tolkien ne “Il Signore degli Anelli” sembra essere esistita davvero. Ecco i dettagli
Oltre 60.000 anni fa, l’Australia ospitava un’enorme parente di aquila con un’apertura alare di più di 3 metri, come ha confermato un nuovo studio. Conosciuta come la potente aquila di Gaff (Dynatoaetus gaffae), l’antica specie di rapace è stata descritta da una collezione di fossili raccolta tra il 1956 e il 2021. Secondo un rapporto dell’Australian Broadcasting Corporation (ABC), i fossili furono portati alla luce per la prima volta nella Grotta di Mairs dell’Australia meridionale e nelle Grotte di Naracoorte nel 1956 e nel 1969.
I ricercatori, tuttavia, a quel tempo non avevano abbastanza dati per ricostruirne completamente uno scheletro e per anni non furono in grado di identificare l’aquila. Ma nel 2021, la paleontologa della Flinders University Ellen Mather e il suo team sono tornati nelle grotte con l’intenzione di completare il puzzle. Dopo mezzo secolo, e diversi ritardi causati dalla pandemia, la spedizione con i volontari della Società Speleologica dell’Università ha trovato altre 28 ossa sparse in profondità tra i massi nel sito indicato.
“Eravamo molto entusiasti di trovare molte più ossa da gran parte dello scheletro per creare un’immagine e una descrizione migliori di questi magnifici uccelli giganti estinti perduti da tempo“, ha affermato la Mather. Lei stessa ha descritto il Dynatoaetus come simile alla gigantesca aquila filippina e all’aquila arpia originaria del Sud America, e ha detto che condivideva tratti con gli avvoltoi del Vecchio Mondo. Un tempo avrebbe anche condiviso i cieli con l’aquila dalla coda a cuneo, sebbene Dynatoaetus fosse quasi il doppio delle sue dimensioni e sarebbe stato probabilmente un predatore molto efficace, specialmente quando cacciava prede più grandi.
“Era enorme“, ha detto il coautore dello studio Trevor Worthy, paleontologo dei vertebrati alla Flinders University. A quel tempo, circa 50.000 a 7000.000 anni fa, doveva essere probabilmente l’aquila più grande del pianeta. L’Australia un tempo ospitava una pletora di creature giganti tra cui enormi uccelli incapaci di volare, canguri giganti, gigantesche lucertole e altri marsupiali che assomigliano a orsi moderni. Dynatoaetus avrebbe potuto facilmente nutrirsi dei “piccoli” di queste gigantesche creature, delle dimensioni dei moderni canguri.
Da notare che i ricercatori hanno spesso osservato una mancanza di grandi predatori terrestri nel continente australiano in epoca preistorica. In questo senso, Dynatoaetus è sia una rarità che un anello mancante nella catena alimentare. Di converso, però, le grandi dimensioni di Dynatoaetus significavano che doveva cacciare prede proporzionalmente grandi, quindi è probabile che si sia estinto a causa dell’estinzione o dell’assenza di queste grandi prede.
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