Recensione – The Legend of Korra –

Titolo: The Legend of Korra
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore: PlatinumGames
Editore: Activision
Lingua: completamente in inglese
Data di rilascio: 21 ott 2014
Piattaforme: Pc, Ps3, Ps4, Xbox 360, Xbox One
Testato su Pc

Pericolo Tie-In
La giovane serie animata statunitense riscuote un buon successo, tanto da sbarcare anche in Europa.
Il Mondo è suddiviso in quattro fazioni —una per ogni elemento: Aria, Acqua, Fuoco e Terra— in guerra tra loro. Nulla di nuovo per noi popoli del Mediterraneo, sono le 4 radici su cui Empedocle ha tentato di spiegare la natura e l’origine del cosmo, o se vogliamo Ippocrate ha usato per spiegare l’origine delle malattie nell’uomo…

In questo Mondo, esistono i “bender” capaci, come suggerisce il nome inglese (e il personaggio di Futurama) di piegare uno dei 4 elementi succitati; ma solo l’Avatar, garante della pace tra le Nazioni, ha le capacità di adoperarli tutti e quattro. Questi si reincarna ciclicamente e l’avventura che andremo a sfogliare riparte 70 anni dopo le vicissitudini di Aang.
Idealmente ci troviamo in un arco temporale successivo alla seconda stagione della serie animata. Noi impersoniamo proprio un avatar. Korra è una figura femminile moderna. Non si tratta del solito personaggio debole ed emotivo. Non la principessa da salvare, ma una personalità combattiva.

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Se da un lato avere la possibilità d’impersonare una figura così forte e ben caratterizzata ha entusiasmato più che i soli fan dei personaggi partoriti da Bryan Konietzko e Michael Dante DiMartino, pensate invece a quanti hardcore gamer sono drizzate le orecchie all’annuncio di quale sarebbe stato lo sviluppatore del titolo targato Activision… Niente poco di meno che i Platinum Games già autori di perle come Metal Gear Rising: Revengeance, Vanquish e soprattutto Bayonetta, senza dubbio il miglior action della scorsa generazione.
A fare da frangiflutti ci pensa però una trama banale, partorita giusto per dare il là all’avventura, con il solito stereotipato cattivo di turno ad architettare un piano scevro dell’architettura tipicamente machiavellica del franchise. Un’occasione mancata per un brand ricco di sotto-trame intriganti, di humor e personaggi di spessore. Nessuno di questi elementi ritroverete, purtroppo, nel titolo in questione.

E’ vivamente consigliato, anche su pc, il controller della Xbox 

Il gameplay si focalizza su 2 assi: il torneo Pro-bending, e la modalità storia stimolante nella difficoltà crescente dei combattimenti mai punitivi. La campagna single player si divide a sua volta in 3 fasi: a cavallo di Naga, il titolo diventa una sorta di Endless Runner in cui saltare ostacoli e contrattaccare facendo i conti con una velocità crescente; esplorativa, alla ricerca di segreti disseminati qua e là per potenziare Korra con consumabili ed oggetti permanenti —spendendo la moneta in un negozio gestito da Iroh— ma non tutti i limes saranno valicabili sin da subito quindi sarà necessario ripetere alcuni settori per poter platinare il titolo; poi ci sono i combattimenti tra soldati semplici, mini Boss (in grado di piegare anch’essi uno dei 4 elementi), Mach, e Spiriti di diversa entità e pericolo.

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La prima volta che incontrerete ognuno dei suddetti nemici, ne apprenderete le routine ottimamente diversificate. Ciclicamente nei diversi livelli ve li ritroverete ad affrontare più volte, in numero maggiore, voi però sarete freschi di nuove tecniche e combo da mettere in essere.
La crescita del personaggio è alla base dell’avventura: iniziamo con tutti i nostri poteri nel prologo, per poi perderli e recuperarli via via di stage in stage in una frenesia e ritmo sempre crescenti; così impareremo a padroneggiare diverse tecniche: Tai-Chi (per Acqua), Kung-Fu (per Fuoco), Hung-Gar (per Terra), Ba-Gua (per Aria).
Il Boss finale tanto atteso non brilla per impegno, sarebbe stato lecito attendersi un’ulteriore impennata nella difficoltà con sudore a fiotti, un gamepad con pulsanti consunti e portato quasi al limite dell’elasticità. Siamo invece sulla stessa falsa riga dello Shadow of Warriors dei Flying Wild Hog, dove a fare da contraltare alle terribili ondate finali (su tutte quelle del capitolo 16) ci sono Boss tutto sommato abbordabili.

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Il torneo Pro-bending è intrigante sulle prime, ma perderà interesse dopo qualche partita. Non offre varietà d’intervento, le meccaniche sono semplici e non ci sono abilità speciali a stimolare gli scontri. Si tratta di una battaglia su un’arena suddivisa in più zone. Si scontrano 2 squadre composte ognuna da 3 bender in grado di piegare a sé 3 elementi diversi; lo scopo è far indietreggiare gli avversari, colpendoli, nelle fasce più esterne sino a farli cadere dal ring.
Una mano in più l’avrebbe potuta dare un’impostazione multiplayer con l’aggiunta di elementi in grado spostare gli equilibri come tattiche/fasi di gioco differenti, o magari consumabili da spendere in gara. Resta comunque una sfida aggiuntiva alla campagna principale.

Tecnicamente ha alti e bassi

La fluidità è granitica, non ci sono cali di frame. Di notevole pregio gli effetti estetici rivolti alle diverse combo e tecniche speciali di combattimento.
Graficamente il Cell-Shading dona quella ideale continuità col cartone animato, avendo il grande pregio di far sentire a suo agio il giocatore nell’ambiente di gioco confezionato. Buona l’espressività dei volti, la tecnica artistica poggia su elementi semplici ma in grado di creare empatia. Siamo già programmati dalla natura per provare tenerezza vero i grandi occhi di Korra; le pieghe del vestiario dei personaggi sono tipiche dei fumetti e donano plasticità e dinamismo anche in combattimento; gli spiriti, caratterizzati da curve sinuose, sembrano amichevoli ma tradiscono una cattiveria agonistica senza pari, soprattutto quelli più grossi e cattivi.
A stupire decisamente meno sono invece gli ambienti, spesso spogli come la Città della Repubblica. Anonima. Con vicoli tutti uguali e priva della vitalità e dell’anima che invece dimora nella serie in onda su Nickelodeon.
Ottime invece le musiche, riprese di netto dalla serie Tv.

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Commento finale: il combat system, con gli stili diversi da apprendere, l’adrenalina innescata dopo un duro scontro vinto, e la componente artistica —seppur le location potevano essere più ispirate, visti i tanti spunti elargiti dal cartone animato— sono gli elementi più riusciti. Fanno invece da contraltare la trama e i personaggi dimenticabili, soprattutto per la mancata localizzazione della lingua in italiano; nonché una ciclica ripetizione dei mini Boss.
Tuttavia va fatto notare come un titolo realizzato esclusivamente per il mercato digital delivery con un prezzo all’uscita di soli 15 euro, che sfrutta una licenza come questa, difficilmente punta su una trama profonda o una buona longevità; preferendo concentrarsi invece sul gameplay in senso stretto, quindi sul combat system, e i Platinum games in questo campo sono una garanzia. Consiglio il titolo non solo ai fan della saga ma a tutti coloro i quali preferiscono più un’esperienza breve ma stimolante nella difficoltà che l’essere intrattenuti da una buona trama. Non è assolutamente un capolavoro, e la mancanza di maggiori nemici potrebbe scoraggiare più di qualcuno; ma potete dargli sicuramente una chance, magari quando il gioco andrà in sconto.

Voto 6,5

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icniVadoDraNoel

Appassionato di romanzi sci-fi, scopre per vie traverse il mondo videoludico scovando per caso un floppy disk del padre. L’alieno oggetto in un mondo governato da Console a dvd, si rivelerà poi niente poco di meno che un titolo per Amiga. Da lì in poi nasce la passione, soprattutto per i titoli Obsidian e Bioware. Ora tra una lettura e l’altra, fantastica malvagie macchinazioni, imbracciando lame luminescenti alla ricerca di forzieri; lasciando la gloria ai veri eroi. Del resto senza i Villain, i buoni non esisterebbero.
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