Spidey … L’Uomo Ragno… Spiderman…
La prima volta che ho messo le mani su un fumetto del nostro amichevole tessiragnatele di quartiere è stampato indelebilmente nella mia memoria:
era un giorno di fine agosto del 1972 ed ero in una torrida stazione ferroviaria di provincia (Terontola, Arezzo)…
Avevo 10 anni e alla fine di una trattativa infinita, stremata, mamma ha ceduto e le mie manine hanno conquistato l’oggetto del desiderio:
il n. 61 de L’UOMO RAGNO, editoriale Corno, titolo “Un fruscio d’ali nella notte”.
E’ stato amore a prima vista, lo giuro!
Per me cresciuto a Topolino ,Capitan Miki e Blek Macigno quello sgargiante albo (misteriosamente a colori due pagine si e due pagine no…) è stato l’inizio della dannazione.
Di Spidey amavo tutto, come poteva essere altrimenti?
Diciamocelo, noi mingherlini, “bravini” a scuola, amanti della lettura e dei fumetti, poco inclini, anzi spesso vittime, a quello che ora si chiama (giustamente) bullismo, ma che allora era “scuola di vita”, vessati dai più grandi e dai più prepotenti, non potevamo non sognare che, prima o poi, anche per noi sarebbe arrivato il “fatidico” ragno radioattivo a cambiare le cose.
Di Spidey, ho letto praticamente tutto, recuperando fortunosamente i numeri precedenti quel “magico” 61 (prestiti, scambi, “bustone a sorpresa”, compiti a casa “conto terzi”…).Di Spidey mi piacevano le storie e le sotto-trame, odiavo, come odio ancora Zia May, ero cotto di Gwen (mai abbastanza rimpianta) e, soprattutto, mi piaceva il clima che si respirava:
Peter “Spidey” Parker era uno di noi, con gli stessi problemi (pochi soldi, poco popolare, invisibile alle ragazze, specie quelle che ti piacevano) ma rappresentava anche il sogno della riscossa.
Le storie erano semplici, lineari, fantastiche, i cattivi poi erano speciali (Lizard, Goblin, l’Uomo Sabbia, Octopus, l’Avvoltoio, Mysterio…) niente a che vedere con quelle degli “altri”:
nessun Dio o Semidio e nemmeno abitatori di dimensioni alternative (naturalmente la mia passione per la fantascienza mi portava anche verso i Fantastici 4, ma Spidey era un’altra storia…).
Negli anni ho superato indenne i periodi più discussi della “continuity marvel” e tutti gli “sgarbi” dedicati al ragno, visto che ogni “caduta” comportava, poi, una rinascita a un livello superiore, facendomi innamorare di nuovo e dimenticare i “tradimenti”.
Fino qui tutto vero, però c’è un però:
piano piano, a lenti ma inesorabili passi, il clima degli inizi è andato perduto:
Peter Parker cresciuto, maturato (come me, del resto) e se le sue storie “adulte” mi hanno continuato ad appassionare, il bambino che è in me ha continuato a guardarsi indietro, rimpiangendo il “Coffee Bean” e le pettinature degli Osborn.
Ma, fortunatamente, a risolvere la questione, dopo la fine delle “Secret Wars”, è arrivato in edicola “Spidey”, il nuovo bimestrale Marvel dedicato all’Uomo Ragno (da poco è uscito il secondo numero).
Molto criticato in molti siti specializzati a opera dei soliti “Soloni”, quelli che “si stava meglio quando si stava peggio”, mentre per qualcuno “non vale la spesa”, a me è piaciuto, tanto, anzi tantissimo, anzi l’ho adorato!
È uno splendido reboot:
le origini e la questione “grandi poteri, grandi responsabilità” sono “liquidate” nella prima pagina di ogni storia e si passa subito a una rilettura (attenzione, ho detto rilettura, non riproposizione) delle prime classiche “avventure” del ragno:
tornano i villain più amati e le prendono di santa ragione (ops… spoiler), Spidey è imbranato come non mai e sempre e comunque sopra le righe, ci sono tutti i personaggi della saga e Gwen è… Semplicemente Gwen.
Naturalmente, a ben guardare, c’è una strizzatina d’occhio ai vecchi fans mentre si cerca di catturarne di nuovi…
Ora, io non sono un recensore obiettivo, quindi:
se leggete solo “capolavori acclamati” non compratevelo, in Spidey, che forse capolavoro non è, ci sono solo le atmosfere degli esordi, ci sono solo i disegni che sembrano, invece, proprio quelli del futuro e, scusate se è poco, c’è tanto, ma tanto, Spiderman.
Tutto qui. Davvero. Tutto qui.
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