Servizi segreti americani hanno una AI in grado di prevedere il futuro

Minority Report della geopolitica contemporanea?

No, non siete in un film di spie e nemmeno in una serie tv distopica. Un’agenzia dell’intelligence statunitense, l’IARPA, che si occupa di ricerca tecnologica a supporto della difesa, ha reso pubblico uno dei loro progetti. Questo modello mette a disposizione dei servizi segreti, l’intelligenza artificiale e il machine learning per prevedere il futuro.

Chi conduce queste ricerche per i servizi segreti?

L’ IARPA (Intelligence Advanced Research Projects Activity) è un ente di ricerca che investe in programmi di ricerca per l’Intelligence Community degli Stati Uniti.

Un ramo di queste ricerche riguarda l’Anticipatory Intelligence, ossia un’approccio predittivo applicato ai servizi segreti.

Quali sarebbero le applicazioni? Non pensate sia un vantaggio prevedere un cigno nero, ossia un evento assolutamente raro e inaspettato che irrompe negli equilibri geopolitici del pianeta, e prepararsi?

Le previsioni nel contesto geopolitico sono un’attività fondamentale per le relazioni internazionali da tempi immemori.

Pensate agli aruspici degli antichi Romani. I sacerdoti incaricati di decifrare il futuro osservando le viscere delle vittime sacrificali.

Grazie a quelle predizioni, anche se in quest’epoca ci fanno sorridere, si decideva se era un giorno propizio per guerre e per trattative.

Ma dall’antica Roma la tecnica si è evoluta e proprio grazie a queste ricerche, sembra andare sempre più avanti. Il progetto in questione è SAGE, l’acronimo per Synergistic Anticipation of Geopolitical Events.

Che cos’è SAGE?

Questo progetto è basato su un sistema di predizione ibrido. Dal momento che le predizioni degli eventi in un contesto così pieno di variabili è estremamente difficile, un approccio misto può renderlo meno impossibile.

Da una parte abbiamo un modello di machine learning che viene nutrito con tonnellate e tonnellate di dati dei servizi segreti, mentre dall’altra abbiamo degli esseri umani. Degli “omini delle previsioni”, non esperti, che fanno le loro ipotesi.

ia servizi segreti

Da una parte gli esseri umani sono in grado di ragionare meglio su dati qualitativi; dall’altra abbiamo macchine che possono elaborare ed aggregare dati quantitativi su una scala sicuramente maggiore rispetto alle capacità umane.

Perplessità sui dati

Ma la perplessità più grande sorge sulle fonti su cui si basa un modello predittivo del genere.

L’idea di anticipare guerre, attentati terroristici o altri crimini ha bisogno di grandi fonti di dati e a parlarne è stato l’esperto della National Security Agency James Bradford.

In un articolo, The Department knows all about you afferma che l’obiettivo di IARPA è quello di creare sistemi informatici, gestiti attraverso l’intelligenza artificiale, che sarebbero “in grado di catalogare la vita di tutti, ovunque, 24/7“.

Tali programmi sarebbero in grado di accedere istantaneamente a flussi di dati dei cittadini analizzando

ogni post di Facebook, tweet e video su YouTube; ogni numero di biglietto dei caselli autostradali; qualsiasi posizione GPS, ricerca web o feed di notizie; tutte le videocamere di sorveglianza; ogni prenotazione al ristorante

Ossia si vorrebbe “eliminare l’elemento sorpresa nell’equazione dell’intelligence.

Non dobbiamo arrivare necessariamente a Minority Report

Una prospettiva che sembra essere uscita da un film, no? A girarlo ci ha pensato Steven Spielberg nel 2002, e sto parlando di Minority Report.

In una Washington del 2054, i crimini sono completamente spariti grazie a delle unità di Precrimine. Unità che si occupano di arrestare i presunti colpevoli, prima che essi commettano effettivamente un reato.

minority report
Scena di Minority Report, film dai mille spunti di riflessione, consigliatissimo

Il tutto in un sistema opaco che rende i propri cittadini trasparenti. In una società decisamente kantiana, in cui l’intenzione equivale all’azione, l’idea di anticipare il futuro e punirlo non è poi così assurda.

Se tutto questo sia giusto o meno è tutto da discutere, ma sicuramente rappresenta un’evoluzione della tecnica inevitabile.

Come per tutte le scoperte scientifiche, non si deve avere una paura cieca dell’intelligenza artificiale; è necessario che queste tecnologie vengano conosciute al meglio, analizzate con occhio critico. Discusse e regolamentate di conseguenza.

Il compito della scienza è di superarsi sempre, quello della società è comprendere e (eventualmente) limitarla. Anche se si trattasse dei servizi segreti.

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