Ha destato una certa sorpresa, in questi giorni tra gli studiosi della nasa, il ritrovamento fatto dal Mars Science Laboratory Rover (aka Curiosity, ai più) di un minerale particolare la cui presenza sulla superficie del pianeta rosso è al momento non precisamente giustificabile: la TRIDIMITE.
Ma di cosa si tratta? Come mai riceve tutta questa attenzione? E cosa può dirci di più sul nostro pianeta vicino?
Facciamo qualche considerazione sul ritrovamento e sulla storia di Marte e vediamo di capirci qualcosa in più in merito a questa nuova scoperta.
Quando inciampi sulla pietra sbagliata
Riportando quanto dice Wikipedia, la tridimite è un minerale composto da biossido di silicio che si forma come risultato della sublimazione nelle luoghi di alcune rocce vulcaniche recenti, e più precisamente a temperature comprese tra gli 870 °C ed i 1470 °C.
In buona sostanza dunque la presenza di tale materiale dovrebbe essere indice di una attività vulcanica relativamente recente. Il problema è che tali fenomeni di vulcanismo prima d’ora non sono stati contemplati nel recente passato di Marte. Dunque questa scoperta potrebbe cambiare le ipotesi attuali sull’origine del Pianeta.
Sì perché si pensa già che Marte sia stato geologicamente attivo in un remoto passato ma il ritrovamento di questo “sasso” , la cui molecola è instabile a condizioni di pressione e temperatura ordinarie (qui sulla Terra, questo è un fatto importante!), dovrebbe far presupporre che l’attività geologica del pianeta non sia proprio così remota come si crede, questo perché a motivo della sua instabilità non si sarebbe dovuta rinvenire dopo un lasso di tempo così lungo.
Teorie ad un tiro di sasso
Al momento, perciò, gli studiosi stanno cercando possibili modelli teorici che riescano a giustificare il ritrovamento effettuato da Curiosity; alcuni stanno provando ad ottenere la stessa molecola in condizioni diverse da quelle in cui naturalmente si formerebbe, provando varie condizioni di pressione e temperatura (tra cui senz’atro quelle marziane) in laboratorio; altri stanno proponendo e provando di riconsiderare i tempi geologici di Marte, riportando a tempi più prossimi la cessazione dell’attività vulcanica del pianeta; altri ancora stanno cercando altre plausibili spiegazioni.
Marte: Il sorprendente
Certo è che questa strana scoperta ci ripropone ancora una volta la solita considerazione su quanto in realtà conosciamo poco dell’universo che ci circonda, nonostante Marte sia, insieme a Mercurio e Venere, tra i pianeti più studiati della storia dell’astronomia.
Quello che per ora possiamo fare è attendere che gli studiosi impegnati in questa vicenda riescano a tirare fuori una teoria, ben supportata dai fatti, e possano così poi spiegare lo strano ritrovamento e magari ampliare un altro po’ le nostre conoscenze sul Pianeta Rosso, che a dispetto del fatto che venga studiato, come già detto, sin dagli albori dell’osservazione astronomica, riesce sempre a stupirci e meravigliarci mediante qualche ritrovamento curioso o attraverso l’osservazione di fenomeni ritenuti poco probabili.
FONTI
Wikipedia, l’enciclopedia libera;
MediaINAF, il notiziaro online dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.