Mazinger Z, il primo Robot pilotabile nella storia, si mostra nel trailer di anticipazione che sigla il suo ritorno al cinema.
Ma dal successo di oggi alla prima apparizione sono passati molti anni in cui l’eroe ha attraversato numerose difficoltà.Go Nagai, l’autore, desiderò sin da bambino di creare una serie incentrata sui robot, ispirato da Astro Boy e Super Robot 28.
Ma non riuscendo a ideare nulla che si distaccasse abbastanza dalle idee di queste opere, accantonò l’idea.
Fu nel 1971, trovandosi imbottigliato nel traffico, che gli venne l’idea di Mazinger; immaginò come sarebbe stato facile superare l’ingorgo se l’auto fosse stata dotata di arti capaci di ergerla in posizione eretta e quello fu il primo input per la serie.
Inizialmente, il prototipo del robot, disegnato con precisione quasi ingegneristica, fu chiamato Iron Z. In questa versione, il pilota si sarebbe agganciato con una “aeromobile” alla testa.
Alla Toei Animation l’idea piacque e si lavorò a qualche adattamento prima della pubblicazione effettiva.
Fu cambiato prima il nome in Energer Z e Koji Kabuto, il pilota, si sarebbe agganciato in testa percorrendo una rampa, lungo la schiena, a bordo di una moto; purtroppo la scena ricordava troppo gli eroi della serie Kamen Raider e quando si cambiò ancora il nome in Mazinger Z, venne aggiornato anche l’agganciamento.
Quest’ultimo sarebbe stato effettuato da una speciale navetta, l’Hover Pilder (in italiano Aliante Slittante), che nel corso della serie verrà sostituita da una versione migliorata chiamata Jet Pilder che gli volava direttamente in testa.
Queste modifiche costrinsero a rivedere il design del robot che fu cambiato più volte fino a raggiungere la forma ultima che noi tutti conosciamo.
Era il 1972 quando Mazinger Z uscì per la prima volta sulla rivista Weekly Shonen Jump, dove ebbe purtroppo vita breve.
La serie fu sospesa poco dopo, in parte a causa del target più maturo che richiamava rispetto i canoni degli altri Shonen, in parte a causa degli accordi tra lo stesso Nagai e Shueisha.
In seguito la serie riprese su TV Magazine della casa rivale Kodansha, ma a Nagai fu imposto di non proseguire dal punto in cui si era fermata ma di ricominciare da capo.
L’opera fu rivista più volte anche prima di approdare su Fuji Television.
I toni furono resi più “giovanili”, ogni puntata divenne auto-conclusiva, vennero censurati episodi e scene di distruzioni o morte e la storia originale rimase un “privilegio” per chi sapeva guardare oltre la superficie.
Go Nagai, da sempre fan della Divina Commedia di Dante e cultore della mitologia occidentale, si ispirò al mito di Zeus e gli Dei dell’Olimpo per la storia di sfondo della serie, anche se ritroviamo molto della cultura giapponese, in riferimento al Buddhismo ed allo Scintoismo, non a caso l’origine dei robot è attribuita ad un isola greca (Bardos) ed i robot femminili presenti sono chiamati Diana, Afrodite e Minerva; lo stesso Mazinger Z è ispirato alla figura di Zeus.
Nella serie The Impact, veniamo a scoprire l’origine dell’energia fotonica che alimenta il Mazinger, essa è l’energia dello stesso Zeus, morto durante lo scontro con Hades, che lo tradì per il dominio assoluto sul mondo.
Questi tratti della trama, scoperti negli anni a venire, erano in origine le idee che Nagai stava applicando sulla prima pubblicazione che venne sospesa, proprio per questo.
Per avere un quadro il più completo possibile è necessario leggere i sequel, gli spin-off e tenere un occhio aperto alla “lore” dei personaggi.
Lo stesso nome gioca molto sulle divinità, scritto in caratteri Katakana è pronunciato “MaJin” (che nella mitologia giapponese sono esseri magici attribuiti ad entità divine o demoniache), una parola composta dal kanji Ma (Demone) e Jin -o Shin– (Divinità) ed infatti Mazinger Z è una macchina da guerra dall’elevato potere distruttivo; Juzo Kabuto, nonno di Koji e costruttore del Robottone, afferma, prima di morire, che in base all’animo del pilota esso potrebbe diventare il Dio d’acciaio protettore dell’umanità oppure il Demone distruttore del mondo.
Nell’ultima opera di Nagai sullo Z, ovvero Shin Mazinger Zero (serie a fumetto di 9 volumi arrivati da noi grazie a Jpop terminata con una seconda serie da 8 numeri chaimata Shin Mazinger Zero contro il Generale Oscuro), il Mazinger è dotato di Sette Majin Power, speciali motori dall’origine mistica/meccanica che ne aumentano il potere e che, se liberati tutti, trasformano lo Z nello Zero, il punto di inizio o di fine di ogni universo.
In verità nelle ultime pagine della serie vediamo il vero significato dell’opera che conclude, un’ottima saga, omaggiando chi ha seguito il successo di Mazinger Z, proseguendo sul filone “robottiano”, che ha sempre dovuto lottare, non solo contro le forze del Dr. Hell e di Hades, ma anche contro la censura e la superficialità, per raggiungere quella vetta che ha ispirato tutte le opere dello stesso genere venute dopo e noi, attendendo l’uscita di questo nuovo film, ci prepariamo a volare al cinema al grido di “Mazin Go!“
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