Molto spesso si sente dire che il caffè allunga la vita. Dicerie, uno direbbe, se non fossero davvero fondate su delle ricerche scientifiche. Chiaramente, l’utente medio si rifà a delle “leggende metropolitane”, ma quello che l’European Journal of Preventive Cardiology ha dimostrato in uno studio durato più di 10 anni fa luce su quanto fino ad oggi si è affermato senza cognizione di causa: in effetti, sembra che il caffè renderebbe più longevi. Ma non è così semplice come sembra.
L’assunzione di caffè istantaneo, macinato e/o decaffeinato è associato a diminuzioni equivalenti nell’incidenza di malattie cardiovascolari e mortalità
Lo studio di cui vi parliamo oggi ha dato una valutazione delle associazioni tra i vari tipi di caffè e gli esiti degli malattie, il tutto utilizzando la biobanca del Regno Unito. I partecipanti di età compresa tra 40 e 69 anni sono stati reclutati dal 2006 al 2010. Al corpo dei soggetti di studio sono stati somministrati sondaggi e questionari sui fattori di rischio dello stile di vita. I risultati sulla salute dei partecipanti sono stati valutati su un follow-up a lungo termine, durato in tutto 12 anni e mezzo.
Le associazioni tra esiti cardiovascolari e i diversi tipi di caffè sono state valutate tra i partecipanti che avevano una diagnosi cardiovascolare durante il follow-up e quelli che non l’avevano. Ma quando parliamo dei diversi tipi di caffè, a cosa facciamo riferimento? Nello specifico parliamo di caffè con caffeina (macinato/istantaneo) e caffè decaffeinato. Per quanto riguarda le malattie cardiovascolari invece, sono prese in considerazione: insufficienza cardiaca congestizia (CCF), malattia coronarica (CHD) e ictus ischemico, tachicardia ventricolare (TV), sovra-TV (SVT), fibrillazione ventricolare (VF) e fibrillazione atriale (FA).
Il risultato dello studio
Rispetto ai non bevitori di caffè, i bevitori di caffè in generale avevano meno probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e di morire. Ovviamente, non si tratta di un risultato da prendere alla lettera. Non significa neanche che più caffè si beve e più si vive, ovviamente.
Infatti, come ogni cosa anche questa abitudine va ponderata e i risultati vanno calcolati in base al proprio organismo. A riprova di questo c’è il fatto che, come dimostrano altri studi, i probabili benefici del caffè potrebbero derivare da altri ingredienti e forse da come viene preparato. Peter Kistler, ricercatore presso il Baker Heart and Diabetes Research Institute di Melbourne, ha infatti detto:
La caffeina è il costituente più noto del caffè, ma la bevanda contiene più di 100 componenti biologicamente attivi. È probabile che i composti non contenenti caffeina fossero responsabili delle relazioni positive osservate tra consumo di caffè e malattie cardiovascolari
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