So I am I spider, so what? – Kumo desu ga, Nani ka? – è tra i manga più riusciti di un piccolo sottogenere degli Shounen Manga, focalizzato sulla rinascita dei protagonisti in un mondo fantasy.
Nato sotto forma di Light Novel giapponese dalla prolifica penna di Okina Baba, poi illustrato da Tsukasa Kiryu nel 2016, la storia parte nel momento in cui, in un altro mondo, l’Eroe e il Re dei Demoni si danno battaglia ferocemente, e quando i loro poteri magici collidono, inspiegabilmente un’intera classe di studenti liceali giapponesi, nel nostro mondo, muore!
La protagonista della storia è appunto una delle studentesse – la più introversa e nerd, tanto per cambiare – che al suo risveglio dalla presunta morte, scopre di essere rinata sotto forma di un ragno mostruoso, il più debole del suo tipo, all’interno di un dungeon potenzialmente mortale, ricco di mostri ben più pericolosi, che la porteranno a strategie improbabili pur di sopravvivere e capire cosa le sia successo, e che fine abbiano fatto gli altri compagni.
So I am a Spider, so What? RPG-Style
La nostra sventurata ed ironica eroina scoprirà ben presto che a dar supporto alla sua nuova vita sembra esserci una sorta di Sistema di gioco, accompagnato da livelli, statistiche e abilità, HP, MP e ogni sorta di dettaglio del caso.
Da brava nerd, cercherà di sfruttarlo al massimo per crearsi una nuova vita all’interno di un dungeon apparentemente immenso, con mostri in pieno stile Dragon Quest – ed un tratto di pennino che li ricorda davvero molto lo stile di Akira Toriyama!
La nostra piccola ragnetta scoprirà inoltre che sconfiggendo gli altri mostri non solo riuscirà a recuperare le energie perse in battaglia, ma salirà anche di livello, potendo aspirare a nuove forme aracnidi, sempre più forti – e sempre più umanoidi -.
Un Anime, mille domande
Quando un prodotto cartaceo ha un discreto successo, il passaggio da manga ad anime è quasi scontato. Non altrettanto scontata, però, è la qualità della resa.
Un utilizzo selvaggio di computer grafica rallenta le animazioni e distorce un tratto di disegno precedentemente molto nitido, alternandosi all’animazione classica, quasi senza una consecutio logica, alterando le forme delle creature della scena. I colori scelti, molto più pastello delle copertine originali del manga, sembrano decisamente banalizzare un prodotto che aveva molto potenziale. Non sarà opportuno fare alcun commento sul design dei draghi, i mostri più belli e potenti del manga, qui completamente deformati da disegni fatti alla buona.
Non sufficientemente soddisfatta della storpiatura, la regia ha deciso inoltre di inserire diversi personaggi della classe di Kumo in flashback vari ed eventuali, non presenti nel manga.
Il prodotto, di bassa qualità ma con una buona eco in terra nostrana, ha trovato terre fertili nei domini di Crunchyroll, che dovrebbe pubblicarlo da qui a breve.
Seriamente, meglio trovare il manga, ma se proprio siete pigri…
I Respawn Manga: una nuova tendenza?
Più o meno dal 2015, tra manga e manhwa, la tendenza a creare serie in cui i personaggi “respawnino” in stile rpg in un mondo alternativo sembra andare molto di moda, e con risultati niente male.
Kumo desu ga è solo uno dei tanti titoli del genere, ma se voleste approfondire, un buon inizio potrebbe essere partire da piccole chicche quali Re: Monster – in cui il protagonista rinasce goblin, e buona fortuna davvero! -, The Gamer, un manhwa in cui il protagonista a seguito di un trauma scopre che il mondo è ben più oscuro di come sembri, e di avere un potere assolutamente fuori dai limiti del buon senso, potendolo accrescere senza limiti come negli RPG, o ancora il manhwa Skeleton Soldier could not protect the dungeon, e via dicendo.
Insomma, che piaccia o meno, sembra che questa moda di Respawn Manga continui a svilupparsi in lungo e in largo in oriente. Attecchirà anche ai palati difficili – ma neanche troppo – dell’occidente? Staremo a vedere!
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