L’inquinamento dell’aria è un problema che affligge il mondo sotto tanti punti di vista ma principalmente, è causato da diversi fattori ma con un comune denominatore: i combustibili fossili.
I combustibili fossili hanno arricchito la nostra tecnologia con molti dispositivi e macchinari in grado di sostituire l’uomo in numerose mansioni – soprattutto lavori che necessitano di manodopera.
Oggi, con il petrolio si alimentano anche le autovetture e questo è tra le principali cause di inquinamento dell’aria, dato che lo scarico dei veicoli provoca l’emissione nell’aria di micro-polveri molto pericolose.
Lo smog – ovvero il risultato dell’inquinamento automobilistico – non è altro che CO2 in quantità elevate; queste micro-polveri vengono respirate in continuazione, entrando nel sangue e disturbando il lavoro dell’emoglobina – ovvero, portare l’ossigeno nei tessuti.
Nel peggiore dei casi, lo smog può portare alla morte. Un recente studio, invece, ha dimostrato come lo smog alteri i neuroni e i tessuti celebrali, rendendo la popolazione più stupida!
Le normative per ridurre l’inquinamento dell’aria causato dalle auto
Dal 1991 l’Unione Europea ha emanato delle direttive per cercare di far fronte all’inquinamento prodotto dalle macchine.
Per questo, le auto sono state omologate in categorie a seconda di quanta CO2 emettono; sono le cosiddette Classe Euro, suddivide in 0 (la più inquinante in assoluto), 2, 3, 4 e 5. L’ultima è entrata in vigore nel 2008, ma già dalla classe 2 è necessario disporre di marmitte catalitiche, sistemi Eobd per l’antinquinamento e filtri anti-particolato (FAP) sia su motori a benzina che a diesel.
Fonti:
http://www.casadelfiltro.it/
https://www.focus.it/tecnologia/motori/quanto-inquina-davvero-l-auto-elettrica
http://www.carbotermo.com/it/blog/milano-sorpresa-smog-nel-2018-micropolveri-per-la-prima-volta-entro-i-limiti-ma-occhio-ai-camini
http://247.libero.it/focus/46217883/1/milano-sorpresa-smog-nel-2018-micropolveri-per-la-prima-volta-entro-i-limiti-ma-occhio-ai-camini/
L’Inquinamento atmosferico in Italia, Aggiornamento al 05.04.2018
Questi mezzi sono sicuramente un modo per ridurre l’inquinamento ma è anche vero che la presenza – e l’uso – di veicoli nel nucleo familiare, è schiacciante. In complessivo, il risultato non è sensibile.
A tal proposito Edo Ronchi – politico e presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – ha preparato alla fine degli anni ’90 una serie di decreti ministeriali, per dettare le regole per il monitoraggio del benzene nelle città e prescrivere le misure da prendere qualora vengano superati determinati limiti.
E’ così che il 21 Aprile 1999 venne approvato il Decreto Ministeriale N° 163, ovvero il regolamento recante norme per l’individuazione dei criteri ambientali e sanitari in base ai quali ogni comune adotta misure di limitazione della circolazione.
Ad oggi, sono 23 i comuni italiani in cui si pratica il divieto di circolazione in determinate fasce orario e con aree ZTL. Questo ha permesso alla popolazione di sfruttare altre possibilità di spostamento più ecologiche, che generano meno traffico urbano e che soprattutto non inquinano. Esempio su tutti, le biciclette; la realizzazione di aree ciclabili che attraversano tutta la città, iniziative di affittare o mettere a disposizione le bici ai cittadini, anche elettriche, con cui spostarsi.
L’inquinamento dell’aria colpisce i sistemi neuronali, lo dimostra la Scienza!
Una recente scoperta ha dimostrato come lo smog automobilistico renda la gente più stupida.
Lo studio è stato effettuato dai ricercatori dell’Università di Lancaster; qui sono stati esaminati i tessuti celebrali di 37 persone – provenienti da Manchester e Città del Messico – la cui età era compresa tra i 3 e i 92 anni, decedute quasi tutte per malattie neo-degenerative.
L’esame ha portato come risultato che tutti i tessuti contenevano grandi quantità di nano-particelle di ossidi di ferro, la cui forma sferica è uguale a quelle che si creano con la combustione; mentre quelle derivanti dal ferro, presente naturalmente nell’organismo, hanno forma di cristalli. In misura minore sono state trovate tracce di altri metalli, come il platino, contenuti nelle marmitte catalitiche.
Queste nano-particelle sono così piccole e fine da poter essere trasportate per chilometri ed entrare facilmente nel nostro organismo anche solo respirando, raggiungendo quindi i neuroni e il sangue.
Ernesto Burgio, presidente del Comitato Scientifico di Isde – l’Associazione medici per l’ambiente – afferma:
Questo particolato è talmente sottile da riuscire a superare tutte le barriere biologiche: la membrana nucleare, interferendo sull’espressione del DNA, la barriera emato-cerebrale, ma anche la placenta, influendo sulla programmazione genetica del feto e aprendo così la strada a disturbi del neuro-sviluppo, patologie di tipo immunologico e, secondo alcuni studi, anche a tumori”.
Le auto elettriche sostituiranno in tutto e per tutto le auto a combustibile?
La tanto ambita auto elettrica è davvero a emissione zero? Domanda da un milione di dollari.
Le auto elettriche sono state concepite con l’obiettivo di sostituire le auto a benzina e diesel. Di conseguenza non provocano – almeno presumibilmente – emissioni di CO2 e il loro utilizzo non esclude la probabilità di inquinamento dell’aria.
Come suggerisce il nome stesso, presentano una batteria agli ioni di litio e oggi sono già sul mercato e in strada; quasi tutte le città hanno degli appositi distributori di energia per ricaricare la propria auto elettrica.
Ha gli stessi confort di un’auto normale, veloce, di varia grandezza a seconda delle esigenze ed è silenziosa. Ma sarà davvero come dicono?
Uno studio condotto da Lisbeth Dahllöf e Mia Romare – Swedish Environmental Research Institute di Stoccolma – ha dimostrato che la produzione delle batterie elettriche genera enormi quantità di CO2 .
Circa metà delle emissioni di CO2 legate alla produzione delle batterie è generato dalla lavorazione dei materiali grezzi utilizzati per costruzione degli accumulatori, mentre il 20% è imputabile alle attività minerarie. Si tratta quindi di immissioni indirette.
E’ ovvio che c’è ancora tanta strada da fare prima di arrivare a una conclusione definitiva e che possa portare a dei risultati concreti.
Tuttavia, è consigliabile seguire delle buone norme che permettono, nel nostro piccolo, di essere partecipativi nel salvare il nostro pianeta – per noi stessi e contribuendo a progetti di ricerca e sviluppo.
Utilizzare le biciclette per chi abita nel centro città o zone limitrofe, utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere la scuola o il lavoro, usare l’auto solo per lunghi viaggi: sono tutte soluzioni che limitano l’inquinamento dell’aria.
Questo vi aiuterà ad avere una contatto diretto con l’ambiente circostante, liberarvi dello stress dovuto al traffico, passare più tempo con la vostra famiglia e soprattutto avere rispetto per l’ambiente.
Fonti:
https://doc.studenti.it/appunti/educazione-civica/inquinamento-atmosferico-automobili.html
https://www.quixa.it/auto/emissione-e-circolazione
https://www.repubblica.it/salute/ricerca/2016/09/06/news/particelle_di_inquinamento_scoperte_nel_cervello-147262925/?refresh_ce
https://www.milleunadonna.it/salute/articoli/smog-entra-nel-cervello-scoperti-milioni-microparticelle-nei-tessuti-00001/
http://www.magistersrl.eu/wps/wp-content/uploads/2013/07/DM-1999_21_04-n.-163-automobili.pdf
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