La colonizzazione di Marte diventa sempre più una realtà e gli scienziati cominciano ad affrontare problemi reali e concreti come, ad esempio, l’esigenza di trovare materiali adatti all’ambiente ostile di quel pianeta. Uno di questi materiali sembra essere la chitina.
Come la chitina ci porterà su Marte
La chitina è un polimero organico prodotta e metabolizzata dagli organismi. Da questa sostanza si può estrarre il chitosano un derivato da cui è possibile produrre un nuovo materiale.
Questo materiale è stato combinato con le caratteristiche di materiali che imitano quelli presenti sul suolo marziano ed è stato possibile produrre degli oggetti, una chiave inglese e un modello di habitat.
E i risultati sono davvero incoraggianti. Il materiale non ha bisogna di particolari cure, richiede poca energia e nessuna attrezzatura specializzata, inoltre è facile da ottenere ed è economico.
Javier Fernandez, dell’Università di tecnologia e design di Singapore, e che ha condotto la ricerca, ha dichiarato:
Abbiamo dimostrato che la chitina è fondamentale non solo per il nostro sostentamento sulla Terra, ma anche per uno dei più grandi risultati dell’umanità: il nostro passaggio ad una specie interplanetaria
Mentre non si abbandona la ricerca per verificare precedenti forme di vita sul pianeta rosso, gli scienziati cercano alternative concrete per il nostro prossimo arrivo. Secondo gli attuali programmi la Luna potrebbe essere una stazione di passaggio.
Il sogno degli addetti ai lavori è arrivare su Marte entro la fine del 2030, Fernandez e la sua equipe suggeriscono che: “un insediamento extraterrestre sostenibile deve essere un sistema ecologico chiuso e efficiente in termini di risorse”.
La chitina è un polimero che si trova naturalmente negli esoscheletri degli artropodi, nei funghi e nelle squame dei pesci.
Inizialmente era pensato per realizzare strutture ecosostenibili, ma grazie alle sue caratteristiche di durezza ed elasticità lo si è ritenuto idoneo anche per ambienti totalmente differenti da quello terrestre.
La produzione ispirata al bio e ai materiali sostenibili, non intende sostituire i polimeri sintetici ma è al contrario una tecnologia abilitante che definisce un nuovo paradigma nella produzione e consente di realizzare oggetti che non potrebbero essere prodotti dalle controparti sintetiche.
Si tratta di materiali fondamentali per preservare l’ecosistema terrestre e per eventualmente raggiungere una nuova fase dell’evoluzione umana: la trasformazione in specie interplanetaria” ha commentato ancora Fernandez.
I prossimi 20 anni saranno decisivi per la futura colonizzazione marziana e questo è, senza dubbio, un importante passo avanti in questa, per ora lontana, direzione.
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