Pokemon GO è pericoloso? Alcune cose da sapere

Pokemon Go fra presunti elementi demoniaci, privacy e sicurezza. Alcune cose sono vere, altre meno. Ma cosa c'è da sapere?

È inutile che perda tempo a parlarvi di Pokemon GO: voi sapete meglio di me che cosa sia – io sono il tipo che ha il Windows Phone… – e anche noi del Bosone ce ne siamo occupati più volte, per esempio qui, qui e qui. Tuttavia, come tutti i fenomeni che diventano di massa o virali ha scatenato discussioni e un nutrito numero di haters; c’è chi odia perché non capisce, chi perché semplicemente non può essere come gli altri.

Quando anche partiti politici fanno cose del genere allora il termine “virale” è davvero appropriato

Le critiche a Pokemon GO sono le più disparate, c’è anche gente di questo tipo qui:

Non è nostra intenzione sviscerare significati nascosti, esoterici o demoniaci. Se c’è un pericolo che sicuramente non si corre giocando è quello di diventare un adoratore del Satanasso. Sarebbe un po’ come riprendere quella vecchia e futile discussione per cui i videogiochi istigherebbero alla violenza. Per chiudere questo capitolo della discussione prima ancora di aprirlo vi rimandiamo all’ottimo video di Dadobax sull’argomento.

Pokemon GO e la privacy

Ciò che ci interessa è un problema forse meno immediato ma più profondo: la privacy. Attenzione: non stiamo dicendo di non giocare affatto a Pokemon Go, l’importante è farlo essendo consapevoli di quello che si sta accettando. Fatta questa premessa, entriamo nel merito.

Per giocare a Pokemon GO è necessaria la geolocalizzazione, ovvero, l’app deve sapere dove vi trovate per dirvi che avete un pokemon vicino. In questo modo, l’app conosce sempre la vostra posizione. Magari per voi questo non è un problema, ma è importante saperlo: qualcuno – quanto meno l’app di Pokemon GO – saprà sempre dove siete. Ma non solo: come fa notare anche Paolo Attivissimo, c’è una sfumatura un po’ più subdola, ovvero che l’app può comunicare ad altri giocatori nelle vicinanze la vostra posizione. Tradotto: c’è il rischio che perfetti sconosciuti sappiano dove vi trovate, quindi fate una certa attenzione quando, eventualmente, lasciate il vostro smartphone in mano ai bambini per fargli passare il tempo.

Tipo, c’è gente che ha usato questo sistema di geolocalizzazione per andare a rubare a nugoli di incauti giocatori di Pokemon GO. Nessuno vuole “demonizzare” il gioco – anche il semplice portarsi in tasca un telefonino può portare a “marcare” la propria posizione attraverso l’uso di celle telefoniche – ma, ripetiamo, l’importante è l’uso consapevole, magari condito da un po’ di buon senso.

Pokemon GO e la sicurezza

Un’app che in un tempo così breve viene scaricata da così tanti utenti non può non far gola ai creatori di virus. Quindi bisogna stare attenti a cosa si scarica. La cosa più saggia è scaricare solo app ufficiali, evitando il più possibile prodotti collaterali che non siano in qualche modo riconducibili a produttori conosciuti o affidabili. Pokemon GO Ultimate è il caso più famoso – per fortuna ci risulta già esclusa dagli Store – e si tratta di un malware che sottotraccia clicca su pubblicità pornografiche. Ma anche le truffe sembrano essere in agguato: app che promettono servizi migliorativi da pagare ma che in realtà si rivelano essere una fucina di pop-up invasivi oltre che clamorose bufale.

Infine, visto che riteniamo di parlare a gente capace di ragionare, ci sentiamo di non dover ripetere anche noi l’ovvio appello alla cautela quando camminate per strada. Da bambini dovrebbero avervi insegnato a guardare a destra e sinistra quando attraversate la strada e a stare attenti a dove mettete i piedi: Pokemon GO non è una scusa per non farlo. Ma, ripetiamo, non c’è bisogno di fare queste puerili raccomandazioni ad adulti grandi e vaccinati, vero? VERO?

Detto questo, giocate come e quando volete. L’importante è sapere quello che si sta facendo. Ora scusate ma devo farmi prestare un telefono dotato di Android perché… be’, potete immaginarlo, credo.

Mario Iaquinta

Nato da sua madre “dritto pe’ dritto” circa un quarto di secolo fa, passa i suoi anni a maledire il comunissimo nome che ha ricevuto in dote. Tuttavia, ringrazia il cielo di non avere Rossi come cognome, altrimenti la sua firma apparirebbe in ogni pubblicità dell’8×1000. Dopo questa epifania impara a leggere e scrivere e con queste attività riempie i suoi giorni, legge cose serie ma scrive fesserie: le sue storie e i suoi articoli sono la migliore dimostrazione di ciò. In tutto questo trova anche il tempo di parlare al microfono di una web-radio per potersi spacciare per persona intelligente senza però far vedere la sua faccia. Il soprannome “Gomez” è il regalo di un amico, nomignolo nato il giorno in cui decise di farsi crescere dei ridicoli baffetti. Ridicoli, certo, ma anche tremendamente sexy, if you know what I mean…
Pulsante per tornare all'inizio