Il calcio è indubbiamente lo sport più seguito in Italia e produce un volume d’affari che sta diventando sempre più considerevole. Secondo i report del Centro Studi Figc, ultimamente il numero di praticanti nel nostro Paese è aumentato di oltre 200.000 unità. Il valore del calcio in base all’impatto socio-economico nello Stivale raggiunge complessivamente i 4,5 miliardi di euro. Non si tratta di una semplice disciplina sportiva, ma di una vera e propria industria, che finisce con l’avere rilevanza anche dal punto di vista sociale, sebbene il disavanzo aggregato delle società professionistiche parli di cifre comunque molto alte, che superano il miliardo.
In buona sostanza, il sistema è appetibile, ma non sempre equilibrato. Da qualche tempo a questa parte sono perlopiù i settori giovanili a conoscere crescite significative, ma a livello economico si parla comunque di un colosso. I ricavi totali sono sempre elevati e l’impatto sul PIL è stimato in più di 11 miliardi di euro. Le perdite, invece, superano i 3,5 miliardi. Colpa di parametri finanziari che dipendono troppo dai ricavi televisivi, gestiti sicuramente in maniera meno oculata rispetto a quanto accade ad esempio in Inghilterra. Di riffa o di raffa, il calcio nostrano seguita però ad attirare nuovi investitori e rappresenta il principale sistema sportivo per contributi fiscali: basti pensare che i soli club professionistici incidono per 3/4 nell’intera contribuzione derivante dal mondo dello sport.
Il calcio italiano finanzia di fatto tutto lo sport dello Stivale. Nella seconda metà del secolo scorso sono stati generati quasi 20 miliardi di euro per il CONI e altrettanti per l’erario. Anche al di là degli aspetti economici i numeri si rivelano particolarmente importanti. Proprio di recente si è assistito ad un incremento della media di spettatori dal vivo nelle partite, che oggi va oltre quota 30.000. D’altro canto, le ragioni per cui il calcio è uno sport tanto amato sono molteplici e non si concentrano certo sui dettagli della finanza. Anche un singolo tifoso, senza rendersene conto, arriva a sostenere comunque una serie di spese per sostenere la propria passione, alimentando il circuito. Si stima che per lo Stato il ritorno economico per ogni euro investito sia di 20 volte tanto.
Le cifre che circolano nel mondo del calcio sono sempre state da capogiro e continueranno ad esserlo. Se i giocatori possono permettersi ingaggi milionari è proprio grazie ad un sistema che si nutre da sé. Già solo per vendere i diritti tv ai broadcaster, i vari club della Serie A percepiscono in totale quasi un miliardo di euro all’anno. Sbaglia chi pensa che sia tutto rose e fiori. C’è infatti chi vorrebbe aumentare ulteriormente il prezzo per vedere crescere i propri introiti e favorire una nuova spinta per l’intero movimento nazionale, così da avvicinarsi agli standard di altri campionati blasonati.
Oggi le attività che i tifosi possono eseguire in relazione al calcio sono tantissime e contribuiscono ovviamente a rimpinguare le casse degli addetti ai lavori, che sono sparpagliati tra più comparti dell’intrattenimento. Si potrebbe parlare di merchandising e videogiochi, ma basterebbe anche solo consultare un sito per le scommesse sul calcio per rendersi conto dell’attenzione che si dedica ad ogni partita e di quanto questo sport attecchisca in più settori. Gli appassionati non si interessano solo alla propria squadra del cuore e anche acquistando semplicemente la maglia di una grande formazione straniera alimentano l’indotto generale. Il calcio è una macchina da soldi che non va mai in folle.