10 serie tv da vedere su Netflix che sono poco conosciute

Da una decina d’anni, il termine serie tv ha ufficialmente sdoganato quello forse più denigrante di telefilm. Gli show televisivi e, ormai molto più spesso, digitali hanno raggiunto apprezzamento e stima da pubblico e critica, riuscendo a convincere anche grandi maestri del cinema più tradizionale a lanciarsi nella serialità. Netflix incarna bene l’idea di “contenitore” di show di altissimo livello, spesso vincitori di premi e riconoscimenti importanti. Nella piattaforma di streaming sono presenti numerosi contenuti meritevoli, ritenuti dei veri e propri must tra le serie tv. Ci sono però alcune serie tv da vedere poco conosciute rispetto alle altre, che meriterebbero maggiore fortuna.

In questo approfondimento saranno raccolte dieci tra le serie tv poco conosciute da vedere su Netflix: prodotti di ottima livello che, per vari motivi, sono passi in sordina in Italia. Tra essi sia contenuti originali Netflix che opere solo successivamente arrivate nella piattaforma: dall’horror all’animazione, passando per i documentari e i drammi ad alta tensione.

Samurai Gourmet

Tra le serie tv meno conosciute (in questo caso quasi sconosciuta in Italia) possiamo trovare un interessante prodotto proveniente dal Giappone. Samurai Gourmet è una serie piuttosto anomala, diversa dagli altri tipi di titoli sulla piattaforma: a metà tra una commedia e un documentario sul cibo. La storia segue le vicende di un pensionato nipponico – il 60enne Takeshi Kasumi – che, una volta raggiunto il tanto desiderato riposo, si ritrova a passare le sue giornate non sapendo cosa fare. Inizierà così un percorso di scoperta culinaria e del benessere psicologico anche grazie ad una mistica figura che lo accompagnerà: un samurai dell’epoca feudale giapponese che riesce, indirettamente, a diventare un esempio da seguire per superare la sua timidezza.

Samurai Gourmet è un prodotto che, dopo un iniziale smarrimento, riesce a coinvolgere lo spettatore portando alla totale empatia con il suo protagonista. Una serie che non solo ci lascia immergere nel cibo e nella cultura culinaria del Giappone ma offre un curioso e particolare spaccato della società orientale. Quale modo migliore, del resto, per conoscere un paese se non attraverso il cibo?

Giri/Haji – Dovere/Vergogna

Trasmessa originariamente su BBC Two, Giri/Haji – Dovere/Vergogna arriva gennaio 2020 in Italia attraverso Netflix. Per una serie di motivi, soprattutto legati alla poca pubblicità fatta dalla piattaforma ai suoi più che validi prodotti stranieri, specie asiatici – la serie è di produzione britannica e giapponese – non ha avuto il successo che avrebbe meritato ed è rimasta isolata, passando in sordina. Lo show su Netflix è certamente da recuperare, tra i prodotti più interessanti di inizio 2020. La serie ci porta nei bassifondi londinesi, tra la criminalità e detective, in una storia che vede il coinvolgimento della yakuza, sempre affascinante soprattutto se decontestualizzata dall’ambiente prettamente nipponico.

Un noir che, pur coinvolgendo e ammaliando con l’azione e le caratteristiche tipiche dell’action e del crime, non perde di vista i suoi personaggi, riuscendo a costruire una storia che indaga nello spirito di ognuno di essi. Giri/Haji è non solo un ottimo prodotto per gli amanti del genere ma soprattutto una serie di altissimo livello sia nella scrittura che nel suo comparto tecnico-visivo. E c’è da chiedersi perché Netflix non abbia scommesso di più sulla sua promozione, relegandola a fanalino di coda dietro alcuni prodotti che di noir o crime hanno ben poco.

BONDiNG

Meno conosciuta tra le varie serie uscite negli ultimi anni su Netflix, BONDiNG è forse tra le più curiose e stravaganti. Essa porta al pubblico della piattaforma digitale argomenti scabrosi come le perversioni sessuali e, in particolare, le pratiche BDSM. Ciò che però rende interessante questa proposta non è tanto il tema centrale, quanto invece il modo di metterlo in scena e di utilizzarlo ai fini narrativi – e soprattutto comici. Perché la serie non si prende mai sul serio, riuscendo a ironizzare sull’argomento e a proporlo in maniera leggera e briosa. Certo la serie Netflix, inevitabilmente, mette in gioco temi come l’incomunicabilità, i pregiudizi sociali e soprattutto sessuali, specie se legati al genere. Però tutto attraverso la lente d’ingrandimento comica che ammorbidisce l’impatto con ognuna delle tematiche.

BONDiNG è tra le serie tv da vedere e da riscoprire su Netflix, ingiustamente poco conosciuta e non inferiore ad un prodotto simile, nella stessa piattaforma, ovvero Sex Education – che al contrario ha ottenuto un successo piuttosto importante.

Scream

Tra le saghe horror/slasher più coinvolgenti – e paradossalmente più amate per la sua irriverenza – c’è certamente quella di Scream. La serie di film, con all’attivo quattro titoli (tra il 1996 e il 2011), ha visto nel 2015 aggiungersi al conteggio anche una trasposizione televisiva. Alla serie di film con protagonista Neve Campbell, però, si ricollega quasi solo per il nome. Perché se è vero che la serie di Scream riprende l’idea alla base della saga slasher, se ne distanzia sotto molti punti di vista, soprattutto nelle vicende narrate che nulla hanno in comune con i precedenti film.

Ciò che rende Scream interessante è il fatto di riuscire a unire gli elementi classici della saga cinematografica non solo con il ritmo narrativo – e le storyline più tendenti al teen drama – ma soprattutto per la sua capacità di focalizzarsi sull’uso della tecnologia e dei social media, rendendo il concept più vicino alla contemporaneità. Il tutto attraverso l’indagine metacinematografica (in questo caso metatelevisiva) sul genere horror, sempre con un briciolo di macabro humor e una tensione che resta comunque alta.

In poche parole

Tra i prodotti più interessanti presenti sulla piattaforma c’è sicuramente In poche parole, docu-serie americana. Essa è poco conosciuta principalmente per le sue caratteristiche non-narrative, essendo un prodotto totalmente documentaristico: ciò, pur meno del passato, allontana molti dei fruitori degli show sulla piattaforma di streaming digitale. In poche parole, però, è certamente uno degli esempi migliori da tenere a mente quando di cerca un prodotto che informi, che sia coinvolgente e soprattutto che non appesantisca.

I suoi episodi – prevalentemente tra i 16 e i 18 minuti – riescono subito ad entrare nel nocciolo della questione e a spiegare nel migliore dei modi, in relazione al minutaggio disponibile, l’argomento trattato. E quest’ultimo è sempre diverso in ogni episodio, coprendo una svariata quantità di tematiche e aspetti del quotidiano e del passato, oltre che del futuro. Tra essi il politicamente corretto, l’orgasmo femminile, il mercato azionario e l’uso del punto esclamativo. Certamente una delle serie più interessanti in circolazione: perché, in fondo, l’informazione e la conoscenza non sono sempre noiose.

Master of None

Attore, autore e stand-up comedian, Aziz Ansari è una delle personalità più spassose della televisione americana e non. Il suo modo di comunicare ed entrare in contatto con il pubblico lo rende il soggetto perfetto per uno show. Master of None è il suo personale progetto, scritto e interpretato con un’ironia unica. La serie, originale Netflix, è una sorta di viaggio nella mente e soprattutto nelle disavventure di un personaggio che, in fondo, non è altro che l’autore stesso. Un uomo di origini indiane che si scontra costantemente con una vita che sembra mettergli ogni giorno i bastoni tra le ruote, in modo sempre più divertente.

Tra politicamente scorretto e situazioni ai limiti dell’assurdo, le imbarazzanti vicende narrate nella serie riescono a renderla uno dei prodotti più divertenti sulla piattaforma, nonché tra i migliori dal punto di vista della scrittura. Master of None è, purtroppo, meno in vista rispetto agli altri prodotti soprattutto perché è stata oscurata da prodotti più indirizzati al grande pubblico, usciti contemporaneamente. Resta però uno dei titoli più interessanti da recuperare, anche grazie alla sua fluidità che permette di divorare le due stagioni in una manciata di giorni.

The Sinner

Aveva fatto molto parlare di sé, salvo poi perdersi con il passare del tempo. The Sinner è una serie antologica che, arrivando su Netflix, ha trovato un po’ di visibilità pur restando ancora parzialmente nell’ombra. Sviluppata come una serie antologica, in ogni stagione (3 ad oggi) un detective indaga su un caso specifico. La serie riesce a tenerci incollati allo schermo per tutta la durata degli episodi, con una tensione che non crolla mai e un ritmo sempre elevato che rende i numerosi colpi di scena emozionanti e di notevole impatto.

Nominata agli Emmy e ai Golden Globe, The Sinner resta in Italia ancora un piccolo fiore mai sbocciato in termini di pubblico – o almeno, la prima stagione forse aveva raggiunto un limitato successo non confermato successivamente. Una serie, però, da recuperare assolutamente: anche grazie all’incredibile lavoro degli attori, lo show con Jessica Biel (straordinaria protagonista della prima stagione) stupisce e affascina. Tra thriller e crime story, una delle serie tv più interessanti da vedere su Netflix, nonostante il suo limitato successo nel nostro paese.

Designated Survivor

Il sopravvissuto designato è, per gli Stati Uniti d’America, una figura istituzionale incaricata di prendere il posto del Presidente degli States in caso di decesso, contemporaneo, di quest’ultimo e della squadra di governo (le cariche destinate a prenderne il posto, come vice e ministri). Questo è ciò che c’è da sapere quando ci si approccia a Designated Survivor, serie Netflix che, pur avendo ottenuto un discreto successo inizialmente, si è poi rivelata un fuoco di paglia pronto a bruciare in breve tempo – forse troppo breve. Perché già dall’episodio pilota ci sono tutte le premesse (il più delle volte rispettate) per una grandissima serie e una narrazione che tiene costantemente con il fiato sospeso, tra complotti, caos governativo e traumi personali.

Kiefer Sutherland poi, nei panni del protagonista, riesce a metter in piedi un’interpretazione magistrale che ben si adatta alla scrittura sempre attenta e intelligente della serie. Un prodotto che anche se nel corso del tempo perde il piglio dinamico delle prime stagioni, resta tra i più validi nel suo genere. Una serie da recuperare se si è amanti delle storie legate alla politica e agli enigmi dietro essa ma anche se si vuole gustare un prodotto ben confezionato e curato nei particolari.

Crashing

E se vi dicessimo che Phoebe Waller-Bridge, ideatrice e protagonista di Fleabag, aveva già creato una serie altrettanto divertente? Parliamo di Crashing, serie britannica trasmessa da Channel 4 e arrivata un anno dopo su Netflix. In soli 6 episodi – è stata prodotta un’unica, breve, stagione – lo show riesce ad appassionare e soprattutto far ridere raccontando il disagio di una generazione sull’orlo del fallimento professionale e sociale. I protagonisti sono un gruppo di ventenni che convive all’interno di un ospedale abbandonato. Come possono farlo? Beh, in loro ruolo è quello di property guardian: in cambio di un affitto a basso prezzo faranno da custodi dell’edificio, dovendo rispettare però una serie di particolari regole. Già dal plot la serie è una delle comedy più originali e bizzarre.

Il soggetto è, così come Fleabag, tratto da alcune opere teatrali della sua ideatrice, una delle autrici comiche più importanti della sua generazione. Crashing è uscita sulla piattaforma digitale nel 2017, anno in cui in Italia arrivarono prodotti che ne oscurarono la presenza. Ciò però non toglie valore ad un prodotto fresco, frizzante e ben scritto che racconta come varie personalità, specie se in giovane età, possono convivere bene attraverso il confronto, motore per la crescita personale. Assolutamente una delle serie tv poco conosciute da vedere su Netflix!

Aggretsuko

Anche l’animazione ha il suo spazio in questa lista di serie tv da vedere poco conosciute. Su Netflix sono presenti una svariata quantità di anime e tra essi, forse passato un po’ in sordina rispetto a titoli più importanti, c’è Aggretsuko: prodotto divertente e completamente fuori di testa. La serie, a metà fra la commedia e il musical, riesce a prendere al 100% soprattutto per la sua instancabile frenesia ma soprattutto per una serie di tematiche importanti e piuttosto delicate affrontate con uno spirito mai didascalico e moralistico.

La storia è quella di Retsuko, un panda rosso di 25 anni che lavora come contabile per una società commerciale. La giovane donna è frustrata dalle costanti angherie dei colleghi e dei superiori ma riesce a trovare conforto in un rituale serale: un karaoke bar nel quale si sfoga cantando death metal. Aggretsuko (da Aggressive + Retsuko) è uno di quegli anime che vale la pena di recuperare non solo per lasciarsi trasportare nel bizzarro mondo della sua protagonista ma anche per riuscire a vedere alcuni atteggiamenti del quotidiano sotto aspetti diversi. L’animazione, oramai, non è più un genere rivolto esclusivamente ai giovanissimi.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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