Trascorrere tempo tra gli alberi non è solo una pausa rilassante, ma un vero stimolo per il benessere fisico ed emotivo. La pratica giapponese dello shinrin-yoku, anche detto “bagno nella foresta”, ha mostrato effetti sorprendenti sulla pressione sanguigna, sull’equilibrio del cuore e persino sui marcatori infiammatori. E non è un caso che questo paese conosca altri metodi per stare meglio nel mondo.
Camminare tra gli alberi fa meglio di quanto immagini al corpo e alla mente
Originaria del Giappone, la terapia forestale non si limita a camminare in un parco. Significa lasciarsi avvolgere dall’atmosfera naturale, respirare profondamente, osservare i dettagli, ascoltare i suoni nascosti della foresta. È un’esperienza sensoriale completa che mira a riportare armonia tra corpo e mente.
Per anni la ricerca scientifica ne ha documentato l’impatto sulla sfera psicologica, riducendo stress e ansia. Oggi gli studi suggeriscono che i benefici vadano ben oltre.
Un esperimento condotto dal professor Iwao Uehara dell’Università di Agraria di Tokyo ha coinvolto 36 volontari anziani con ipertensione. Divisi in due gruppi, alcuni hanno trascorso tre giorni in un parco forestale in Cina, tra camminate, meditazione, qigong e cerimonie del tè; altri hanno seguito un programma simile in contesto urbano.
Le differenze registrate al termine dell’esperimento sono state notevoli.

Chi aveva vissuto immerso nella natura presentava una pressione più bassa, livelli ridotti di proteina C-reattiva (indicatore di processi infiammatori) e una maggiore variabilità della frequenza cardiaca, parametro che rivela la capacità del cuore di adattarsi allo stress. A questo si aggiungeva un miglioramento del tono emotivo: calma, energia, serenità.
Una combinazione che suggerisce come l’ambiente naturale possa influenzare contemporaneamente il sistema nervoso e quello cardiovascolare.
Non tutti gli studiosi, però, condividono pienamente queste conclusioni. Alcuni sottolineano che i ricercatori non hanno monitorato con precisione l’attività fisica nei due gruppi: se nel bosco si fosse camminato di più, parte dei risultati potrebbe essere attribuita al movimento piuttosto che all’atmosfera forestale.

Nonostante queste criticità, emerge un punto chiave: il contatto diretto con la natura sembra avere un potenziale terapeutico concreto. Non si tratta solo di un’impressione soggettiva di benessere, ma di effetti misurabili su cuore e infiammazione.
Viene da chiedersi quanto le nostre vite urbane, scandite da rumore, fretta e distrazioni continue, privino il corpo di un alleato silenzioso ma potente. In realtà la risposta ce l’abbiamo di fronte: basta guardarci allo specchio per vedere quanto stiamo male.






