I videogiochi violenti potrebbero farti credere di saper combattere meglio

Dell’effetto dei videogiochi violenti si è parlato tanto e si parla tuttora. C’è chi dice che sono pericolosi, che spingono i videogiocatori ad avere comportamenti violenti nella quotidianità. La discussione che vede contrapporre gli appassionati di videogiochi e coloro che invece non li apprezzano viene spesso spinta dalla scienza in favore di questi ultimi, anche se le notizie vanno valutate con un po’ di senso critico che spesso, sembra mancare a chi tende a demonizzare l’industria videoludica senza alcun riguardo.

Questo, ad esempio, è successo quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la dipendenza da videogiochi una patologia: molte persone non si sono dimostrate in grado di capire la differenza tra passione e dipendenza, e si sono visti fioccare sfoghi da una parte ed articoli imbarazzanti sulla stampa generalista dall’altra.

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La ricerca sui “videogiochi violenti” continua

Uno studio, pubblicato su Computers in Human Behavior, è partito dalla letteratura già presente (che l’autore stesso definisce “enorme”) riguardo all’effetto dei videogames violenti, per individuare un eventuale effetto sulla percezione di sé.

Lo scopo dello studio è in realtà leggermente diverso dal solito: assunto che i videogiochi abbiano un effetto sulla psiche del giocatore, cosa che presumibilmente non si può davvero negare, Thomas F. Denson ha ben pensato di investigare sulle ragioni che possono portare una persona a sviluppare una dipendenza. L’ipotesi iniziale, che ha in effetti confermato, è che i videogiochi violenti facciano sì che il giocatore si senta più “fico”.

Per verificare ciò, oltre 800 individui sono stati sottoposti a dei test volti a verificare la percezione di sé e il riconoscimento di situazioni pericolose. I test sono stati eseguiti sui soggetti dopo averli fatti giocare casualmente ad un videogame violento o ad uno non violento. La statistica risultante sembra aver mostrato nei giocatori del gioco violento una tendenza a riconoscere più difficilmente i segni della rabbia, a dichiarare di non tirarsi indietro da una ipotetica situazione pericolosa e ad avere una maggiore sicurezza nelle proprie doti combattive.

Anche questa ricerca ha dei limiti

Lo studio però, riporta l’autore, ha lasciato delle domande senza risposta. Ed è qui che il senso critico entra in gioco: non bisogna fermarsi ad esaminare solo un aspetto.

In primis, per quanto l’ipotesi suoni molto plausibile, i dati non sono abbastanza per dichiarare che questa sensazione di “forza” sia l’effettiva causa della dipendenza da videogames.

Inoltre l’esperimento è stato replicato tre volte con risultati piuttosto diversi seppur tendenti alla solita conclusione. Avendo utilizzato diversi tipi di gioco si può pensare innanzitutto che una maggiore immersività potrebbe produrre un maggior effetto di questo tipo. Ma quello che è importante far notare è che probabilmente c’è una grossa componente “personale” che incide su quanto siamo influenzati dalle esperienze videoludiche.

E per finire, sembra che non sia influenzata soltanto la percezione della propria forza, ma che dai giocatori di videogiochi violenti sia stata mostrata una maggiore attenzione verso temi sessuali e l’idea di essere una migliore scelta per eventuali partner. Nonostante i dati di questa seconda scoperta siano corollari, non si può non prendere in considerazione la possibilità che siano ugualmente, se non maggiormente responsabili, di una eventuale dipendenza.

Chi ritenesse giusto approfondire, beh, lo studio è reperibile al seguente link: Violent video game play, gender, and trait aggression influence subjective fighting ability, perceptions of men’s toughness, and anger facial recognition

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