Si è spento ieri a New York Lawrence Ferlinghetti, poeta, autore, libraio, editore simbolo della Beat Generation. La libreria di Ferlinghetti diventa una vera icona della letteratura, cuore di cultura e di incontro, di diffusione del pensiero intellettuale.
Nato a Yonkers da madre francese e padre italiano, ha una vita avventurosa che lo porta a formare una coscienza di pacifismo, soprattutto dopo aver partecipato allo sbarco in Normandia. Dopo aver assisitito agli orrori della guerra vive per un periodo a Parigi, dove capisce che la sua strada è quella della poesia, e consegue un dottorato in poesia moderna alla Sorbonne. Come poeta esordisce nel 1953, ed ottiene una consacrazione definitiva con A Coney Island of the mind.
Nel 1953 apre a San Francisco la City Lights Bookshop; questa libreria diventa un punto di riferimento per i poeti della Beat Generation, movimento giovanile diffuso negli anni Cinquanta del Novecento negli Stati Uniti. Poesia, prosa, coscienza culturale accomunano gli artisti della Beat Generation, il cui nome fu coniato da Kerouac nel 1948.
Il simbolo di questa poetica è il “distacco”, ma anche l’eclettismo. Ereditano il verso libero da Walt Withman, la volontà di fuggire il reale dai poeti maledetti francesi come Rimbaud e Baudelaire, ed esprimono il loro rifiuto della società borghese attraverso la loro poesia.
City Lights bookshop, un calderone di artisti
Due anni dopo dalla sua apertura, la casa editrice City Lights Booksellers & Publishers dello stesso Ferlinghetti si affianca alla libreria.
E’ proprio Ferlinghetti a pubblicare nel 1956 Howl di Allen Ginsberg, uno degli esponenti della Beat Generation, per la quale in un primo momento viene anche arrestato per diffusione di materiale osceno.
L’urlo di Ginsberg è considerata la poesia manifesto di questo movimento. Si tratta di un poema dal linguaggio distopico, un lungo lamento per la società contemporanea.
Ci piace ricordare Ferlinghetti come un propulsore culturale; è stato al centro di un calderone di novità in un momento storico ricco di eventi, tensioni e mutamenti. Come editore ha aperto le porte agli scrittori indipendenti che non riuscivano ad essere pubblicate, una sorta di “mecenate” dei poeti scomodi.
Come scrive lo stesso Ferlinghetti:
“Tutto ciò che volevo fare era dipingere luce sui muri della vita”.
A proposito, se cercate un bell’approfondimento sulla Beat Generation e la figura di Allen Ginsberg potete guardare Howl. Film del 2010 di Rob Epstein e Jeffrey Friedman, Ginsberg è interpretato da un grande James Franco.
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